Contardi, l’incontro tra illuminazione decorativa e funzionalità
Abbiamo incontrato Massimo Brigandì, direttore generale di Contardi, per conoscere la nascita, l’evoluzione e le sfide future di una dinamica realtà aziendale specializzata nell’illuminazione
Sorprende la rapida crescita di Contardi, un’azienda italiana familiare con una visione imprenditoriale, che si sta guadagnando una solida reputazione a livello internazionale. Un risultato ottenuto grazie ad un approccio sartoriale, alla varietà dei materiali usati e alla ricerca delle più innovative tecnologie LED. E poi al coinvolgimento di designer di fama nazionale e internazionale.
Nasce nel 2006 ed è stata fondata dalla famiglia Carcano. Tutto comincia grazie all’esperienza di Michele Carcano che aveva lavorato come prototipista nell’azienda Stilnovo, acquisendo una notevole competenza nell’ambito dell’illuminazione. Dopo, i figli - Paola e Achille - decidono di fondare Contardi, il cui nome arriva dalla mamma. All’inizio erano dei piccoli produttori nel cuore della Brianza che sviluppavano progetti solo per conto terzi. Nel 2006, con il mio arrivo, mi viene proposto di cambiare la storia dell’azienda per trasformarla in un brand con una propria identità. Così iniziamo un percorso di rinnovamento, proponendoci da subito nel mondo dell’hospitality internazionale, su cui avevo precedenti esperienze. La nuova avventura prevedeva una strategia con una suddivisione netta dei compiti: a me quello dello sviluppo del business, mentre la famiglia si dedicava agli aspetti produttivi e alla parte finanziaria. Un percorso che ritengo meraviglioso.
Nel corso del tempo siamo diventati un punto di riferimento nel settore del contract per la comunità internazionale. Ci siamo resi conto però che era necessario avere un prodotto seriale per continuare a crescere e non dipendere solo da progetti su misura. Per cui abbiamo lanciato la divisione casa, sviluppando il primo catalogo con prodotti che avevamo già realizzato. Questo lungo percorso si è concluso nel 2021-2022, anni di crescita, con un riscontro di grande interesse per la nostra collezione.
Le racconto l’origine. Nel marzo del 2017, a New York, un editorialista del New York Times aveva scritto un articolo su Contardi, mai pubblicato, dopo aver ascoltato una mia presentazione durante una fiera. Nel mio discorso mettevo in evidenza i punti cardine dell’azienda: la cura per il dettaglio, la finitura, la commistione tra moda e mondo del tessile. Così, ascoltando le mie parole, l’editorialista aveva definito Contardi: “The couture of contemporary lighting”. Una bellissima definizione che abbiamo utilizzato più volte.
Nel nuovo catalogo 2022, appena presentato, abbiamo definito un claim “Blending technology and creative design”. Un mélange di creatività e di funzionalità, proprio perché ci siamo posti come obiettivi di dare una nuova forma all’illuminazione. É sicuramente un programma molto ambizioso, ma per noi l’illuminazione decorativa deve diventare sostanzialmente funzionale. Abbiamo cercato di sviluppare un concetto archidecorativo. Un’idea che prevede una funzione semi architetturale che allo stesso tempo può illuminare qualsiasi ambiente.
É un mondo in piena evoluzione. I cambiamenti a livello tecnologico e le esigenze normative degli ultimi tre anni lo hanno rivoluzionato. In alcuni casi positivamente e in altri negativamente. Per poter esportare in alcuni mercati dobbiamo investire in certificazioni. Inoltre, l’evoluzione tecnologica sta procedendo velocemente e occorre applicarla a quello che é un sistema basato sul design. Sicuramente far coincidere le due cose non è sempre semplice. Chi ha la forza e non solo la visione di farlo, dal punto di vista organizzativo e finanziario, credo possa riuscire a passare ad un livello successivo di crescita.
Noi immaginiamo la luce non solo in casa, ma in tutti i contesti in cui la luce è importante. La nostra esperienza nasce dagli alberghi, dalle spa e dai ristoranti. Siamo poi passati al settore degli yacht e infine al mondo dell’outdoor. Per noi la luce dovrà diventare l’elemento essenziale per vivere bene, senza un’illuminazione corretta cambia anche in modo significativo il nostro benessere. Vogliamo essere trasversali nelle soluzioni che possiamo offrire contemporaneamente per i diversi ambienti. Pensiamo che tutto sia modulabile, variabile e compatibile.
Una parte sono designer con cui abbiamo lavorato su diversi progetti di hospitality a livello internazionale. Per quanto riguardo le nuove collaborazioni con Federico Peri e Studio Pepe, nascono invece dall’esigenza di avere un punto di vista diverso. Abbiamo guardato attentamente i lavori di molti designer per individuare chi potesse essere il corretto interprete di questa nuova fase. Entrambi si sono dimostrati perfetti. Federico Peri è stato un grande interprete del passaggio di una Contardi molto leziosa, ad una Contardi che guarda l’illuminazione come la perfetta combinazione dell’elemento decorativo e funzionale. Studio Pepe rappresenta il completamento di questo percorso. La nuova collezione Stick nasce infatti dalla semplicità della forma, il triangolo, interpretato da chi ha una visione un po’ filosofica del prodotto. Un progetto che è andato al di là delle nostre aspettative e di cui siamo molto orgogliosi.
È il momento un po’ teatrale per incontrare tutti i player più importanti, ma rappresenta anche ciò per cui siamo messi alla prova, cercando di far vedere davvero cosa facciamo. É l’occasione per dimostrare la nostra visione.
Sicuramente crescere. Il nostro principale mercato è l’Europa con una visione di distribuzione delle vendite molto equilibrata ed equa. Siamo presenti anche in Medio Orientale. Nel 2019 abbiamo dato uno slancio importante alla filiera americana, aprendo un ufficio show-room a Soho, inaugurato due settimana fa. Contiamo molto sul mercato americano nei prossimi due anni.
Siamo tra le poche aziende di media dimensione che ha pubblicato un regolamento sostenibile e la relativa strategia. Abbiamo valutato l’argomento in profondità e non solo formalmente. È stato infatti trasformato quasi l’80 per cento di tutto ciò che riguarda gli imballaggi. Sono stati anche ridotti il numero dei fornitori, per individuare partner a chilometro zero. Inoltre, sono state eliminate alcune lavorazioni per usare solo vernici ecosostenibili. Un processo molto importante che ha richiesto tempo di ricerca e analisi tecnica: una persona del nostro ufficio tecnico è stata impegnata per oltre tre mesi nell’analisi e nelle valutazioni per mettere in atto questa transizione.