Nel suo ultimo libro, la curatrice italiana spiega perché i musei del design debbano mutare pelle. Trasformandosi in epicentri di ricerca e inclusione per l’intera filiera del progetto
Il SaloneSatellite debutta in Giappone: parola a Marva Griffin

Marva Griffin Wilshire, fondatrice e curatrice del SaloneSatellite
Una conversazione con la fondatrice e curatrice della Manifestazione dedicata agli under 35, che quest’anno approda a Expo Osaka 2025, arricchendo il palinsesto del Padiglione Italia
Ha visitato, solo da novembre 2024, più di 14 Paesi con centinaia di check-in, scali, voli e aeroporti. Marva Griffin, Ambasciatrice delle Relazioni internazionali del Salone del Mobile.Milano e ideatrice e fondatrice del SaloneSatellite, è una trottola che non si ferma mai.
“Quest’anno, per la prima volta, vacanze italiane ad agosto. Riposo in Toscana, per poi partire per il Giappone. Direzione Expo 2025 di Osaka: la Collezione Permanente del SaloneSatellite debutta nel Paese del Sol Levante, ospite speciale del Padiglione Italia”.
Settembre è il mese più importante e il padiglione italiano è quello più visitato, ci sono code lunghissime per poter entrare. Ci è arrivata una richiesta per i giovani, perché ora tutti li vogliono. Quando ho iniziato, 26 anni fa, nessuno se ne occupava in città durante il Salone del Mobile. Come corrispondente per l’Italia di Les Publications Conde Nast France e The Conde Nast Publications USA, andavo dai ragazzi, da quei pochi che potevano permettersi di presentare le loro cose. Ricordo bene quando andai a parlare con l’amministratore delegato del Cosmit Manlio Armellini. Nacque il SaloneSatellite che oggi gira il mondo.
La scelta verte sui prodotti realizzati dalle imprese italiane, per celebrare l’incontro fra creatività internazionale e industria italiana promossa fin dalla sua prima edizione del 1998. Un dialogo che ha permesso a tanti giovani designer di trovare un terreno fertile per crescere, confrontarsi con l’eccellenza manifatturiera italiana e dare forma alle loro visioni. Un omaggio al prototipo, a quel momento in cui tutto comincia: oggetti che oggi raccontano non solo la storia di un talento emerso, ma anche quella di una collaborazione culturale e produttiva. Non mi chieda di sceglierne uno, per me sono tutti uguali, come fossero figli. Tutti sono importanti.
Portiamo Carlo Contin con Satellite presentato nel ‘99. Ero a New York, perché faccio parte dell'Architecture and Design Committee del MoMA, e mi accorgo che la fruttiera è prodotta dal MoMA Design Store. Una sorpresa stupenda. Ci sono Patrick Jouin con Ester Lounge per Padrali e Daniel Ribakken le lampade Counterbalance per Luceplan che hanno vinto il Compasso d’Oro. Per non parlare di Oki Sato dello Studio Nendo, il tavolino Chab per DePadova e l’appendiabiti Koeda per Cappellini.
I loro lavori illustrano un processo di crescita capace di valorizzare l’identità culturale mantenendo uno sguardo aggiornato sul presente. Abbiamo anche altri prodotti, oggetti visionari che raccontano il valore culturale e produttivo del ponte tra Giappone e Italia. Seasons di Nao Tamura per Covo, un servizio da tavola che interpreta con sensibilità poetica il ciclo naturale delle stagioni, l’alzata portafrutta Giava di Makoto Kawamoto per Aliantedizioni, la teiera Kumo di Takahide Sano per Massimo Lunardon, Cultivate Collection di Yuri Himuro per cc-tapis e la lampada sospesa Water del collettivo Aatismo per Giorgetti.
Proprio come il SaloneSatellite: è aperto a tutte e tutti giovani designer provenienti dal mondo. È il luogo dove talento e industria si incontrano senza barriere. È un dialogo costante non solo tra creatività e azienda, ma anche tra generazioni. La selezione della Collezione Permanente che portiamo in Giappone, in realtà conta oltre 400 prodotti frutto di altrettanti incontri riusciti fra progettisti e aziende, si trova presso l’Artwood Academy di Lentate sul Seveso, nel cuore della Brianza.
Da più di 25 anni il SaloneSatellite è una fetta fondamentale della cultura perché rappresenta sogni provenienti dal mondo. Oltre alla Collezione Permanente, a Lentate sul Seveso c’è anche una scuola, un archivio e un laboratorio che forma figure professionali per la filiera del legno-arredo italiana. Vogliamo promuovere una conoscenza profonda del progetto che è condizione necessaria per trasformare le idee in oggetti, e gli oggetti in cultura. Ci leghiamo anche al tema dell’Expo Designing Future Societies for our Lives: questa cultura crea un mondo migliore.
Forse lo stare insieme in un luogo da 25 anni è la vera energia del SaloneSatellite. Dedicato ai giovani talenti, è un ecosistema dinamico per il business e le relazioni tra tutti i protagonisti del settore. È il loro luogo di incontro. È un laboratorio di contaminazione e pensiero critico e una destinazione fisica e digitale per la comunità globale del design, attiva 365 giorni l’anno. Non solo, anche a livello umano. Ci sono designer che si sono incontrati, piaciuti, amati.
Conosco tanti ragazzi che si sono innamorati e sposati, c’è una coppia che ha avuto un bambino che chiamo Satellito. E poi studi, infiniti giovani che hanno deciso di fondare uno studio insieme. Tornano nei loro Paesi, Serbia, Cina, Scandinavia per fare design insieme.
Che cosa è il SaloneSatellite se non un vivaio? È un orto di sogni che si avverano. Nonostante tutto quello che accade oggi nel mondo, quel sogno, di progettare, costruire, cambiare, nei più giovani resta. La sostenibilità, ad esempio, c’è sempre stata prima che diventasse di moda. Mio fratello mi dice sempre che la mia energia nasce proprio dal mio stare a stretto contatto con loro. Quest’anno abbiamo avuto un record di iscrizioni al SaloneSatellite, sono più di 700 le candidature. Cosa significa questo? Che il sogno c’è e va coltivato. Con il genio, il talento, ma con tanto, tantissimo impegno.