Maria Porro: “Non esportare Milano, ma costruire con Riyadh”

Maria Porro, Presidente Salone del Mobile.Milano

Maria Porro, Presidente Salone del Mobile.Milano, Ph. Guido Stazzoni

Dal 26 al 28 novembre il Made in Italy vola in Arabia Saudita con “Red in progress. Salone del Mobile.Milano meets Riyadh”. Una conversazione con la Presidente del Salone del Mobile.Milano

“Non esportare Milano, ma costruire con Riyadh”. Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano, racconta l’edizione teaser di “Red in Progress. Salone del Mobile.Milano meets Riyadh”, progetto che dal 26 al 28 novembre lancia la collaborazione con la Architecture & Design Commission del Ministero della Cultura dell’Arabia Saudita. Un’installazione scenografica firmata dallo Studio Giò Forma. 38 aziende italiane selezionate e un programma fitto di talk, tavole rotonde, masterclass, a cura di Annalisa Rosso, Editorial Director & Cultural Events Advisor Salone del Mobile.Milano. La componente B2B prenderà forma nella Business Lounge progettata da Lissoni & Partners, che si articolerà in aree lounge e meeting pensate per un’accoglienza discreta e funzionale. Verso il Salone del Mobile.Milano Riyadh 2026. 

Leggi anche: Il Salone del Mobile debutta in Arabia Saudita

Dal 26 al 28 novembre il Salone del Mobile.Milano approda a Riyadh con Red In Progress. Di che si tratta?

Il progetto nasce dalla volontà di dare forma a un dialogo strutturale tra l’eccellenza italiana del design e la straordinaria trasformazione urbana e culturale in atto in Arabia Saudita. Con la Architecture & Design Commission del Ministero della Cultura del Regno abbiamo scelto un modello di experience fortemente orientato al business, in grado di generare incontri, scambi e opportunità. Insieme, per quest’edizione teaser abbiamo scelto di raccontare l’eccellenza con un’installazione scenografica firmata dallo studio Giò Forma, 38 aziende italiane selezionate per innovazione e sostenibilità e un programma di incontri ad alta intensità – B2B, tavole rotonde, masterclass con protagonisti sauditi e italiani. “Red” è il nostro codice: passione, energia, connessione. “In progress” è l’impegno: costruire insieme, tratto dopo tratto, una piattaforma permanente di collaborazione culturale e industriale. È un’anticipazione, certo, ma anche il primo passo concreto verso il Salone del Mobile.Milano Riyadh 2026, con l’obiettivo di diventare un alleato strategico del Regno nella promozione di qualità, sostenibilità e innovazione nei progetti più ambiziosi.

Quali i punti di contatto tra Italia e Arabia Saudita?

Più di quanto ci si aspetti. Entrambi i Paesi condividono un’idea molto profonda di ospitalità, una cultura dell’abitare che non è solo spazio, ma relazione. L’Italia ha un patrimonio unico: l’intreccio tra artigianato e industria, quella capacità di trasformare il saper fare in sistemi produttivi di eccellenza. L’Arabia Saudita, invece, porta una sensibilità progettuale radicata nel territorio – luce, clima, materia – e un linguaggio architettonico in forte evoluzione. Quando queste due culture si incontrano — nel segno dell’ascolto e del rispetto reciproco — nascono soluzioni che coniugano identità, bellezza e funzionalità. La diversità diventa così un motore generativo per ripensare lo spazio in chiave contemporanea.

Come vedete il ruolo di questa iniziativa nel rafforzare le relazioni culturali ed economiche tra i due Paesi?

Con “Red in progress”, il Salone del Mobile.Milano si pone l’obiettivo di accompagnare il sistema dell’arredo italiano nel trasformare il potenziale del mercato saudita in opportunità concrete: progetti reali, relazioni operative e sbocchi strategici in un’area in forte espansione. Non si tratta solo di raccontare il design italiano, ma di generare valore reale per le aziende, facilitando connessioni operative tra produttori italiani e key player sauditi — developer, contractor, studi di architettura e investitori istituzionali. Il Salone a Riyadh si propone come piattaforma B2B permanente, un ponte commerciale strategico che consente alle imprese italiane di entrare o rafforzare la propria presenza nei mercati dell’area del Golfo, a partire dall’Arabia Saudita. Riyadh sta diventando l’hub regionale per la trasformazione urbana, e noi vogliamo essere lì dove si prendono le decisioni, dove si scrivono i capitolati, dove si progettano gli standard.

In che modo l’evento contribuirà a valorizzare i talenti locali sauditi e le eccellenze italiane nel settore del design?

Tramite un programma culturale che è una vera infrastruttura di crescita: talk, tavole rotonde, masterclass: tre giorni in cui voci saudite – emergenti e affermate – dialogano con figure di riferimento del nostro sistema del progetto. Accanto a questo percorso, una mostra dedicata al design saudita contemporaneo mette in luce l’evoluzione dell’identità creativa del Paese, offrendo una piattaforma qualificata per i progettisti emergenti e non. Parallelamente, l’iniziativa valorizza le eccellenze italiane nel settore del design attraverso la presenza di 38 brand selezionati per rappresentare l’alta qualità, l’innovazione e la sostenibilità del Made in Italy. Nella Business Lounge curata da Lissoni & Partners, gli imprenditori potranno sviluppare incontri mirati con i principali player sauditi, attivando collaborazioni concrete nei settori residenziale, hospitality e pubblico.

