Gallery Climate Coalition: cosa può imparare il design dal mondo dell’arte

Smoking Dogs Films

© Smoking Dogs Films, courtesy Smoking Dogs Films and Palais de Tokyo, Paris, ph. Aurelien Mole

Anche in Italia, le gallerie d’arte contemporanea fanno rete e lavorano insieme per ridurre la loro impronta energetica. Ecco i loro strumenti, alcuni dei quali potrebbero essere applicati con successo nell’ambito del design

È di poche settimane fa la notizia della nascita di un’antenna italiana della Gallery Climate Coalition, l’organizzazione non profit fondata a Londra da un gruppo di gallerie, istituzioni e singoli professionisti con l’obiettivo di contribuire a ridurre l’impatto ecologico dell’arte contemporanea. Nel mirino c’è, in particolare, l’abbattimento delle emissioni di  gas a effetto serra di almeno il 50% entro il 2030 come previsto dall’agenda europea e dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. La rete, che è nata alla fine del 2019 su impulso di 14 soci fondatori (tra i quali troviamo, per esempio, la gallerista Sadie Coles e Matthew Slotover, co-fondatore della rivista Frieze e dell’omonima fiera) ed è la prima iniziativa di questo genere nel settore, sta raccogliendo nuove adesioni in tutto il mondo. Il suo lavoro si basa sulla creazione di una serie di linee guida, specifiche al contesto dell’industria artistica ma estendibili eventualmente ad altri ambiti, e sulla promozione di buone pratiche rispettose dell’ambiente. Tra i settori che potrebbero trarre più giovamento da questi insegnamenti e seguire l’esempio della GCC c’è naturalmente quello del design, che condivide con l’arte contemporanea alcune criticità: gli spostamenti di persone, la movimentazione di pezzi da un capo all’altro del mondo, sia per raggiungere il retail che per eventi e mostre, la tendenza a realizzare installazioni tanto costose – sia in termini economici che di CO2 – quanto effimere.

Gallery Climate Coalition, Frieze London

Gallery Climate Coalition, Frieze London, photo courtesy

Viaggi e trasporto di opere

Che la spedizione delle opere d’arte, soprattutto per via aerea, sia altamente inquinante è cosa nota. La Gallery Climate Coalition invita i propri affiliati a preferire, laddove possibile naturalmente, il trasporto via nave o su ruota (o addirittura la bici elettrica per i brevi spostamenti in città e i pezzi di piccole dimensioni). Uno degli esempi citati è quello dell’artista britannico David Hume, che nel 2019 ha organizzato la movimentazione di una trentina di suoi dipinti e sculture da Londra a New York a bordo di una nave porta container, riducendo l’impronta di carbonio del 96%. Anche per quanto riguarda le persone, l’invito è a non avere paura di cambiare le proprie abitudini. Cercando valide alternative al viaggiare in aereo, per esempio, soprattutto sulle rotte a breve e medio raggio, oppure preferendo la classe economica quando si è obbligati a volare. La GCC mette a disposizione sul proprio sito un calcolatore di CO2, un tool gratuito che permette agli operatori del settore di calcolare l’impatto ecologico della propria attività, in particolare in termini di emissioni di anidride carbonica. Uno strumento del genere sarebbe senz’altro molto utile anche alle aziende di design, per pianificare e gestire in maniera più consapevole gli spostamenti di addetti e prodotti.

Gallery Climate Coalition

Gallery Climate Coalition, photo courtesy

Imballaggi

Anche in questo ambito, naturalmente, non esistono soluzioni miracolose: qualunque tipo di materiale per imballaggi implica infatti la produzione di emissioni di gas a effetto serra e di rifiuti, perfino quelli biodegradabili o compostabili. Qui, le linee guida compilate dalla Gallery Climate Coalition seguono da vicino la famosa regola delle “5 R”: Refuse (rifiuta di utilizzare packaging non indispensabili e di impiegare materiali sintetici che non possano essere riutilizzati), Reduce (riduci al minimo la quantità di materiali, ed evita di usare imballaggi sproporzionati rispetto alle dimensioni delle opere), Reuse (riusa laddove possibile e istruisci gli altri affinché facciano la stessa cosa), Repurpose (riutilizza per scopi diversi: le buste in tessuto non tessuto Tyvek, per esempio, che peraltro è un “buon” materiale perché versatile e a basso impatto, possono essere impiegate per realizzare delle imbottiture), Recycle (ricicla, tenendo bene a mente che non sempre è facile come sembra). Delle tabelle indicano quali materiali rappresentano alternative credibili alla plastica e qual è il loro uso corretto nei diversi contesti, e istruiscono su come abbinare a ogni materiale di imballaggio il giusto tipo di nastro adesivo, in modo che quest’ultimo possa essere staccato e riattaccato più volte e che entrambi abbiano una vita più lunga. Anche in questo caso, si tratta di istruzioni che potrebbe essere seguite senza troppi problemi anche dalle aziende del design.

Canandé reserve, Ecuador

Canandé reserve, Ecuador, photo courtesy Green Future Project

NFT & Digitale

La parte fisica del lavoro di una galleria ha un’impronta di carbonio elevata, anche banalmente per via del consumo di energia elettrica durante le ore di apertura – per questo, la GCC invita i suoi membri a scegliere un fornitore che abbia un approccio etico. Una possibile risposta potrebbe essere buttarsi sul digitale, per esempio sfruttando strumenti come le online viewing rooms, le sale virtuali già sperimentate durante la pandemia. Non tutto ciò che è immateriale, però, può essere considerato privo di conseguenze sull’ambiente: i sistemi blockchain e gli NFT (Non-Fungible Token), ultimamente sulla cresta dell’onda, sono interessanti ma estremamente energivori. Persino strumenti semplici come il sito web, di cui nessuna galleria o professionista moderno può fare a meno, dovrebbero essere pensati con cura tenendo presente il loro impatto ambientale. Di questa necessità i designer più attenti alla sostenibilità sono già perfettamente consapevoli. Il duo Formafantasma, per esempio, ha capito che l’infrastruttura di internet non è “leggera” come potrebbe sembrare a uno sguardo profano e nel 2021 ha messo in rete un nuovo sito a bassa emissione di CO2, con una home page priva di immagini e altri accorgimenti che puntano a ridurre il consumo di energia.

 

galleryclimatecoalition.org