Dati, analisi e impatti economici, urbani e culturali. La seconda edizione dell’Annual Report (Eco) Sistema Design Milano del Salone del Mobile fa il punto su un evento unico al mondo e consolida il ruolo della Manifestazione come motore di Milano, Capitale internazionale del design
Dalla riflessione sull’umano alla materia come significato: la nuova campagna di comunicazione del Salone esplora l’origine fisica e simbolica del progettare, un racconto visivo composto da prospettive differenti, unite da un’idea comune di trasformazione e genesi
Dopo aver messo al centro l’essere umano con la campagna “Thought for Human.” del 2025, firmata dallo sguardo sensibile e documentaristico del fotografo americano Bill Durgin, il Salone del Mobile.Milano prosegue nel suo percorso di riflessione sul senso del progetto con “A Matter of Salone”, la campagna di comunicazione che accompagnerà l’edizione 2026. Se l’anno scorso il design veniva esplorato come linguaggio al servizio dell’uomo, oggi il punto di partenza si fa ancora più originario: la materia. Materia da toccare, da leggere, da interpretare. Materia che custodisce memoria e al tempo stesso nasconde un potenziale ancora da rivelare.
La campagna prende forma a partire da una domanda essenziale: quale significato può assumere oggi il design? La risposta, tanto visiva quanto concettuale, affonda le radici nella materia, intesa non solo come sostanza fisica, ma come origine, memoria, possibilità da attivare. Non è più soltanto una questione di forma o funzione: è un processo in cui ciò che è tangibile si trasforma in valore. Matter, infatti, è materia, ma anche ciò che conta, ciò che genera senso.
È da questa ambivalenza che nasce “A Matter of Salone”, un progetto collettivo firmato da Motel409 e realizzato con sei voci della creatività contemporanea: i fotografi Charles Negre, Eduard Sánchez Ribot e Alecio Ferrari, e i set designer Studio Végété, Laura Doardo e Stilema Studio. Il loro lavoro ha dato vita a un sistema di immagini stratificato, costruito a più mani, dove ogni intervento amplifica la visione comune. L’approccio è stato volutamente multidisciplinare, per restituire la complessità dell’idea iniziale attraverso un linguaggio fatto di materia, luce, gesto e trasformazione. Il risultato è un immaginario che tiene insieme concretezza e astrazione, una composizione visiva capace di evocare tanto quanto di spiegare, profondamente connessa alla cultura del progetto.
La campagna si sviluppa intorno a soggetti materici, ciascuno dei quali rappresenta un principio progettuale fondamentale. La pietra è l’origine, simbolo della semplicità senza fronzoli; scavata, decostruita, rivestita, diventa terreno di sfida per nuove percezioni di solidità. Il petalo incarna la sensualità della materia, esaltata da tecniche come il laser cutting e l’ink dye, che mettono in evidenza le possibilità più avanzate dell’innovazione materica. Il legno, materia viva, racconta la funzione: è segno di continuità tra uomo, natura e costruzione, e rivela potenzialità espressive attraverso forature, incastri e sculture. La spugna, con la sua volumetria mutevole, parla di reinvenzione: materia che cambia, che si lascia piegare, comprimere, tagliare, uscire dall’ombra per diventare icona visiva.
Racconta Federico Grassi, Direttore Creativo di Motel409: “Ci siamo chiesti cosa accade alla materia quando la si guarda con gli occhi del progetto. Da questa domanda è nato A Matter of Salone: un lavoro a più mani, dove l’energia dei materiali si fonde con la visione, il gesto, l’immagine. Non volevamo illustrare il design, ma evocarlo. Farne esperienza visiva e sensoriale, lasciando che fosse la materia stessa a raccontare. E il Salone è stato, come sempre, lo spazio dove questa trasformazione ha potuto accadere”.
La struttura narrativa della campagna è pensata come un percorso in tre atti. Si comincia con l’esplorazione ravvicinata della materia, in scatti che ne svelano la pelle, la trama, l’essenza. Si passa poi alla presentazione degli oggetti nella loro forma archetipica, essenziale. Infine, la materia si lascia attraversare dal gesto umano: viene toccata, scolpita, modificata, in una sequenza visiva che culmina con mani, strumenti e materiali che si incontrano e dialogano. Il risultato è un crescendo visivo e simbolico, che termina con la rivelazione dell’artefatto finito: oggetti che portano con sé non solo funzione e forma, ma memoria, tensione, visione.
“A Matter of Salone” è molto più di un progetto visivo. È un atto di ascolto e di traduzione. Un invito a guardare il design non solo come disciplina, ma come pensiero incarnato, capace di attraversare materiali e significati, di restituire profondità all’atto di progettare. Qui la materia non è più solo risorsa o superficie: è voce, storia, orizzonte da immaginare insieme.



