Come si raccontano le trasformazioni ambientali, economiche, sociali?

L'isola di San Servolo a Venezia

Isola di San Servolo - Ph. Gaspar Matheron

Green Design Days 2025, il festival diffuso di FederlegnoArredo ospitato sull’isola di San Servolo, ha rappresentato un’occasione per raccontare la sostenibilità della design industry. Un racconto della giornata di giovedì 22 maggio 

A soli venti minuti da Venezia, l’Isola di San Servolo è un luogo denso di storia e di fascino, testimone di molteplici trasformazioni legate ai cambiamenti storico sociali che ne hanno plasmato l’identità. Prima sede di una comunità di frati benedettini, fu successivamente trasformata in un importante ospedale psichiatrico, chiuso definitivamente il 13 agosto 1978 con l’approvazione della Legge Basaglia. Oggi San Servolo rappresenta un centro culturale vivo, circondato dalla laguna e immerso nel verde. Un luogo ricco di fascino dove il tempo sembra essersi fermato e la quiete lascia spazio al canto degli uccelli tra le oltre 400 varietà di specie tra alberi ad alto fusto e specie esotiche e autoctone. 

Giovedì 22 maggio l’isola ha fatto da cornice ai Green Design Days 2025 per la tappa veneziana. Il festival è un progetto di FLA Plus, il percorso di sostenibilità di FederlegnoArredo, che quest’anno celebra i suoi 80 anni, avviato nel 2020 per accompagnare le imprese della design industry ad abbracciare le transizioni ambientali, energetiche, sociali ed economiche. L’evento è stato un’occasione per esplorare in modo strutturato e approfondito il binomio design-sostenibilità, riconoscendo che “addentrarsi nella scoperta di cosa può significare sostenibilità richiede una pluralità di approcci e ascolti, in costante crescita ed evoluzione”. 

I workshop: una modalità interattiva per apprendere con esperti del settore  

Il palinsesto della giornata ha coinvolto gli ospiti in una mattinata dedicata alla sperimentazione, con tre workshop che hanno offerto occasioni uniche per entrare in relazione con il territorio e riflettere su nuovi approcci progettuali. Tra questi Lacuna, condotto dalla curatrice Angela Rui e dal professor Massimo Barbierato, che hanno accompagnato i partecipanti in un percorso per conoscere le forze invisibili dell’acqua. Un esercizio semplice, che grazie all’uso di cera d’api liquida, nell’interazione con la materia liquida, ha permesso di realizzare oggetti unici modellati dalla forza dell’acqua. “San Servolo ci ha colpito per il suo perimetro spigoloso: un’isola, per sua natura, non è mai geometrica. Qui, invece, la topografia è cartesiana, razionale. È come se l’isola fosse metafora della società, che si confina rispetto alla natura”, ha osservato Barbierato. “San Servolo da sempre rappresenta una forma di chiusura, introspezione, confinamento. Con questo workshop abbiamo scelto di indagare le dinamiche dell’acqua, esplorando il design come strumento sensibile, capace di cogliere e tradurre forze impercettibili”, ha aggiunto Rui.  

Innovare prodotti e processi produttivi con l’additive manufacturing è stato un approfondimento sull’ibridazione di competenze tecniche, digitali e manifatturiere, promosso da Designtech con Ivan Tallarico, Rodrigo Brenner (Furf) e Simona Arena (Puntozero). Infine, con Scale trasformative del frammento, all’interno di un progetto articolato in più tappe tra Venezia e Cortina, gli studenti della Scuola Italiana Design di Padova hanno esplorato gli oggetti di design industriale originariamente concepiti per il Villaggio ENI, prodotti negli anni Sessanta da alcune tra le aziende più celebri della storia del design. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Dolomiti Contemporanee, Progettoborca, Stefano Collarin, Tommaso Russo, Lorenzo Barbasetti di Prun e Fabio Talloru. Il prossimo 12 luglio si terrà una visita guidata dedicata al progetto sociale di ENI per i suoi dipendenti, con un focus sul design industriale che ne ha modellato lo sviluppo.

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

I Green Design Days 2025 sull'Isola di San Servolo

Green Design Days 2025, Isola di San Servolo

Voce alle aziende: che significato assume la sostenibilità nella vita d’impresa? 

Nel pomeriggio, spazio alle testimonianze delle aziende associate di FederlegnoArredo, offrendo una panoramica concreta di buone pratiche in materia di sostenibilità. A raccontarle sono stati direttamente i protagonisti: tecnici, responsabili dei reparti R&D, sustainability manager e designer, portando in scena il valore dell’esperienza diretta. Dalla fase di progettazione alla produzione, passando per l’innovazione dei materiali, l’efficientamento energetico e l’ottimizzazione dei processi produttivi, il racconto ha tracciato un percorso completo fino al prodotto finito. Gli interventi hanno restituito un’immagine dinamica e in evoluzione della design industry, impegnata in una trasformazione profonda verso modelli produttivi sempre più consapevoli e responsabili. 

