La sorprendente dualità dell’architettura in Arabia Saudita

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La nuova identità architettonica dell’Arabia Saudita si basa sull’incontro tra innovazione e tradizione, sostenibilità e valorizzazione del paesaggio. Vi raccontiamo questa visione attraverso una selezione di progetti costruiti da studi internazionali
 

Non c’è un Paese del Medio Oriente che, negli ultimi anni, abbia saputo far convivere tradizioni antiche e innovazioni ardite quanto l’Arabia Saudita. Il paesaggio architettonico saudita è espressione della visione del Paese, che intende unire armoniosamente tradizioni secolari e tecniche tramandate nel tempo a una prospettiva proiettata verso il futuro.

Il principe ereditario Mohammed bin Salman ha recentemente annunciato un’iniziativa volta a promuovere l’integrazione tra le diverse tradizioni costruttive locali e i nuovi sviluppi architettonici del Regno.

 L’obiettivo è creare aree urbane moderne, ma al tempo stesso capaci di armonizzarsi con gli edifici tradizionali esistenti e con i paesaggi naturali circostanti. All’interno di una nuova piattaforma online dedicata al programma è inclusa la Saudi Architecture Characters Map: uno strumento che individua le 19 regioni del Paese e ne descrive il paesaggio naturale, l’architettura locale e i metodi costruttivi tradizionali. 

Il Programma per l’Architettura Saudita comprende anche linee guida progettuali flessibili, articolate in tre macrocategorie stilistiche – tradizionale, di transizione e contemporanea – con l’intento di promuovere la creatività progettuale e, al contempo, salvaguardare l’autenticità architettonica di ogni città e regione del Regno. Non c’è modo migliore di illustrare questo approccio se non attraverso una selezione dei più significativi casi studio realizzati di recente in Arabia Saudita. Alcuni dei migliori studi di architettura al mondo si sono confrontati con la cultura e il paesaggio locali, offrendo interpretazioni sempre diverse e stimolanti.

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Giò Forma, Design Space AlUla, AlUla

Design Space AlUla è la prima galleria permanente di AlUla, un’oasi nel deserto saudita dove archeologia, architettura e paesaggi rocciosi si fondono in un insieme unico. Lo studio italiano Giò Forma ha progettato un edificio in corten, cemento e vetro che trae ispirazione dai portali frangivento utilizzati nelle architetture locali. I pattern utilizzati in facciata – sia sulla piazza pubblica sia sulle corte interna – riprendono i motivi tradizionali delle mashrabiya, favorendo la ventilazione naturale degli interni, e schermando i raggi solari diretti.

esterno di Design Space AlUla, AlUla, Arabia Saudita

Giò Forma, Design Space AlUla, AlUla, Arabia Saudita, 2024. Ph. Shoayb Khattab

AW2 Architecture & Interiors, Banyan Tree AlUla Resort, AlUla

AW2 Architecture & Interiors trae ispirazione dall’architettura nomade dei beduini per offrire un’esperienza che unisce lusso contemporaneo, rispetto per l’ambiente e immersione nel paesaggio. Il progetto si trova ad AlUla, di cui celebra i colori della terra, integrando le ville tra le formazioni rocciose. L’approccio, definito “light touch”, mira a integrarsi – o meglio, mimetizzarsi – nel paesaggio desertico piuttosto che imporsi su di esso. Le residenze, con dimensioni variabili da una a tre stanze, sono realizzate in mattoni di terra compressa e sormontate da una tensostruttura. Quest’ultima genera spazi esterni coperti e protetti che estendono gli ambienti abitativi verso il deserto, creando una continuità fluida tra interno ed esterno.

esterno Banyan Tree AlUla Resort, AlUla, Arabia Saudita

AW2 Architecture & Interiors, Banyan Tree AlUla Resort, AlUla, Arabia Saudita, 2022. Ph. Reda Amalou e Stéphanie Ledoux

Zaha Hadid Architects, KAPSARC, Riyadh

Il progetto di Zaha Hadid Architects per il KAPSARC (King Abdullah Petroleum Studies and Research Centre) rappresenta spazialmente la missione del centro di ricerca, dedicato allo studio di modalità efficienti e innovative per l’uso dell’energia. L’edificio risponde alle condizioni climatiche dell’altopiano di Riyadh ed è progettato per minimizzare il consumo di energia e di risorse. L’organizzazione degli spazi si basa su un sistema modulare cellulare che integra i vari dipartimenti di ricerca in un insieme unitario di ambienti interconnessi. L’edificio ha ottenuto la certificazione LEED Platinum ed è considerato uno degli edifici più “smart” dell’Arabia Saudita.
 

