Come cambia l’idea di abitare?

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What’s in a lamp?, Foscarini, Luca Font

In occasione di Road to Salone 2024, alcuni tra i più importanti designer internazionali hanno affrontato il tema delle nuove forme di abitare contemporaneo. Ecco come è andata

Che forme ha assunto l’abitare contemporaneo? Come si è evoluto il concetto di casa negli ultimi anni? Come sono cambiate le abitudini domestiche? Come cambieranno nel corso delle prossime decadi? Quali sfide devono affrontare oggi gli spazi domestici per essere più “abitabili”?  

L'idea di abitare non è immutabile ma è qualcosa in continuo cambiamento. D’altronde le città sono sempre più dinamiche, tecnologiche, proiettate al futuro, influenzando l’idea di abitare. Oggi le città si interrogano dal punto di vista della sostenibilità per migliorare il loro assetto urbanistico e rendere gli spazi più efficienti, vivibili e integrati tra loro, a misura d’uomo. In questo scenario il design rappresenta una lente per leggere e comprendere la realtà e le sue traiettorie, rivelando con chiarezza abitudini di consumo ed esigenze inedite. I nuovi oggetti che popolano gli ambienti domestici sono caratterizzati da una progettualità che guarda al futuro, anche nella prospettiva più concreta: accanto a design e funzionalità, la durabilità è un parametro che in ottica di maggiore sostenibilità è imprescindibile. Il cambiamento è dunque il filo conduttore del tema, accompagnato da uno sviluppo tecnologico sempre più presente per semplificare i processi quotidiani e migliorare l’abitare contemporaneo. 

In occasione di Road to Salone 2024, il tour a tappe in Europa e negli Stati Uniti per conoscere le prime anticipazioni della 62esima edizione del Salone del Mobile, il tema dell’abitare contemporaneo è stato al centro degli incontri con designer internazionali, che hanno offerto prospettive originali e arricchenti. A Parigi, nella cornice del Cheval Blanc Paris, edificio storico rivisitato da Peter Marino, il designer Patrick Jouin ha sottolineato come l’abitare sia in continua evoluzione, un concetto cardine dell’esperienza del Salone del Mobile. Nelle sue parole: “Il numero dei membri delle famiglie cambia, viviamo più a lungo e desideriamo vivere la casa con il passare dell’età. Il Salone del Mobile è il luogo dove restare in contatto con questi continue evoluzioni: ciò che abbiamo imparato nelle scuole di design e architettura oggi non è più sufficiente al 100%. È necessario aggiornarsi e adattarsi, comprendere la vita in un senso più ampio, più profondo. In qualità di designer posso dire che bisogna sempre trovare un equilibrio, senza lasciarsi spaventare, rispetto ai cambiamenti. E poi bisogna saper giocare. Il design è un gioco, uno splendido gioco.”  

La tappa londinese, ospitata presso il Bulgari Hotel London, albergo a cinque stelle inaugurato nel 2012 su progetto di Antonio Citterio, ha visto protagonisti i designer britannici Edward Barber e Jay Osgerby. Nel suo intervento, il duo ha sottolineato come gli ultimi anni siano stati cruciali nell’accelerare processi di cambiamento. “Proprio perché le persone passano più tempo a casa rispetto al passato, quest’ultima deve essere in grado di assolvere più di una funzione. Quello che abbiamo riscontrato è il progressivo abbandono di stanze preposte a una singola funzione in favore di spazi più ampi e liberi che per loro natura contengono un elemento di multifunzionalità. Spazi sempre più mutevoli e adattabili in base alle diverse fasi della giornata”.

A Berlino, negli spazi dell’Hotel Wilmina, un tempo carcere femminile, il designer tedesco Konstantin Grcic, ha sottolineato che il cambiamento attraversa diversi luoghi e diverse culture. “Non possibile parlare di un unico trend”, spiega. “Il concetto di vivere è multisfaccettato, ha un significato diverso in ogni cultura: se pensiamo all’Asia ci accorgiamo che gli spazi sono piccoli e raccolti rispetto per esempio a quelli di Berlino, dove gli spazi sono decisamente più ampi. Così come la distinzione tra pubblico e privato, che varia molto da cultura a cultura”. Grcic sottolinea la centralità del Salone del Mobile come momento di condivisione di idee, concept, trend: “Il Salone è uno spazio fisico, è reale, ed è per questo che è una destinazione imperdibile”. 

In Danimarca, presso Villa Copenhagen, hotel che un tempo accoglieva l’ufficio Centrale delle Poste e Telegrafi danesi, l’intervento del designer Luca Nichetto ha messo l’accento sul ritorno di spazi abitativi caratterizzati da stanze con funzioni ben definite. “Il concetto di abitare è cambiato abbastanza negli ultimi anni, specialmente negli ultimi dieci. Siamo passati dal concetto di open space al ritorno all’idea che le stanze funzionano meglio. Spero di vedere meno trend e più un’idea di personalizzazione degli spazi”. Secondo la designer danese Felicia Arvid il concetto di abitare si è trasformato, rendendo la relazione tra spazi pubblici e privati più permeabile. Sul ruolo del Salone, Arvid sottolinea la sua centralità per “esplorare il presente ma anche avere un’idea di futuro”.