Interior design: l’estetica pulita ma provocatoria di Nanda Vigo
Da Lo Scarabeo Casa Sotto la Foglia agli Ambienti Cronotopici, la ricerca dell’architetta e designer soprannominata “regina della luce“
La strada che intreccia arte e design è costellata di grandi personalità, geni artistici che hanno con la loro opera saputo influenzare gli anni a venire. Una di queste è senza dubbio Nanda Vigo, architetta, designer, artista, figura poliedrica e sperimentale. Classe 1936, scomparsa nel maggio 2020, ha fondato il suo studio a Milano nel 1959, dopo aver studiato al Politecnico di Losanna e aver trascorso un periodo a Taliesin, in Arizona, alla Scuola di Architettura di Frank Lloyd-Wright.
In un’epoca, gli anni '60, in cui erano poche le donne a riuscire a farsi strada nel mondo dell’arte e del design, diventa un punto di riferimento: "Il divertente è che in quegli anni, in cui avevo iniziato a operare, non mi ero resa conto di essere differente rispetto ai maschietti. Lo scoprii in malo modo quando artisti prima e critici dopo mi chiesero prestazioni extra dall’operare artistico per cui o diventavo parte del solito meccanismo “imperialista”, o ero fuori. Così, ero spesso “fuori”, e il mio folle innamoramento per un artista (Piero Manzoni, ndr) non mi ha certo aiutato. Anzi, se volevo stare con lui, dovevo smettere di lavorare, l’artista in famiglia sarebbe stato solo lui e basta. Diceva: Non siamo la famiglia Curie", ha dichiarato in un’intervista a Harper’s Bazaar.
"A cosa mi ispiro? Alla luce. La luce è determinante per le forme, per gli oggetti, per un’ambientazione totale. La luce va e non ha dimensione, e si può viaggiare molto lontano", dichiarava. Non per niente nel tempo Nanda Vigo è stata soprannominata Regina della luce: la sua esplorazione, in tutta la sua attività, è sempre stata improntata alla ricerca del conflitto/armonia tra luce, spazio e tempo, che le ha fatto conquistare critica e pubblico (ha partecipato a 112 mostre personali e 485 collettive).
Compagna di vita di Piero Manzoni, negli anni '60 entra in contatto con Lucio Fontana, che predica lo Spazialismo (non più oggetti da esporre come merce in vendita ma spazio in cui esistere), con il quale collaborerà; con il Gruppo Zero in Germania; con personalità artistiche come Gio Ponti e Ettore Sottsass, anche se la sua speculazione non può essere identificata con un’unica corrente. Del ’64 è la sua Teoria della Cronotopia, da cui derivano i suoi celebri Ambienti Cronotopici, spazi immersivi e abitativi in cui vivere l’esperienza di un ambiente totale caratterizzato da una luce pura e assoluta, attraverso l’utilizzo di quella artificiale e di nuovi materiali tecnologici con elevate proprietà riflettenti/rifrangenti come vetri stampati, acciai, specchi, unitamente alla monocromia di colori come il bianco, blu, giallo, nero, impiegati in modo da farli sembrare “scaturire direttamente dalla luce”.
Per quanto riguarda la spazialità e la vivibilità degli ambienti, è del 1968 la collaborazione con Gio Ponti alla casa Lo Scarabeo Sotto La foglia, nata con il patrocinio del collezionista d’arte Giobatta Meneguzzo. Situata a Malo, in provincia di Vicenza, la casa è il risultato della progettazione architettonica di Ponti con interni della Vigo che ha utilizzato la monocromia di piastrelle di ceramica bianca Gres 20x20 cm alternata a inserimenti di pelliccia sintetica grigia. I mobili vengono collocati in una maniera del tutto originale nello spazio che si presenta continuo, aperto, a pianta centrale e privo di porte. Anche la scala ellittica che conduce al piano superiore è rivestita di pelliccia. Il risultato è un’atmosfera straniante e al contempo avvolgente, sottolineata da un’accecante luce perimetrale e da elementi cronotopici. Meneguzzo ha poi collocato in questo ambiente attutito e senza tempo la sua collezione di opere di Lucio Fontana, Enrico Costellani, Julio Le Parc, Domenico "Mimmo" Rotella, Raymond Hains, Agostino Bonalumi, Turi Simeti e molti altri.
Ha commentato la designer su Domus: "Critici e colleghi dicono: Un letto matrimoniale nel centro di un soggiorno? Disumano! Come si fa a vivere in una casa senza porte? È pazzesco! Eppoi, tutto quel rivestimento di ceramica e neon? Assurdo!… Bene, trovo più assurde certe posizioni e produzioni di certi colleghi che utilizzano la loro professione come attestato di buona condotta per imporre i loro prodotti pseudoconsumartistici".
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