Branded residences: mercato triplicato, ma quali sono le opportunità?

Gianfranco Ferré Residences

Gianfranco Ferré Residences, Ras Al-Khaimah, Emirati Arabi Uniti

I numeri e la corsa globale: moda, automotive e orologeria affiancano l’hotellerie nella nuova frontiera dell’abitare esclusivo. Anche i brand dell’arredamento possono avere un ruolo 

Se è vero che residenze di lusso sono il barometro dei consumi legati alla ricchezza globale e ai grandi patrimoni, è uno scenario molto interessante quello che viene tratteggiato dalla Global Branded Residence Survey 2025 appena pubblicata da Knight Frank, ovvero un mercato delle branded residences, le residenze a marchio e di lusso, continua la sua ascesa a ritmi sostenuti. Secondo l’analisi dell’agenzia di consulenza immobiliare, infatti, il numero di tali progetti è passato da 169 nel 2011 agli attuali 611, e si prevede che toccherà quota 1.019 entro il 2030. Anche le unità abitative seguono lo stesso trend: dalle 27.000 del 2011 si arriverà a oltre 162.000 nel giro di cinque anni. Una spinta, si comprende, diventata più marcata dal 2023, grazie alla crescente domanda di abitazioni brandizzate e alla volontà delle imprese di settore di presidiare questo segmento premium. Gli analisti si attendono una moderazione in questi tassi di crescita a partire dal 2028, ma non parliamo di una contrazione, perché il settore, si legge nel report, continuerà a crescere trainato da una maggiore diversificazione geografica e dall’ingresso di nuovi marchi non alberghieri. 

I numeri delle branded residences nel mondo

Appunto, diversificazione geografica. La Survey ci ricorda che sì, gli Stati Uniti restano il cuore mondiale delle branded residences, ma il loro peso relativo sta calando in favore del Medio Oriente, dove si registra il balzo in avanti più significativo: i progetti futuri rappresentano il 26,7% del totale, a fronte di un 15,9% attuale. A trainare sono gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita, come vedremo. Nonostante la grande visibilità dei marchi della moda e dell’automotive, si legge nella Survey, l’83% delle residenze con marchio nel mondo resta legato a brand alberghieri. Una quota destinata a ridursi lievemente nei prossimi anni, ma di pochi punti percentuali. I grandi marchi del fashion puntano a valorizzare il proprio heritage e possono offrire questo bagaglio proprio come valore aggiungo sia per le imprese che lavorano allo sviluppo dei progetti, sia a chi vi risiederà.  

I prossimi progetti 

Il numero dei progetti annunciati è tale, da una parte all’altra del globo, da perdere il conto. Kerzner ha annunciato i piani per un resort e residenze One&Only lungo le coste dell’isola di Nacula, nelle Fiji occidentali, e si attende anche il lancio dello One&Only Hudson Valley, considerato un’alternativa agli Hamptons, a soli 90 minuti da Manhattan e in collaborazione con il Culinary Institute of America. Restando negli States, a Miami è previsto per il 2027 lo sviluppo della nuova torre firmata Mercedes-Benz. Guardando all’Europa, l’ex sede parigina del Ministero della Difesa francese diventerà uno dei primi veri progetti di sviluppo residenziale branded della città, lanciato con The Maybourne Residences Saint-Germain. L’apertura, prevista per il 2027, sarà firmata da Pierre-Yves Rochon e Laura Gonzalez. A Londra, tra i progetti più attesi figura il completamento dello sviluppo di Chelsea Barracks, con le ultime residenze, curate da Qatari Diar, lanciate a breve. Knight Frank segnala inoltre che progetti come The Eatons a Belgravia (Native Land) e Cundy Street Quarter a Belgravia (Grosvenor e Lodha), oltre che nuove residenze vicino a South Kensington e Sloane Avenue (tra cui uno di Finchatton e Tribeca) saranno completate nei prossimi cinque anni. Secondo WWD, inoltre, le prime residenze con marchio dello studio francese di interior design Liaigre apriranno a Firenze nel 2027, in collaborazione con Capella Hotels and Resorts. Ancora, Nobu Hospitality è pronta a debuttare nei Paesi Bassi con il lancio delle Nobu Residences Park Meadows Amsterdam e del Nobu Restaurant Amsterdam. Dall’altra parte del mondo, ad Abu Dhabi, nel 2027 verrà completato il progetto delle Nobu Residences a Saadiyat.  Passando così all’area Asia-Pacifico, le Marriott Residences hanno aperto a Saigon e Maison Delano e Radisson Blu inaugureranno le loro residenze brandizzate a Seoul e Phnom Penh nel 2026, seguite dalle Banyan Tree Residences a Manila e da Raffles a Giacarta l’anno successivo. La Porsche Design Tower di Bangkok sarà completata per il 2028. 

