Focus on Massimo Adario
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Casa in Santa Maria Formosa, Venezia, ph. Barbara Rossi
Gli interni dell’architetto romano trasportano in atmosfere cinematografiche, accoglienti e speciali, dove spesso colori tenui e materiali assertivi convivono con raffinati pezzi storici tanto quanto con accorgimenti progettuali ingegnosi.
Nome: Massimo Adario
Dove lavori? A Roma.
Il tuo account su instagram: @massimoadarioarchitetto
Descrivi di che cosa si occupa il tuo studio: architettura, interni, design.
Dove hai studiato? A Roma, poi due anni in Spagna.
Il progetto che stai seguendo in questo momento: portiamo avanti diversi lavori contemporaneamente e in questo momento in particolare stiamo preparando la consegna di una villa a Ponza.
Il progetto che sogni un giorno di realizzare: sono tanti i progetti che vorrei realizzare! Sicuramente avere una visibilità internazionale con un progetto di grande scala, un hotel per esempio, che veramente mi rappresenti è tra i miei sogni.
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Massimo Adario, ph. Barbara Oizmud
Il progetto che ti ha più influenzato: il Museo di Castelvecchio di Carlo Scarpa a Verona. Ogni volta che lo visito riesce a sorprendermi con qualche dettaglio che non avevo notato prima; quella di Scarpa è una sensibilità nel confrontarsi con l'antico che in Italia non può che essere un punto di riferimento.
L’elemento che non può mancare in ogni tuo progetto: sperimentare sui materiali.
Centro città o geografie remote? Impossibile scegliere
Qualcosa che hai in casa e che hai disegnato tu: il mio divano. ci sono voluti tre tentativi prima di azzeccarlo!
Cosa ti piace regalare? Qualcosa che sia veramente pensato per l'altra persona e non una proiezione dei miei desideri.
Se in casa potessi costruire un passaggio segreto, dove porterebbe? In una pasticceria! buonissima ovviamente...
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Casa in via de Bardi, Firenze, ph. Cortili photo
Cosa fai di solito la domenica? Cerco, spesso invano, di staccare dal lavoro.
Il tuo posto preferito a Milano: i Musei del Castello Sforzesco di BBPR.
Lo studio Ubalt ti chiede qual è il tuo periodo storico preferito e perché: il periodo di sperimentazione dal dopoguerra a tutti gli anni settanta, in cui il design italiano ha lavorato a stretto contatto con l’industria.
Vorresti fare una domanda all'intervistato che verrà dopo di te? Sì, vorrei sapere cosa pensa del design italiano in questo momento!