Salone Selection Stratigrafie danesi: pratiche materiali e visioni etiche ai 3daysofdesign 2025 Testo di Marilena Sobacchi Aggiungi ai preferiti 3daysofdesign 2025 - Ph. Sam Harrons Non una fiera, ma un’ecologia culturale – un intreccio di voci, materiali, gesti e narrazioni che parlano di sostenibilità, autenticità, bellezza consapevole Copenaghen, giugno 2025: la città appare come un sistema aperto, inclusivo, diffuso. 3daysofdesign torna con il tema diretto Keep It Real. Un invito esplicito a celebrare l’espressione individuale e l’esperienza autentica, in un momento in cui la complessità del mondo impone una riflessione più lucida sul ruolo del progetto. Meno rumore, più verità; meno forma, più sostanza; meno consenso, più posizionamento. L’appello curatoriale era rimanere fedeli alla propria visione senza farsi definire dalle aspettative del mercato.La geografia del festival è policentrica. Frederiksstaden, Nordhavn, Refshaleøen, Christianshavn e il centro storico diventano palcoscenici urbani dove si confrontano approcci, materiali e modelli produttivi. Non esiste un luogo dominante. Ogni distretto raccoglie proposte con pari rilevanza e costruisce una narrazione propria. Nessun evento ha il compito di rappresentare l’intero festival. Tutti sono parte di un ecosistema che si fonda su coerenza, apertura, circolarità.Frederiksstaden si conferma uno dei distretti più significativi per comprendere l’evoluzione del design nordico in chiave contemporanea. Tra architetture rococò, ambasciate e showroom storici, questa zona centrale è teatro ideale per un dialogo tra autenticità, know-how e sperimentazione. È qui che si concentra una parte rilevante della riflessione sull’artigianato e sul progetto come veicolo di identità. All’Odd Fellow Palace, la collettiva Framing riunisce 45 aziende con una forte impronta materica. Arper porta Catifa Carta 53, seduta con scocca in PaperShell ottenuta da scarti di lavorazione del legno: un progetto industriale a impatto negativo certificato, che reinterpreta un classico della produzione. La collezione Passage di Kettal, firmata da Ronan Bouroullec, esplora il tema della transizione con una struttura in alluminio riciclato e una versatilità intelligente. Desalto celebra i 10 anni del tavolo Clay di Marc Krusin trasformando lo spazio in una scacchiera di volumi e materiali, il cui progetto è firmato da Francesco Rota. Nikari presenta una nuova versione del tavolo Linea KVP11 di Kari Virtanen: un design modulare che integra soluzioni tecnologiche senza alterare la purezza del legno. L’installazione An Italian Affair di Ethimo è una narrazione scenografica dell’outdoor italiano, tra tradizione artigianale e linguaggio moderno: ogni pezzo racconta un equilibrio tra natura, estetica e benessere, in un dialogo genuino con l’ambiente circostante. Woodnotes espone una collezione ispirata ai colori dell’acqua, in cui carta, lino e lana si combinano per evocare la natura finlandese con sobrietà e raffinatezza. L’uso innovativo del filato di carta conferma la personalità del brand, tra artigianato, sostenibilità e purezza formale. Luceplan porta Dix Bougies Petite di Odile Decq, un corpo illuminante sospeso e scomposto che richiama il gesto del fuoco e dell’equilibrio. Presente anche Brokis con Under Pressure di Boris Klimek e Lenka Damová, che cattura il momento in cui il vetro fuso si trasforma in oggetto, sospeso tra forza e fragilità. Lasvit debutta con una selezione di progetti che esplorano la versatilità del vetro, tra precisione tecnica e forza espressiva: Miles e Nebula sono firmati da Yabu Pushelberg e Claesson Koivisto Rune. Secto Design torna con le sue iconiche lampade in legno di betulla certificato, realizzate a mano in Finlandia. 