Piroscafo compie 30 anni

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Nuova riedizione in casa Molteni&C. per celebrare il trentennale di un’icona del Made in Italy. Firmata Aldo Rossi e Luca Meda, è riproposta in una calda tonalità e con interni in eucalipto.

Da un’amicizia a un contenitore il passo è breve. E lo sguardo, veloce e intuitivo. È bastato, infatti, uno scambio di occhiate tra due amici di lunga data, Aldo Rossi e Luca Meda, per immaginare un pezzo che in brevissimo tempo sarebbe diventato un cult del design italiano. Aldo Rossi, intellettuale, artista, designer, urbanista, architetto, accademico e, soprattutto, profondo interprete della cultura contemporanea, negli anni'80 costruisce la sede della Regione Umbria a Perugia, riqualificando il quartiere Fontivegge, un tempo occupato dalla fabbrica di cioccolato Perugina. Anni dopo, trovandosi a camminare da quelle parti con l’amico, passando proprio davanti alla grande facciata vetrata a lato della ciminiera dell’ex industria dolciaria, arriva la folgorazione. La sua facciata trasposta in mobile. Ossia, un pezzo di arredo immaginato come vera e propria architettura, con un imponente fronte scandito dal ritmo regolare delle finestre. “Questa è la mia idea del design”, affermava. “Poter tradurre elementi fantastici personali in un disegno razionale e ripetibile, non oggetti ad hoc fatti per un pezzo singolo”

Aldo Rossi, d’altronde, nasce architetto e quest’arte gli rimane dentro per tutta la vita. L’idea di trasformare un edificio in arredo domestico viene portata dall’amico Luca Meda in Molteni, azienda con cui già collaborava. Così, trovate le giuste proporzioni, nasce Piroscafo, subito presentato al Salone del Mobile.Milano del 1991 in 4 versioni, due con facciata bianca e due verde Prussia. Nel 1993, invece, su idea dello stesso Meda viene posto all’ingresso dello stand di Molteni&C., sempre nei padiglioni fieristici, in una particolarissima versione a bastimento, con facciata lunga 13 metri, completa di fumaioli rossi e neri, che ne decretò il successo imperituro. E ora, riappare nella mostra “Aldo Rossi. L’architetto e le città”, a cura di Alberto Ferlenga, fino al 17 ottobre 2021 al MAXXI di Roma, accogliendo i suoi scritti, tra cui i Quaderni azzurri. Una grande retrospettiva, a novant’anni dalla nascita e venticinque dalla scomparsa, che raccoglie oltre 800 tra disegni, schizzi, appunti, lettere, fotografie, documenti e una spettacolare sequenza di modelli, che riconfermano quanto questo protagonista del Novecento sia stato un maestro inimitabile e geniale. Colto e sensibile, e profondamente convinto della responsabilità etica e culturale dell’architettura. “Un poeta prestato all’architettura” lo definì Ada Louise Huxtable, membro della giuria del Pritzker Prize 1990, assegnatogli in quell’anno, consacrandolo alla storia come il primo architetto italiano a riceverlo.

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Non dimentichiamoci che i piroscafi avevano già affascinato, anche un altro architetto, Le Corbusier. Nel suo celebre Vers une Architecture, nel 1923, scriveva “Se dimentichiamo per un istante che un piroscafo è un mezzo di trasporto e lo guardiamo con occhi nuovi, ci sentiamo di fronte a un’importante espressione di temerarietà, di disciplina, di armonia, di bellezza calma, nervosa e forte. Un architetto serio che guardi da architetto (creatore di organismi) troverà in un piroscafo la liberazione da maledette virtù secolari”. Le navi, nell’immaginario, non sono, infatti, che grandi palazzi sull’acqua.

Piroscafo è, invece, un versatile magazzino domestico da utilizzare come libreria quando collocato nello studio, come vetrina in soggiorno e madia o dispensa in cucina. Si presenta con una facciata continua, dove i ripiani orizzontali non sono interrotti da elementi di sostegno intermedi. Ha vani a giorno e ante vetrate con telaio in metallo di forma quadrata, diviso in quattro da una croce interna, che possono essere illuminati internamente. Nel catalogo di presentazione del lancio del pezzo, oltre alla descrizione tecnica, si leggeva: “Sottrae le figure degli edifici ai loro paesaggi e li trasporta in un mondo di stanze e di interni”. Il pezzo si adatta a spazi diversi e di ogni tipo con la sua sagoma precisa, razionale e non invadente.

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Salone del mobile Salone del mobile

Un prodotto nato per associazioni. Una felicissima intuizione che oggi compie 30 anni. Per questo compleanno è stato “varato” con nuove finiture: una facciata laccata in una calda tonalità, Spice, e interni in essenza di eucalipto. L’augurio è quello di continuare ancora a solcare il mare magnum del design.

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