King Abdullah Petroleum Studies and Research Centre, Riyadh, Arabia Saudita

Zaha Hadid Architects, KAPSARC – King Abdullah Petroleum Studies and Research Centre, Riyadh, Arabia Saudita, 2017. Ph. Hufton+Crow

Syn Architects, Shamalat Cultural Center, Riyhad

Una vecchia casa in terra cruda, adottata e trasformata in un centro culturale contemporaneo, composto da una galleria, una residenza per artisti, un laboratorio, una caffetteria e uno spazio commerciale. Per la ristrutturazione, Syn Architects adotta un approccio sperimentale, che si articola in due fasi: restauro e ampliamento. Con grande sensibilità, l’intervento ha preservato gli elementi più significativi della struttura originaria, e introdotto al contempo soluzione architettoniche contemporanee.

Shamalat Cultural Center, Riyhad, Arabia Saudita

Syn Architects, Shamalat Cultural Center, Riyhad, Arabia Saudita, 2023. Ph. Laurian Ghinitoiu

Foster + Partners, Stazioni ferroviarie della linea Al Haramain

Foster + Partners ha realizzato quattro stazioni per la linea ferroviaria ad alta velocità che collega le principali città saudite. Le stazioni sono concepite come quattro porte urbane, dalla struttura modulare e differenziate per colore: oro per La Mecca, verde per Medina, viola per Jeddah e blu-argento per King Abdullah Economic City. Foster + Partners rielabora in chiave contemporanea l’arco islamico, con archi alti 25 metri sostenute da “alberi strutturali”. Diverse tipologie di facciata seguono le tipologie di esposizione: pareti opache sono utilizzate dove non è necessario contatto visivo, mentre gli ingressi vetrati sono protetti da mashrabiya esterne e ampie pensiline aggettanti.

Stazioni ferroviarie della linea Al Haramain, Arabia Saudita

Foster + Partners, stazioni ferroviarie della linea Al Haramain, Arabia Saudita, 2017. Ph. Nigel Young

Schiattarella Associati, Diriyah Art Futures, Diriyah

Progettato dallo studio italiano Schiattarella Associati, Diriyah Art Futures è il primo hub del contemporaneo per l’arte digitale e i new media dell’Arabia Saudita. Il progetto dialoga con il patrimonio e la tradizione architettonica locale, e si pone in continuità materica con il paesaggio naturale. Obiettivo principale del complesso è quello di ricucire le parti urbane di al-Diriyah, area oggi in grande trasformazione, e quelle agricole del Wadi Hanifah.

Diriyah Art Futures, Diriyah, Arabia Saudita

Schiattarella Associati, Diriyah Art Futures, Diriyah, Arabia Saudita, 2024. Ph. Hassan Al Shatti

Snøhetta, Ithra – King Abdulaziz Center for World Culture, Dhahran

Un’architettura concepita come complesso monolitico si staglia nel paesaggio arido e roccioso di Dhahran. Si tratta dell’Ithra – King Abdulaziz Center for World Culture, progettato da Snohetta, un centro culturale in cui i cinque volumi ospitano funzioni diverse ma complementari: la Torre, con uffici e spazi per la ricerca; la Biblioteca, che conserva oltre 200.000 libri; l’Auditorium, destinato a conferenze, spettacoli ed eventi; la Grande Sala, galleria espositiva dedicata alle mostre; e infine il Keystone, che connette simbolicamente e funzionalmente tutti gli altri spazi.

King Abdulaziz Center for World Culture, Dhahran, Arabia Saudita

Snøhetta, Ithra – King Abdulaziz Center for World Culture, Dhahran, Arabia Saudita, 2017. Ph. courtesy Snøhetta

29 ottobre 2025
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