Quali sono le principali sfide e opportunità nel portare avanti questa collaborazione internazionale?

La sfida è chiara: non esportare Milano, ma costruire con Riyadh. Significa tradurre i nostri processi e la nostra cultura del progetto in un linguaggio che rispetti la specificità saudita. Ma proprio da qui nasce l’opportunità: imparare l’uno dall’altro. L’Italia porta processi, filiera, know-how; l’Arabia Saudita porta visione, rapidità esecutiva e una profonda intelligenza ambientale. Insieme possiamo definire un modello di progetto che sia contemporaneo, identitario e sostenibile.

Sostenibilità e innovazione sono due parole chiave in questo momento: come il progetto aiuterà a promuovere una politica green?

Per il Salone del Mobile.Milano, sostenibilità e innovazione non sono concetti astratti, ma criteri operativi in ogni fase del progetto. “Red in progress” riflette questa visione attraverso scelte concrete e misurabili: l’intera installazione a cura di Giò Forma è progettata per essere modulare, smontabile e riutilizzabile, realizzata con materiali provenienti da filiere tracciabili, nel rispetto dei principi di circolarità e minimo impatto ambientale. Il progetto si inserisce in un ecosistema più ampio che ha come riferimento le Green Guidelines del Salone del Mobile.Milano: uno strumento operativo messo a disposizione degli espositori per adottare pratiche sostenibili in termini di materiali, logistica, riuso e durabilità dei prodotti. A conferma del nostro impegno strutturale, Salone è certificato ISO 20121, standard internazionale per la gestione sostenibile degli eventi, e aderisce al Global Compact delle Nazioni Unite. In parallelo, l’Arabia Saudita sta investendo in materiali innovativi, filiere locali sostenibili e architetture climaticamente responsabili, allineandosi agli obiettivi di Vision 2030. Questa convergenza strategica apre la strada a una nuova alleanza progettuale, dove estetica, innovazione e responsabilità ambientale diventano motori condivisi di sviluppo.

Come vede il ruolo del design nello sviluppo delle città di Riyadh e di altre aree?

Credo che il design sia un gesto civico. A Riyadh, come altrove, significa costruire spazi vivibili, intelligenti, rispettosi dell’ambiente e delle persone. Vision 2030 ha posto il design al centro della trasformazione urbana: musei, scuole, spazi pubblici e residenze non sono più solo edifici, ma dispositivi sociali. Il nostro compito è accompagnare questa transizione con standard di qualità e un’idea di design che sia servizio – non solo forma.

In che modo l’evento vuole mettere in evidenza il patrimonio culturale e la creatività di entrambi i Paesi?

Red in Progress mostra come Italia e Arabia Saudita possano collaborare attraverso il design, valorizzando le rispettive culture in modo concreto. Da un lato, 38 brand italiani rappresentano l’evoluzione del Made in Italy, tra tradizione manifatturiera, innovazione e sostenibilità; dall’altro, il design saudita contemporaneo trova spazio in un’esposizione dedicata e in un programma culturale che coinvolge voci locali emergenti e affermate. L’installazione, ispirata a un cantiere in trasformazione, racconta visivamente l’idea di costruzione condivisa: un luogo aperto e in divenire, simbolo di un dialogo tra culture. I prodotti italiani sono raccolti in una grande “library”, pensata per offrire una panoramica leggibile e immediata delle soluzioni proposte, con l’obiettivo di rendere evidente la qualità, l’identità produttiva e la versatilità delle aziende coinvolte. Talk, masterclass e momenti di confronto completano l’esperienza, sottolineando ciò che unisce i due Paesi: la centralità dell’abitare, la cultura del progetto, e l’impegno per una trasformazione sostenibile. In questo modo, l’evento va oltre l’esposizione e diventa una piattaforma per costruire ponti culturali, professionali e industriali duraturi.

Quali gli obiettivi negli ambiti culturale, economico e sociale attraverso questa collaborazione?

Culturalmente, Salone vuole creare un dialogo che vada oltre l’evento in sé, costruendo relazioni durature: attraverso spazi concreti di scambio, occasioni formative per i talenti locali e un racconto condiviso dei valori che uniscono Italia e Arabia Saudita. Economicamente, vogliamo favorire l’incontro tra domanda qualificata e offerta di eccellenza, trasformando dialoghi in contratti, idee in progetti. Socialmente, vogliamo offrire visibilità e strumenti alla progettualità saudita, affinché possa accedere a un ecosistema globale senza perdere il legame con le proprie radici. “Red in progress” è un progetto che parte dal design, ma parla di futuro.

19 novembre 2025
Altri articoli