La r-evoluzione pop e impegnata di PJ Natuzzi nel marchio di famiglia

Pasquale Junior Natuzzi Ph Alberto Zanetti

Pasquale Junior Natuzzi Ph Alberto Zanetti

Un parterre de rois di designer per la nuova collezione, che intercetta il cambiamento del quotidiano

Alla design week dello scorso settembre Natuzzi Italia ha decisamente sparigliato le carte. Presentando una collezione corale con grandi nomi della scena contemporanea. Formafantasma, Sabine Marcelis, Elena Salmistraro, Marcel Wanders studio, Patrick Norguet, Lorenza Bozzoli, Marco Piva e Massimo Iosa Ghini sono stati invitati a progettare arredi per la nuova normalità. “The Circle of Harmony. Live the Transition” è il tema/titolo della collezione. Abbiamo incontrato Pasquale Junior Natuzzi, nato a Bari nel 1990 e terzo figlio di Pasquale Natuzzi, che nel lontano 1959 in Puglia ha fondato l’azienda, quotata a Wall Street dal ’93. Giovane e con le idee chiare su come r-evoluzionare il marchio - direbbe lui - oggi PJ è Chief Creative & Marketing Officer, Regional Manager Emerging Markets e Global Business Contract Channel Director, nonchè membro del Consiglio Generale di Federlegno, scelto alla guida della Sustainability Task Force della Federazione. “In questi anni di lavoro in azienda ho viaggiato molto, mi sono connesso con il mondo dell’arte, della moda, della creatività a tutto tondo, intessendo relazioni che ho portato nell’ecosistema Natuzzi”, esordisce. “Circle è connettere queste essenze per far evolvere il marchio, mantenendone il DNA, ma con una nuova prospettiva. Ci sarà insomma sempre qualcuno che fa un ottimo divano, io vorrei fare qualcosa di sufficientemente diverso”, continua PJ.

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 Natuzzi Italia, Apulo by Formafantasma

Come hai convinto i nuovi designer a salire a bordo?

Direi con l’empatia. Dare un brief che rispetti i limiti di un’economia sostenibile e di scala di una grande azienda come la nostra, che si leghi alla mediterraneità del marchio, all’heritage della Puglia è stata una sfida avvincente per i collaboratori. Avevo in mente temi precisi, che vorrei sviluppare ulteriormente: le case di dimensioni ridotte, gli arredi multifunzionali, lo smart working, ad esempio.

Così arriviamo al sottotitolo della collezione: Live the Transition. Me lo racconti?

Sono convinto che piuttosto che dire che la bolla del lockdown ha fermato il mondo dobbiamo chiederci come reagire a questo terremoto. La transizione non è domani, è una situazione che viviamo tutti i giorni, occorre interpretarla con progetti attuali. Viviamo in un mondo così disruptive che il cambiamento è quotidiano. L’idea del cerchio è una sorta di ancora di salvezza, è l’obiettivo di creare un mondo sostenibile stabilendo un concreto legame tra gli individui”. PJ aggancia concetti filosofici sull’Antropocene molto attuali, con intuizioni pop.

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Natuzzi Italia, BLOCK sofa PATIO coffee table by Sabine Marcelis

Hai citato il termine sostenibilità. Anche in questo caso si tratta di una transizione, quella ecologica, oggi urgenza ma anche investimento. Cosa state facendo in azienda?

In Natuzzi stiamo lavorando molto su questo principio. È un processo lungo, e non amo chi fa del greenwashing. Abbiamo pannelli fotovoltaici nei nostri headquarters e il 55% dell’energia proviene da fonti rinnovabili, facciamo molta ricerca sui materiali e abbiamo una forte corporate responsibility. Ogni settimana faccio riunioni sul tema. Sostenibilità per noi è però anche pensare alla produzione, abbiamo avuto bisogno di urlare al mondo che ci siamo e abbiamo una posizione di leadership nel settore, ma adesso è ora di scaricare a terra, pensare a posizionare i tanti nuovi prodotti nei nostri circa 400 monomarca nel mondo e rallentare, il ritmo post pandemico da noi in realtà è già un mantra.

Dal ’59 a oggi Natuzzi ha avuto una forte evoluzione. Vedi un fil rouge?

“Ti direi che la nostra è la filosofia delle 3V: value for money, volume, visual comfort”, risponde PJ, con l’inglese perfetto di chi ha una madre americana.

E domani cosa accade PJ?

Sto lavorando a creare un lifestyle mediterraneo, passando da una visione prodotto-centrica a, magari tra dieci anni, avere boutique hotel, caffè e concept stores Natuzzi Italia. E desidero continuare a indagare i nuovi scenari: IOT, arredi per piccoli spazi e anche self-assembling sono per me il futuro. Ma il driver resta sempre uno: fare prodotti che durano nel tempo. E fare di tutti questi temi un argomento sexy. Pian piano sto trovando quello che cerco.

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Natuzzi Italia, Anemonia mirror by Elena Salmistraro

1 novembre 2021