A introdurre i tavoli di lavoro è stato il designer milanese Alessandro Stabile, che ha presentato la genesi di tre progetti realizzati per laCividina, S•CAB e Magis. Focus sulla storia progettuale e creativa, sulla sostenibilità intesa come ottimizzazione logistica, con un miglioramento delle fasi operative.  

“Ci piace pensare che la sostenibilità abbia un ruolo in tutto ciò che facciamo”, ha raccontato il secondo ospite della giornata, Andrea Mulloni, Head of Sustainability di Arper. "Un esempio concreto è la sedia Catifa Carta, nata come evoluzione dell’iconica Catifa 53 progettata nel 2001 dallo studio Lievore Altherr Molina. Abbiamo valorizzato il potenziale di un materiale sviluppato internamente dal nostro reparto R&D, dando vita a un progetto innovativo, che ci ha permesso di ridurre le emissioni di C02, anche grazie a un sistema ottimizzato per la gestione del fine vita del prodotto. Per noi circolarità significa assumersi una responsabilità”. 

Concorda con questa visione Marco Fantoni, Managing Director Production and Technologies di Fantoni, che ha precisato l’importanza di una prospettiva a 360 gradi. “La cura per la sostenibilità e per la circolarità è importante anche negli ambienti di lavoro, un elemento che all’interno dei nostri stabilimenti abbiamo, da sempre, cercato di promuovere. In questa direzione lo Studio Valle ci ha affiancato nel percorso curando la progettazione dei nostri stabilimenti. Inoltre, dal punto di vista dei materiali, l’innovazione in Fantoni riguarda la produzione di MDF a partire dai rifiuti: un’idea semplice ma inesplorata”.  

A portare l’attenzione sul tema della circolarità nell’ambito delle tende da sole è stata Sara Selmin, Sustainability Manager di Giovanardi: “Con Raytent abbiamo sviluppato un processo di riciclo che utilizza gli scarti di lavorazione delle tende da sole. Combinando questi materiali con tessuti vergini, otteniamo un nuovo prodotto adatto alla filatura ad alte prestazioni, con qualità equiparabili a quelle di un tessuto non riciclato», ha spiegato Selmin. 

Gabriella Di Feo, Marketing e Communication Manager di Rinaldi Group, ha raccontato: “L’azienda lavora da anni dotandosi di certificazioni dedicate ed è una società benefit. Quando parliamo di circolarità, per sua natura, il materasso è un prodotto non semplice da recuperare. Per noi la spinta in direzione della circolarità è predominante: da un lato la continua ricerca sui materiali per maggiore comfort e dall’altra maggiore ecocompatibilità. Dunque, vogliamo che il prodotto materasso venga utilizzato in modo intelligente. In tutte le fasi della sua vita.” 

“Dal 1961 partecipiamo al Salone con convinzione, crediamo fortemente nell’associazionismo”. Eleonore Cavalli, Art Director e Co-Founder di Visionnaire ha aperto con queste parole il suo intervento, concentrandosi su un percorso virtuoso e guidato dall’etica. “Oggi contiamo 40 hub artigianali in tutta Italia e portiamo la nostra eccellenza e i nostri valori in tutto il mondo. Lavoriamo oltre 200 materiali e abbiamo un catalogo con più di 2.000 prodotti. Abbiamo investito con determinazione nella mappatura completa della nostra filiera produttiva — dal processo alla produzione, fino alla gestione del fine vita”, ha raccontato Cavalli. Un aspetto centrale è stato il coinvolgimento attivo degli artigiani, veri custodi del sapere manifatturiero: “Abbiamo spiegato loro perché era fondamentale crescere e migliorare insieme. Abbiamo scelto di adottare diverse certificazioni e di pubblicare bilanci di sostenibilità, per dimostrare che è possibile agire concretamente per ridurre il nostro impatto”. 

A concludere il tavolo di lavoro è stato Marco Zavagno, designer e co-fondatore insieme a Enrica Cavarzan di Zaven, studio multidisciplinare nato a Venezia nel 2008. L’intervento, a partire da case studies come S•CAB, Bolzan, Nike, si è concentrato sul metodo progettuale del duo, che da oltre 15 anni porta avanti un’idea di ricerca che possa portare valore aggiunto nella crescita dello studio oltre che per il committente. “Nella nostra pratica di progettisti cerchiamo nuove vie e nuovi pensieri, lavorando a tutto tondo tra comunicazione, design e arte.” 

29 maggio 2025
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