3daysofdesign 2025 - Ph. Matteo Bellomo 3daysofdesign 2025 - Ph. Matteo Bellomo Bjarke Ingels Group - Ph. Sam Harrons 3daysofdesign 2025 - Ph. Stefania Zanetti 3daysofdesign 2025 - Ph. Stefania Zanetti 3daysofdesign 2025 - Ph. Matteo Bellomo Material Matters - Ph. Sam Harrons FRAMING - Ph. Sam Harrons Il distretto si estende oltre il palazzo, comprendendo boutique, gallerie e spazi istituzionali dove i brand combinano memoria e innovazione. Tra questi, Astep trasforma il proprio showroom in una “capsula del vetro” con Material Reflections, un’esposizione che esplora l’interazione tra luce, forma e materia. Protagonisti due nuovi pezzi: Upglas di Luca Nichetto, scultura-lampada ottenuta da frammenti di vetro di Murano rigenerato, e Pepa di Francesco Faccin, lampada portatile che fonde tradizione artigianale e design contemporaneo. Entrambe raccontano l’approccio del brand: innovazione responsabile, residui trasformati in risorse, visione tecnica al servizio della narrazione luminosa. L’esposizione Enter the Salon, all’interno della residenza storica The Conary, curata da Signe Hytte, ricrea l’atmosfera di un salotto borghese, pensato come spazio di dialogo e contemplazione: qui spiccano arredi in legno dalle linee essenziali firmati da Norm Architects e Keiji Ashizawa, mentre Linie Group espone tappeti artigianali dalle texture naturali. L’allestimento valorizza la coerenza materica, la luce calda e il ritmo silenzioso degli oggetti. Arrivando, poi, al quartiere di Christianshavn, Material Matters, alla sua prima edizione fuori dal Regno Unito, si impone come uno dei progetti più articolati sul tema dei materiali. L’ex magazzino Gammel Dok ospita una serie di installazioni capaci di unire ricerca progettuale e intelligenza produttiva. Al piano terra, No.1 Common tre progetti che mettono in discussione l’idea di “qualità” nel legno, valorizzando venature, nodi e variazioni cromatiche normalmente escluse dalla produzione. Al piano superiore, Hydro racconta il ciclo virtuoso dell’alluminio riciclato con 100R, progetto sviluppato nel raggio di 100 km, riducendo le emissioni di trasporto del 90% che dà vita a una collezione firmata da designer come Sabine Marcelis, Keiji Takeuchi, Cecilie Manz, Daniel Rybakken e Stefan Diez. Accanto a questi, realtà emergenti propongono nuove grammatiche della materia: Aifunghi lavora con micelio e fibre di canapa, Abalon sperimenta una porcellana biomateriale 3D-printable e Patch Design ricicla reti da pesca. Il progetto Material Resistance, ospitato da Ukraine House in Denmark, riflette, infine, sulle possibilità del design in zone di conflitto, documentando processi produttivi resilienti e approcci alternativi al reperimento dei materiali. Un'esposizione che non si limita a mostrare oggetti, ma articola un discorso politico e ambientale sulla cultura materiale contemporanea. Nel distretto industriale di Refshaleøen e nell’area di Nordhavn – simbolo della rigenerazione urbana copenaghense e modello di quartiere sostenibile –, il design assume una dimensione sperimentale. Qui si ospitano performance, installazioni ambientali e progetti di ricerca. Spicca il simposio galleggiante AI & I, dedicato al rapporto tra intelligenza artificiale e creatività progettuale. Un confronto orizzontale che ha coinvolto designer, ricercatori, curatori e policy maker, moderato da Max Fraser e Ineke Hans. Le questioni emerse riguardano il ruolo dell’errore, la conservazione del sapere tattile, la progettazione empatica. Una delle tappe più significative è la sede di BIG – Bjarke Ingels Group, dove l’architetto ha ospitato Materialism. Il progetto è parte della sua guest editorship per la rivista Domus: 12 numeri, ognuno dedicato a un materiale. A Copenaghen, BIG mette in scena un percorso espositivo centrato sui primi sette: pietra, terra, cemento, metallo, vetro, legno e tessuto. A ogni materiale