A Milano per il Salone? Ecco 10 luoghi da non perdere in città

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Triennale di Milano, photo Gianluca Di Ioia

10 mete irrinunciabili per avere un’idea di Milano: tra palazzi d’epoca, studi privati e musei, esposizioni d’arte e design, spazi culturali e trattorie tradizionali

Milano è una città visionaria, dinamica e dai tanti volti, ma nessuno di questi raggiunge il fascino che la avvolge durante il Salone del Mobile, quando mostra la sua natura di capitale mondiale del design. Mentre si va avanti e indietro da Rho Fiera, abbiamo quindi pensato a 10 mete imperdibili per godersi anche la città e lasciarsi sorprendere da un giusto mix tra design, cultura del progetto e architettura, con qualche vista panoramica, un po’ di relax e una bella energia diffusa.

 

M1 - Linea Rossa

Il primo della lista è un luogo di transito. Per spostarsi in città e arrivare a Rho Fiera il mezzo più veloce è la metropolitana: la M1 - nota come Linea Rossa - è vicina a compiere 60 anni ed è ancora oggi motivo d’orgoglio per il design italiano. Firmata da Franco Albini e Franca Helg nell’allestimento degli interni, con Bob Noorda a definire il progetto grafico, scorre attraverso la città con il suo sapore retrò. Uno dei suoi due capolinea è proprio la fermata Rho Fiera in cui va in scena la 61esima edizione del Salone del Mobile.Milano, dal 18 al 23 aprile: oltre alle tante novità di prodotto, date un occhio anche a uno dei poli fieristici più grandi d’Europa, con la sua copertura sinuosa in vetro e acciaio, progettato da Studio Fuksas nel 2005.

La manifestazione è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, in treno, dagli aeroporti e in taxi condiviso, con una postazione per ciascun Gate (Est-Sud-Ovest). Qui è possibile trovare tutti i dettagli e le informazioni per raggiungere il Salone del Mobile. All’interno della fiera è garantita l’accessibilità di tutti gli spazi anche a disabili e persone a ridotta mobilità grazie a percorsi attrezzati e servizi.

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Ph. Andrea Mariani

Triennale Milano

Restando sulla Linea Rossa, Cadorna è una fermata dove vale la pena scendere. Prima di uscire dal microcosmo della stazione, fate una pausa introspettiva nell’opera di Alberto Garutti“Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora”. All’opposto, all’uscita, trovate la famosa opera di public art Needle, Thread and Knot di Claes Oldenburg, l’ago da cucito alto 18 metri che appunta il piazzale con un robusto spago tricolore. Dopo una breve camminata che costeggia il Parco Sempione, con la Torre Branca di Gio Ponti che si staglia tra gli alberi, arrivate al tempio del design: la Triennale, con il nuovo allestimento del Museo del Design Italiano, diretto da Marco Sammicheli. La mostra “Droog30. Design or Non-design?”, coprodotta con Het Nieuwe Instituut di Rotterdam e curata da Maria Cristina Didero e Richard Hutten, celebra l’innovativo gruppo olandese, mentre un’altra mostra da non perdere è “Lisa Ponti. Disegni e voci”, a cura di Salvatore Licitra e Damiano Gullì. Da scoprire anche i progetti di: Duson Gallery (Corea del Sud), Japan Creative (Giappone), Moravian Gallery (Repubblica Ceca), Timberland Worldwide e Uzbekistan Art and Culture Development Foundation (Uzbekistan). Aperte al pubblico anche la retrospettiva Angelo Mangiarotti. Quando le strutture prendono forma e l’allestimento permanente di Casa Lana di Ettore Sottsass, con la mostra La Parola, così come l’esposizione Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori, presentata nell’ambito del partenariato con Fondation Cartier pour l’art contemporain.

 

Fondazione Castiglioni

Sempre a pochi passi da Cadorna immergetevi in quel luogo ricco di storia che è la Fondazione Castiglioni. Da visitare le quattro stanze dello studio in cui Achille Castiglioni ha fatto ricerca sulle forme, le tecniche e i materiali che hanno dato forma e sostanza alla storia del design (da vedere anche i suoi prototipi e modellini). Mettendo al centro il concetto di funzione e seguendo metodiche usate nei musei per non vedenti, nei giorni della design week la mostra “Fa’ balla’ i man” focalizza l’attenzione dei visitatori sulla forma degli oggetti realizzati dai Castiglioni proponendo l’uso della tattilità come strumento per comprenderli. 

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Courtesy Fondazione Castiglioni

Museo del Novecento

Ancora sulla Linea Rossa, la fermata Duomo è d’obbligo. Oltre ad ammirare la bellezza della cattedrale che si innalza nel cielo, lì accanto non perdete il Museo del Novecento che dalla Galleria del Futurismo fino alla Collezione Permanente accoglie più di trecento opere d’arte italiana del XX secolo. Partendo da “The city of Lights”, il concept di Euroluce - in scena nei padiglioni 9, 11, 13 e 15 di Rho Fiera - si ritrova qui una connessione ideale con quell’artista spaziale che è stato Lucio Fontana, per cui la luce era un elemento plastico fondamentale. Imperdibile l’opera “Concetto spaziale al neon” realizzata nel 1951 per la IX Triennale di Milano: utilizzando un tubo al neon lungo 100 metri, Fontana disegnò nell’aria traiettorie libere fatte di luce e con la luce, che s’incurvavano e intrecciano su loro stesse in una sintesi tra pittura e scultura. Una sperimentazione che parte da lontano. Effetto wow assicurato. 

