Music & Design, il nuovo progetto multimediale firmato Salone

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Partendo dai post pubblicati su Instagram durante la 60esima edizione del Salone, Music & Design svela il profondo legame tra la musica e il processo creativo dei designer

Il Salone del Mobile.Milano, in collaborazione con alcuni dei designer più creativi del settore, è orgoglioso di presentare Music & Design: un'indagine approfondita sul rapporto tra musica e design. Nei giorni precedenti l'edizione 2022 del Salone del Mobile, abbiamo contattato alcuni progettisti chiedendo loro di selezionare i brani che più rappresentano alcuni dei propri lavori. La serie è iniziata con il contributo di Lorenzo Palmieri, Luca Nichetto, Francesca Lanzavecchia e Hunn Wai.

Quello che abbiamo scoperto attraverso le loro scelte è stato sorprendente: il progetto collega due dei settori creativi più ricchi del mondo e apre uno sguardo ai suoni e alle melodie che, tutti i giorni, aiutano i progettisti a superare i limiti del design.

Un appuntamento da non perdere: ogni settimana, a partire da oggi, un designer ci parlerà di dieci delle canzoni che più lo ispirano durante il proprio lavoro. Esattamente qui, sulla piattaforma digitale del Salone, sarà possibile leggere i pensieri legati alla selezione dei brani, mentre per ascoltare la playlist c’è il nostro nuovissimo profilo ufficiale Spotify!

La selezione di Music & Design di oggi è stata curata da Adam Nathaniel Furman: eclettico architetto londinese di origini argentine e giapponesi, Adam ha una formazione in architettura e con il suo atelier lavora nella progettazione spaziale e nell'arte in tutte le scale, dai video e stampe alle grandi opere d'arte pubbliche, fino a prodotti, arredi, interni, editoria e pubblicazioni per il mondo accademico.

Come i suoi progetti, la musica che ascolta Adam mentre disegna risplende di forti e potenti influenze queer. Qui, l'alumnus della Central St Martins e dell'Architectural Association ci parla delle sue dieci scelte per la nuova serie del Salone Music & Design.

Let's have a Kiki di Scissor Sisters 

Perché tutti abbiamo bisogno di un po' di sexy impertinenza mentre sforniamo questi acuti, e quale canzone migliore di questa con la frase immortale, “l'MTA dovrebbe stare per Motherf****r Touching my Ass”.

 

Dancing on my Own di Robyn

Non c'è niente come afferrare un po' di gioia dalla morsa di qualche miseria - che metafora architettonica. Mentre lavoro da solo a mezzanotte, questo brano è un vero piacere.

 

Good Time Girl di Sofi Tukker e Charlie Barker

A volte vado in uno stato febbrile di produzione, che dura giorni e giorni, più passa il tempo più parlo con me stesso. Questa canzone ti avvicina a quello stato mentale leggermente pazzo di totale egocentrismo onanistico, e ti colpisce con un grande ritmo scoppiettante.