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Etro Residences Istanbul

Etro Residences Istanbul

Etro Residences Istanbul

Etro Residences Istanbul

Gianfranco Ferré Residences

Gianfranco Ferré Residences, Ras Al-Khaimah, Emirati Arabi Uniti

Gianfranco Ferré Residences

Gianfranco Ferré Residences, Ras Al-Khaimah, Emirati Arabi Uniti

 Mandarin Oriental Residences Mayfair, Londra

 Lema, Mandarin Oriental Residences Mayfair, Londra

 Lema, Mandarin Oriental Residences Mayfair, Londra

 Lema, Mandarin Oriental Residences Mayfair, Londra

Lema, La Vetta

Lema, La Vetta

Lema, La Vetta

Lema, La Vetta

Progetti non alberghieri 

Concentrandoci in particolare sui marchi non alberghieri, è chiaro il successo dei grandi fashion brand europei, che hanno lanciato le loro residenze firmate a livello globale. Etro Home Interiors ha appena svelato Etro Residences Istanbul, il suo primo progetto immobiliare con marchio, sviluppato in collaborazione con RAMS Global. Anche ONIRO Group ha avviato le vendite delle Gianfranco Ferré Residences a Ras Al-Khaimah, considerata una delle prossime destinazioni emergenti degli Emirati Arabi Uniti. Sempre qui, anche Giorgio Armani ha annunciato l’avvio delle Armani Beach Residences Ras Al Khaimah, che includeranno le prime ville firmate Armani al mondo. Per quanto riguarda il mondo dell’arredamento, si spazia da brand che collaborano al design d’interni di progetti residenziali, a nomi che invece entrano direttamente nel business. Lema ha annunciato la sua partecipazione alle prestigiose Mandarin Oriental Residences Mayfair, situate all’angolo di Hanover Square, uno degli indirizzi più antichi e prestigiosi di Londra. Da tempo, inoltre, la divisione Real Estate di Visionnaire sviluppa progetti che integrano nel residenziale l’attitudine sartoriale della maison, da Dubai a Phuket, passando per Malibu. Lo scorso ottobre è nato Natuzzi Harmony Residences, presentato come il primo progetto residenziale interamente concepito da un brand di arredo e situato su una delle Dubai Islands.  

L’analisi dell’esperto e le opportunità di business

“Prima di tutto, credo sia importante definire la differenza tra aziende di arredamento e studi di interior design, visto che esiste una chiara area di sovrapposizione”, precisa Louis Keighley, responsabile della divisione globale di consulenza per lo sviluppo residenziale di Savills, che a breve pubblicherà il suo atteso report annuale sulle branded residences. “I brand di interior design sono già entrati con successo nel settore. Ciò che a mio avviso è fondamentale tenere presente — e questo vale per qualsiasi tipo di marchio che desideri entrare in questo mercato — è il seguito del brand”. In teoria, continua l’esperto, qualsiasi marchio potrebbe legare il proprio nome a un progetto residenziale, ma ciò che conta davvero è quanto quel marchio sia riconosciuto a livello internazionale. È il seguito del brand, la sua rete, la sua capacità di penetrazione a conferire valore a un progetto immobiliare. “La difficoltà, per un marchio di arredamento, sta nel fatto che gran parte della sua proposta potrebbe già essere inglobata da un brand di interior design, che per natura può godere di un seguito più forte”, continua. Ma bisogna guardare anche ciò che un marchio di arredamento può offrire oltre ai mobili. “Oggi i brand non alberghieri puntano molto sul concetto di lifestyle, sull’esperienza, sulla creazione di comunità di persone con affinità e interessi condivisi. Può un marchio di arredamento competere in un mondo in cui i concorrenti offrono, ad esempio, una delle venti auto esclusive incluse nel prezzo di acquisto, oppure un’esperienza in pista o un accesso privilegiato a eventi automotive (come accade con i marchi automobilistici)?”. Per entrare nel settore delle branded residences, secondo l’esperto, serve quindi un seguito sufficientemente forte da giustificare la brandizzazione immobiliare, attirando un numero adeguato di acquirenti disposti a pagare un premium per questo privilegio. “Uno dei principali ostacoli per i marchi di arredamento, tuttavia, è che nulla impedisce a un acquirente di comprare un appartamento ultra-lusso non brandizzato e arredarlo interamente con mobili firmati dal marchio stesso. Per entrare davvero nel settore, un brand di arredamento dovrebbe offrire di più: qualcosa che giustifichi il premium, che alimenti la domanda”. 

È ovvio che sull’heritage e la fidelizzazione hanno un peso. Ma anche il posizionamento, spiega Keighley: “Attualmente, il segmento del lusso rappresenta circa il 70% dei progetti completati e oltre il 60% di quelli in pipeline; pertanto, un marchio di arredamento dovrebbe inevitabilmente posizionarsi nell’area del lusso”. Un’alternativa, conclude, potrebbe essere un ingresso nel settore tramite collaborazione con altri brand, alberghieri o non. Per quanto riguarda le regole di ingaggio, queste variano notevolmente da marchio a marchio, ma è inevitabile che vi sia una fee di licenza per ogni vendita: “Inoltre, un marchio di arredamento avrebbe probabilmente bisogno di un operatore in white label per gestire e amministrare le residenze, con modalità fortemente legate al contesto geografico”. 

Il prossimo report annuale globale di Savills è previsto per la fine di ottobre. Keighley anticipa che la crescita del settore negli ultimi anni e quella attesa nei prossimi parla da sé: “Oggi ci sono 790 progetti completati a livello globale e oltre 855 in pipeline con consegna prevista entro il 2032. Si tratta di più di 225 brand in oltre 105 Paesi”. Uno dei motivi per cui osserviamo una crescita così straordinaria e costante nel branded residential è la capacità del prodotto di raggiungere un pubblico globale e di adattarsi a diverse geografie, ricorda. “Se si colloca il giusto prodotto, con il giusto brand, nella giusta location, il progetto avrà un enorme successo”. Certo, ili acquirenti di immobili brandizzati non sono necessariamente legati a una sola geografia: “È il brand ad allargare la base degli acquirenti. E con la crescente mobilità internazionale, questo modello residenziale risulta ulteriormente rafforzato”. Un segnale particolarmente significativo è l’impegno dei marchi, conclude Keighley: “Non parliamo di una pipeline impressionante solo per i prossimi 1 o 2 anni, ma di una prospettiva di crescita importante su un orizzonte di oltre 5 anni. Per i brand, la quota di mercato futura conta spesso più delle dinamiche di mercato attuali”. 

22 settembre 2025
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