Ed Stocker, Europe Editor at Large di Monocle, restituisce una panoramica del debutto dell’iniziativa del Salone del Mobile.Milano per conoscere visioni, intuizioni, pratiche di ricerca dei protagonisti provenienti da tutti gli ambiti del mondo dell’illuminazione
Nika Zupanc e la Deep Collection di Natuzzi

Sembra nascere dalle onde del mare Adriatico questa collezione in cui è davvero facile sprofondare. Una serie di arredi che sono, in primis, esperienze emotive, capaci di regalare comfort e serenità.
Si ispira al mare Adriatico questa collezione, nata per avvolgere confortevolmente l’anima, come non solo la profondità e la vastità degli oceani sanno fare ma anche questo nostro mare. L’Adriatico riesce a trasmettere quell’eterna sensazione di “casa” sempre presente, mai mutevole, rassicurante e rilassante che io e tutto il team Natuzzi Italia conosciamo molto bene. Questo mare rappresenta in modo bello e significativo la nostra casa comune ed è il luogo di nascita spirituale della collezione.
La collezione mira a essere profonda e responsabile verso le nostre radici e il nostro ambiente, fedele alla nuova filosofia di design che Natuzzi Italia e io abbiamo scelto di condividere ed esprimere attraverso la nostra collaborazione.
In prima battuta, l’aspetto più importante è stata la storia da raccontare e l’idea creativa, il significato simbolico della collezione che, d’altra parte, già prevedeva una determinata selezione di materiali. Penso, infatti, che i due concetti siano inseparabili. Credo che l’amore comune per il mare e l’ambiente che lo circonda ci abbia reso particolarmente attenti e responsabili nella scelta dei materiali con cui abbiamo deciso di lavorare. In fase di progettazione e produzione, abbiamo optato per materiali dal valore assoluto, come metalli, pietre, marmo, ceramica, vetro e tessuti di alta qualità con l’intento di creare arredi che possano resistere per generazioni, mobili che possano essere ereditati. Abbiamo anche utilizzato materiali riciclati e green dove possibile, con intelligenza, volendo mostrarli sotto una nuova luce e dando loro nuovo significato e fascino.
Si instaura sempre un rapporto molto forte tra me e il prodotto. Penso che si debba dare davvero il meglio di sé perché il prodotto risulti la rappresentazione del concetto e dell’idea che ci si era immaginati, ma rispetti anche tutte le esigenze tecniche e finanziarie necessarie. Si procede così per mantenere tutto in equilibrio fino a quando il prodotto diviene l’essenza stessa del lavoro.
Spero che diventi un “classico” Natuzzi, rappresentandone alla perfezione la filosofia.

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