 

DOPO?

Ricavato da un’ex officina tra Corvetto e Porto di Mare, DOPO? accoglie designer, scenografi, architetti, ricercatori. Non perdete questo inedito spazio culturale in cui si trova il tempo per la discussione, lo scambio e l’empatia; un luogo flessibile e trasformabile in cui si sviluppano progetti corali sotto ogni forma creativa. Nei giorni della design week: le mostre “The Archive of Thoughts”, a cura di Loher and Form Magazine, “Inhabitable Worlds” sul nuovo Dutch Design, a cura di Cecilia Casabona and Ramón Jiménez Cárdenas, “Fuori Contesto” dedicata al collectible design italiano in collaborazione con 5VIE. Oltre a queste: installazioni, performance artistiche e dj set, maratone video, presentazioni di libri e riviste. Un consiglio? Segnatevi l’opening night del 19 aprile, e sappiate che alle ore 22 è prevista una performance di Francesca Heart, a cura di Kadmonia e Sali & Tabacchi.

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Museo del Novecento, ph. Lonati. Courtesy Comune di Milano

Museo Bagatti Valsecchi

Nel cuore della città, tra via Gesù e via Santo Spirito, si trova la casa museo Bagatti Valsecchi, frutto di una straordinaria vicenda collezionistica di fine ‘800. Le 19 stanze visitabili al piano nobile sono ricche di arazzi e oggetti strani e misteriosi, che fanno pensare ai castelli delle fiabe. Per la design week la dimora si trasforma nel “Palazzo delle Meraviglie”: le stanze sono reinventate con il tocco unico di pezzi di design selezionati da Katrin Herden con l’architetto Alessandro Zarinelli di Studio MHZ. Tra i vari brand coinvolti: Zaha Hadid Design, Karimoku con il lancio del progetto in legno “Seyun”, Hommes di Micael Carvalho. In vendita nello shop del museo la BA-VA Cushion Collection, realizzata in esclusiva con Sohil Design.

 

ADI Design Museum

Tra Chinatown e via Maroncelli, un paio d’anni fa è stato inaugurato l’ADI Design Museum, polo culturale dedicato alla storia del Compasso d’oro con l’obiettivo di valorizzare la cultura del design italiano. Passate per un caffè e perché qui va in scena la mostra Italy: A New Collective Landscape che si focalizza sui linguaggi del design contemporaneo, dal suo ruolo a quello dei suoi protagonisti. Le problematiche davanti a cui ci pone questo momento storico a livello globale, e le trasformazioni ecologiche e sociali, costituiscono il punto di partenza dei lavori dei progettisti italiani under 35 presentati nella collettiva curata da Angela Rui con Elisabetta Donati de Conti e Matilde Losi, in un allestimento di Parasite 2.0. Da vedere anche la Collezione Permanente, suddivisa in “Il cucchiaio e la città” e “Presente Permanente”

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Casa museo Bagatti Valsecchi, Affresco, ph. Ruggero Longoni

Torre di Pisa

A Milano si va sempre di fretta, ma fermarsi nel cuore di Brera "a mangiare un boccone fa ricaricare le energie". Dal lontano 1959 la trattoria Torre di Pisa è rimasta fedele alle sue origini conservando le vetrine su via Fiori Chiari, le sedie in legno, la cucina a vista, le salette separate. Frequentata da pittori, stilisti, industriali, architetti e designer - Ettore Sottass mangiava qui ogni giorno - offre specialità della tradizione contadina toscana. Non trovate posto? Restando in zona provate l’elegante semplicità di due ristoranti sospesi nel tempo: la Briciola e la Latteria San Marco (lo spaghetto limone e peperoncino e la crudaiola valgono un soggiorno a Milano!).

 

Bar Basso

Insegna rossa al neon, lampadari in cristallo, bancone in legno e particolari vintage: il Bar Basso, in via Plinio, è l’appuntamento di rito, la meta per eccellenza nelle notti della design week in cui bersi un bicchiere, incontrare persone vicine e lontane, oltre a designer da tutto il mondo. È famoso come luogo di nascita del Negroni Sbagliato, che sostituisce il gin con le bollicine del prosecco: da provare assolutamente. Venite qui in qualsiasi giorno, ma soprattutto il giovedì!

 

Plastic

Vicino alla Fondazione Prada, in via Gargano, c’è un luogo che resterà per sempre cool e che ha celebrato la libertà in ogni sua forma: il Plastic. Un tripudio di musica, estetica, moda, sfarzo, arte, nightlife e perdizione. Da Madonna a Andy Warhol, da Grace Jones a Elio Fiorucci, il club ha fatto la storia delle serate milanesi. Come un tempo nella storica sede di viale Umbria, anche oggi ci sono tre diverse sale e una programmazione che spazia tra le serate di elettronica di Le Cannibale, Nul, e Club Domani. Ancora oggi in coda fino all’ultimo non si saprà se si riesce a entrare o meno, ma una volta dentro poi, la notte non si dimentica.

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Angelo Mangiarotti. Quando le strutture prendono forma, Triennale di Milano, ph. Melania Dalle Grave, dsl Studio

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ADI Design Museum, Presente Permanente, ph. Martina Bonetti

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DOPO?, Ph. Carlotta Franco

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