corrisponde un progetto dello studio, una scultura materica in forma di cubo e una serie di contenuti editoriali, visuali e sonori che ne illustrano l’impatto nell’ambiente costruito. Il programma si arricchisce con talk e conversazioni aperte, tra cui gli incontri con il team editoriale di Domus, con designer come Omer Arbel, e con gli architetti dello studio. Occasioni per riflettere sul rapporto tra materia e forma, tra pensiero progettuale e risorse tangibili, dentro una narrazione che unisce rigore curatoriale e accessibilità divulgativa. Nel centro, tra Nyhavn e Kongens Nytorv, la città torna a essere vetrina internazionale. Flos apre con una duplice presenza che sottolinea la propria doppia anima, tra sperimentazione decorativa e innovazione architetturale. In questo distretto, presso la Martin Asbæk Gallery, l’azienda italiana mette in scena sei collezioni di lampade decorative firmate da un parterre internazionale di designer: tra queste, Linked di Michael Anastassiades — una sequenza sospesa di elementi geometrici connessi da un gesto di continuità — e Maap di Erwan Bouroullec, una forma organica e riflettente che lavora sull’effetto scultoreo della luce nello spazio. Nello spazio industriale di Kuglegården, invece, Flos Architectural presenta The Glowing Track, un sistema modulare di illuminazione a binario capace di fondere performance tecnica e presenza estetica. Anche Louis Poulsen presenta nel quartiere nuove proposte che ne consolidano la vocazione: custodire il patrimonio del design scandinavo, rigenerandolo con linguaggi internazionali.Nel cuore del centro storico di Copenaghen, il distretto di Rosengård si offre come spazio di sguardo critico e riflessione autentica sul design contemporaneo. Un tempo enclave murata, oggi è un quartiere aperto che invita a superare costrizioni, a esplorare la propria verità senza omologazione. Qui, l’atmosfera è intima ma vibrante: vicoli acciottolati, gallerie raccolte, boutique e caffè convivono con installazioni di spessore culturale e visivo. Protagonisti sono Artek + Marimekko, che nello store Marimekko propongono un’inedita capsule incentrata sui celebri pattern Arkkitehti di Maija Isola applicati ai classici sedili in betulla di Alvar Aalto — rilettura inedita aperta da un’installazione curata da Linda Bergroth, in anteprima assoluta.Nel distretto Holmen, antica area navale oggi riconvertita, si indaga il rapporto tra memoria industriale e nuove espressioni. Gli spazi dell’ex Arsenale hanno ospitato installazioni immersive che hanno messo in discussione il confine tra funzione e performance. Qui, la trasformazione urbana si lega alla trasformazione del pensiero progettuale. Ad Amerikakaj, invece, ex punto di partenza per i transatlantici, si concentra il lavoro sul tema dell’atmosfera. L’illuminazione è il medium privilegiato per riflettere su comfort ambientale, qualità percettiva e benessere. È un distretto che lavora sulla soglia tra interno e paesaggio, tra luce tecnica e narrazione.A termine di questa tre giorni, il tema Keep It Real appare, allora, non solo una dichiarazione curatoriale, ma una direzione concreta. È un richiamo a lavorare con onestà intellettuale, a disegnare prodotti con un pensiero critico e con processi misurabili. La sostenibilità è un parametro di progetto. Si traduce in durata, reversibilità, responsabilità collettiva. 3daysofdesign 2025 conferma la capacità di Copenaghen di funzionare come piattaforma di scambio tra industrie, ricerca e pubblico, luogo in cui il design è infrastruttura culturale: interroga il tempo, l’ambiente, la società con una voce nitida, responsabile, autentica. Ed essere autentici, oggi, significa assumersi la responsabilità di ciò che si propone al mondo. 26 giugno 2025 Share
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