Dove dormire a Hong Kong: hotel di design da scoprire
Cinque strutture ricettive per vivere un soggiorno unico nella metropoli cinese
Soggiornare a Hong Kong può equivalere a vivere la classica “esperienza nell’esperienza”. Pur essendo tra le destinazioni più dense e frequentate del pianeta, la città racchiude infatti una varietà di hotel in grado di soddisfare le richieste dei viaggiatori low budget e di assicurare a chi lo desidera autentici plus, tra esclusività, servizi non replicabili altrove e inconfondibili viste panoramiche. In analogia con le altre metropoli globali, anche a Hong Kong molti hotel si collocano all’interno di maxi complessi a uso misto, dotati di aree commerciali e talvolta direttamente connessi alla capillare rete del trasporto pubblico. E, come dimostrano alcune delle proposte selezionate, alla progettazione degli hotel di Hong Kong spesso contribuiscono alcuni tra gli studi di architettura e design più rilevanti della nostra epoca.
The Murray Hong Kong, a Niccolo Hotel
La panoramica sugli hotel di design a Hong Kong non può che cominciare con il Murray. E la ragione risiede nell’interessante storia ha nel 2018 ha portato all’apertura di questo lussuoso hotel (con 336 camere, rooftop restaurant e bar e altri servizi di ristorazione, centro fitness e piscina coperta). La ristrutturazione è stata seguita da Foster+Partners, che proprio a Hong Kong nel 1986 aveva ultimato in città l’Hong Kong and Shanghai Bank Headquarters, opera cardine della pluripremiata carriera di Lord Norman Foster. Per questo “ritorno eccellente” lo studio si è misurato con un edificio risalente al 1969 (il Murray Building), a sua volta eretto su disegno di un altro architetto britannico, Ron Philips, come sede di uffici governativi. Si tratta di una torre considerata un esempio di architettura sostenibile ante litteram, premiata nel 1994 con l’Energy Efficient Building Award. Oltre a riconoscere e preservare le qualità architettonica della struttura, e il rilievo della pionieristica soluzione adottata nel design delle facciate (caratterizzate da finestre incassate, che contribuiscono alla riduzione della luce solare diretta negli ambienti interni), attraverso il suo intervento Foster+Partners ha voluto definire nuove connessioni urbane tra l’hotel e gli spazi verdi circostanti, incoraggiando l’accessibilità pedonale. Lo testimonia anche la trasformazione della rampa di accesso al parcheggio interrato in passerella, una presenza che “taglia” la ritmica sequenza degli archi, alti quattro piani, posti nel basamento. Dalle stanze, dalle suite e dalle aree comuni la vista si apre generosamente anche sul verde dell’inconfondibile Peak.
The Fleming
Dimensioni più contenute e atmosfere nostalgiche, evocative dell’Hong Kong di un tempo, per il Fleming Hotel, rinnovato dallo studio locale A Work of Substance nel 2017. A prendere il posto di un esistente albergo, inaugurato nel 2006, è oggi un boutique hotel da 66 camere che riporta in auge lo spirito del decennio di costruzione dell’immobile, ovvero gli anni Settanta, combinandolo con echi industrial e memorie di stampo marinaro. A partire dall’insegna esterna, passando per i mobili e gli apparecchi illuminotecnici progettati su misura e per i saponi personalizzati, il Fleming Hotel promette ai viaggiatori di assaporare lo spirito autentico di una città dalla lunga storia commerciale.
Rosewood Hong Kong
La posizione a ridosso del lungomare di Tsim Sha Tsui (con l’Hong Kong Museum of Art e il distretto dedicato all’arte a al design nelle vicinanze) rappresenta uno dei punti di forza del Rosewood Hong Kong. L’hotel occupa 43 piani dell’omonima torre a uso misto, progettata dallo studio newyorkese Kohn Pedersen Fox e annoverata tra i landmark locali. Dotata di un centro benessere che propone trattamenti orientati al benessere non solo fisico degli ospiti, oltre che di una sorprendente scelta sul fronte food&drink, con dieci tra bar e ristoranti, questa struttura ricettiva dispone di 322 camere, suite e appartamenti di diverse metrature (nel residence associato).
K11 ARTUS
Si resta nel cuore del Victoria Dockside con il K11 ARTUS, che incarna un’ulteriore forma di ospitalità anch’essa nel segno del lusso: si qualifica, infatti, come l’“Asia’s first artisanal home concept for global cultural creatives”. Riflettendo la visione del suo fondatore, l'imprenditore Adrian Cheng, è stato realizzato in collaborazione con la K11 Craft and Guild Foundation, un'organizzazione non-profit che si occupa di salvaguardare l'artigianato cinese dall’oblio, con particolare riguardo per i manufatti risalenti alle dinastie Ming e Qing. Con una denominazione che affianca i termini art e domus, il K11 ARTUS offre un soggiorno sofisticato, introducendo la possibilità di “convivenza” con esclusivi esemplari di arte e artigianato del territorio, che possono anche essere acquistati dagli stessi ospiti. Situata in un complesso opera di Kohn Pedersen Fox e con interni d’autore che si devono anche al noto progettista di Hong Kong André Fu, la struttura è arricchita da una collezione di opere di arte contemporanea di artisti cinesi e internazionali.