Tre libri per riscoprire il valore degli oggetti

agata toromanoff, design dei piccoli, salone milano

Ci fanno compagnia, scriveva Achille Castiglioni. E ci parlano, ci seducono. Tre pubblicazioni per raccontare la bellezza di Cose, articoli, prodotti, utensili, manufatti

Semplici formalità

Un piccolo esercito di oggetti, privi del nome dell’autore e funzionali, compagni della nostra quotidianità. Un Italian landscape in miniatura, per citare una celeberrima mostra. Oggetti che Giulio Iacchetti, due volte Compasso d’Oro, ci presenta sia in veste di designer e critico, sia quale semplice fruitore. Esprimendo ad alta voce ammirazione e gratitudine per i momenti di immediata felicità ricevuta. “Un atto dovuto solo per rispetto della forma”, spiega nell’introduzione ai suoi 32 piccoli oggettiTutti in fila, dagli scacchi Staunton alle pedine di Monopoli, passando per cerotti, sacchetti di plastica, capsule per caffè, stecchi del gelato, supposte, brugole e biscotti Plasmon.

Oggetti di poche parole, dal design di sostanza senza compiacimenti stilistici né vanità. “Oggetti dalla forma perfetta”, li descrive. La forma più autentica e forte, secondo Iacchetti, è quella semplice che non ha nulla di semplicistico. Affinità elettive con gli “oggetti buoni” di Munari, dove la funzionalità incontrava la bellezza.

Ogni voce è accompagnata da una riflessione personale, perché gli oggetti parlano, e bisogna saperli ascoltare e guardare per scoprire che lo stuzzicadenti nasce monopunta, evolvendosi poi nella sua funzionalità doppia, o che il flacone del Vinavil, capostipite di una teoria infinita di imitazioni, è parente dei bidoni del latte in alluminio perché quella colla veniva prodotta nei pressi dei punti di raccolta del latte, o che i bellissimi segnalini di Monopoli (in copertina), datati anni Trenta, esistevano solo nell’edizione italiana. “Oggetti contenti di esistere, di fare il loro mestiere quotidiano, non la menano più di tanto”, scrive l'architetto Cino Zucchi nella postfazione del volume. Per chi ama la pratica semplicità.

 

Titolo: Semplici formalità

Autore: Giulio Iacchetti

Postfazione: Cino Zucchi

Casa editrice: Johan & Levi Editore

Anno di pubblicazione: 2022

Pagine: 96

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Il design dei piccoli

È essenzialmente un catalogo comprensivo di quanto sia stato disegnato per arredare, e non solo, la camera dei bambini, dalla loro nascita (leggi le culle di Peter Keller, Nanna Ditzel, Nika Zupanc e Yves Béhar) alla primissima età. Di fatto, è un interessante volume ricco di vita propria, dove ogni arredo, accessorio e gioco, è presentato con un’immagine e una descrizione. L’attenzione verso i più piccoli, anche se sembra essere recente, in realtà affonda le radici nella storia del design.

Nomi del calibro di Alvar Aalto, Ludwig Mies Van der Rohe, Eero Saarinen, Charles e Ray Eames, Le Corbusier, o dei Maestri Enzo Mari, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, o dei più “giovani” Giulio Iacchetti, Marcel Wanders, Marc Newson, sempre per citarne solo alcuni, hanno sperimentato con il format dello small ed extrasmall o inventando pezzi ad hoc ispirati dalle necessità dei propri figli o, semplicemente, per il gusto della sperimentazione. E anche i produttori che hanno accettato la sfida del “piccolo” sono innumerevoli: da Kartell a Magis, Roche Bobois, Oliver Furniture, Petit Friture, Normann Copenhagen, Muuto, B&B, Knoll, e tanti altri ancora. Il percorso creativo del children furniture comporta coraggio e originalità, ma deve rispondere a coordinate ben precise: che cosa è più adatto a un bambino, in quali dimensioni, in quali materiali? E allora il risultato sarà quello di un buon equilibrio fra decorazione, soluzioni pratiche e aspetto ludico. E qui gli esempi non mancano: dai pezzi vintage, spesso rieditati per la loro attualità, a creazioni recenti che impiegano le ultimissime e più avanzate tecnologie. Per chi vuole tornare bambino e immaginare un mondo meraviglioso.

 

Titolo: Il design dei piccoli. Mobili giochi e arredi

Autore: Agata Toromanoff

Casa editrice: L’ippocampo

Anno di pubblicazione: 2022

Pagine: 256

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Affetti e Oggetti

“Sono nato in una famiglia in cui gli oggetti hanno sempre avuto un posto importante”. Questo l’incipit dell’introduzione di Carlo Castiglioni, figlio del più noto Achille. “Ovunque fosse si avvicinava agli oggetti che riteneva più interessanti, e velocemente, quasi non volesse che altri lo vedessero, li toccava, li accarezzava, li soppesava, quasi volesse impadronirsi delle loro qualità intrinseche”. Nell’interessante diario di famiglia le storie e i ricordi, rielaborate a quattro mani da Carlo e sua figlia Livia, si materializzano agli occhi del lettore, popolate da gatti, luoghi ameni e una miriade di oggetti di ogni sorta: di suo (di Achille) gradimento, come la radio e ancor più il telefono, che gli rubò il cuore, e di sua mano.

Si spazia dai sanitari – in una foto mostra come il lavabo, realizzato più grande degli altri sanitari, permetta di lavarsi senza bagnare per terra (nessuno prima di lui aveva mai pensato che dovessero essere progettati in funzione dei fruitori e del contesto) – al letto d’ospedale TR15 di Omsa, Compasso d’Oro 1979, frutto di una riflessione sulle problematiche sociali del design. Oltre ai pezzi più noti, si raccontano i giochi semplici come quelli fatti con la carta velina o gli stuzzicadenti, i regali particolari come la macchinina di latta che dopo trent’anni richiede al figlio per esporre in una mostra. Divertenti e ironiche – l’ironia fa parte del dna dei Castiglioni – le vicende dedicate ad auto e affini mezzi di trasporto o all’uovo diventato lampada. La lettura prosegue online su www.affettieoggetti.it, dove oltre al materiale che non ha trovato posto nel volume, ci sono contenuti speciali, tra cui una lista illustrata degli oggetti legati al cibo.

 

Titolo: Affetti e Oggetti. Cenni di un'antropologia famigliare alla Castiglioni

Autore: Carlo e Livia Castiglioni

Casa editrice: Maurizio Corraini srl

Anno di pubblicazione: 2022

Pagine: 432

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