Progettare gli spazi outdoor: parchi e playground da (ri)scoprire

L'installazione permanente dei Parasite 2.0

Parco d’arte della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Une machine à jouer”, Parasite 2.0

Dalla nuova installazione permanente dei Parasite 2.0 in Piemonte allo skatepark di fronte al Centre Pompidou firmato dall’artista Raphaël Zarka e l’architetto locale Jean-Benoît Vétillard 

Una cosa divertente che non farò mai più. È quello che penso - citando David Foster Wallace - ogni volta che varco la soglia dei parchetti italiani. Certo, dipende anche dal “playscape” (paesaggio di gioco) in questione. Termine utilizzato dai Parasite 2.0 per definire il loro incredibile progetto sulle colline del Parco d’arte della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Gli autori, fondatori di uno studio di progettazione che lavora all’incrocio tra architettura, design e scenografia, hanno creato un’installazione permanente denominata Une machine à jouer e formata da due griglie ondulate, tre grossi tubi attrezzati e un’altalena, creando così uno spazio di scoperta e avventura. “Grazie alla pendenza del terreno, i moduli invitano i bambini e le bambine all’azione dell’arrampicarsi e del dondolare, cimentandosi con la ricerca dell’equilibrio, con le proprie capacità e con la necessità di fare attenzione… La scultura di Sanya Kantarovsky, posizionata accanto all’installazione, offre una diversa forma per praticare insieme arte e gioco”. 

L'installazione permanente dei Parasite 2.0

Parco d’arte della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Une machine à jouer”, Parasite 2.0

Per farci un’idea della spettacolarizzazione che possono raggiungere certi playground basta poi scorrere le immagini dei progetti dei designer di Monstrum. Vi sarà capitato atterrando a Copenaghen di notare questo gigantesco aereo - giocattolo blu e giallo che “sorvola” alcune nuvole all’interno delle quali i bambini e le bambine di tutto il mondo possono entrare ed uscire liberamente immaginandosi di essere già o ancora in viaggio.

Fondata nel 2003 da Ole Barslund Nielsen, Monstrum progetta playground a Copenaghen che poi esporta in tutto il mondo, in mezzo alla natura come a Menphis, o al centro di quartieri affollati e circondati da grattaceli come ad Hong Kong. Non solo scivoli e altalene di tutti i tipi e tutte le forme, ma anche animali e fiori giganteschi, casette e castelli, attraverso e intorno ai quali esplorare il mondo e divertirsi. Inutile sottolineare che qui di plastica praticamente non se ne vede nemmeno l’ombra. 

Il playground realizzato da Monstrum a Copenaghen

Copenaghen, "The Sky High Flight Playground", Monstrum

Se ci spostiamo nel coloratissimo mondo degli skatepark, proprio di fronte al Centre Pompidou, l’artista Raphaël Zarka e l’architetto locale Jean-Benoît Vétillard avevano creato uno skatepark a forma di ferro di cavallo caratterizzato da colori bold in occasione delle Olimpiadi di Parigi dello scorso anno. Commissionata dallo stesso museo e supportata da Nike, la scultura pubblica è dedicata agli skaters e ai visitatori di tutto il mondo. 400 metri quadrati di spazio con una bowl semicircolare e una rampa alta 3 metri e mezzo. Come ha riportato il magazine di architettura e design Dezeen, Zarka, che ha disegnato numerosi skateparks in passato, trae ispirazione per i sui progetti dal lavoro del matematico Galileo.  

Una veduta del Giardino Ninfa

Giardino Ninfa

Tornando in Italia e spostando l’attenzione ai giardini in generale, il Sacro Bosco di Bomarzo con il suo effetto meraviglia provocato dai "mostri" sui bambini, è addirittura rientrato nell’annuale classifica del New York Times dedicata ai giardini più belli del mondo.

Insieme a lui ci sono Ninfa, Villa Gamberaia, Villa d'Este a Tivoli, Villa Silvio Pellico a Moncalieri. In particolare Ninfa con la sua storia legata alla famiglia Caetani e il ricco microclima, "è il tipo di sito che gli architetti dei giardini inglesi del Settecento e Ottocento cercavano di ricreare con false rovine e eremitaggi, ma questa è la cosa vera", scrivono i sei esperti di orticoltura coinvolti  dal quotidiano (Deborah Needleman, Tim Richardson, Louis Benech, Juliet Sargeant, Tom Delavan e Toshiko Mori).  Villa Gamberaia a nord di Firenze “è il giardino più magico", "un luogo divino in scala perfettamente umana”, tanto da essere stata amata dalla scrittrice e poetessa Edith Warthon. Tra gli elementi che rendono più spettacolari questi luoghi c’è sicuramente l’acqua come a Villa d'Este a Tivoli, con le sue fontane, e a Villa Pellico a Moncalieri, il cui giardino è disegnato da Russell Page, con una sequenza di tre vasche bordate in pietra.  

Il parco giochi Ai Pioppi

 Nervesa della Battaglia (TV), Parco giochi Ai Pioppi, Bruno Ferrin - Ph. Mattia Balsamini

La lista delle bellezze italiane sarebbe ancora lunga, ma per chiudere vorrei menzionare questo “Luna Park artigianale", come lo abbiamo definito in un articolo del numero 3 di Urbano, uscito nel 2021. “Aperto nei giorni festivi solo se c’è bel tempo, si tratta di un luna park immerso nella natura, un’osteria costruita all’ombra dei pioppi, quegli stessi alberi da cui prende il nome il progetto pensato e fatto a mano da Bruno Ferrin”, come ha scritto Cosimo Bizzarri. Oggi ultra ottantenne ma che quando iniziò aveva a mala pena 32 anni e di mestiere faceva il commerciante di lievito, Ferrin “affittò con sua moglie Marisa un terreno proprio qui, sul Montello – un panettone verde tra la pianura trevigiana e le Prealpi, a pochi chilometri dal Piave – con l’idea di aprirci un’osteria. Per attrarre le famiglie, si convinse che sarebbe stato utile costruire un’altalena per i bambini. Andò da un fabbro in paese, che gli disse che non aveva tempo di aiutarlo ma che era libero di usare la sua saldatrice. Bruno non l’aveva mai fatto prima: a torso nudo, in sandali e pantaloni corti, lavorò tutto il pomeriggio, e di notte non riuscì a dormire, perché gli facevano male gli occhi e il petto. Dopo l’altalena fu il turno dello scivolo, e poi del girotondo, dei tappeti elastici e della ruota ispirata all’uomo vitruviano, in un turbine di idee e progetti che nei decenni hanno progressivamente preso forma e colonizzato il bosco. Oggi tra gli alberi svettano più di 40 giostre, tra cui la teleferica, il pendolo, le gabbie e uno scivolo alto 60 metri, tutte realizzate da Bruno, in completa autonomia”.  Un parco giochi gratuito e artigianale con osteria al seguito, luogo fiabesco  sia per adulti e per bambini. Una cosa divertente sicuramente da rifare. E un piccolo elogio al saper fare tutto italiano. 

10 luglio 2025
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