L’Architettura Vernacolare è la risposta al modernismo globale

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Stabbur, un edificio tradizionale norvegese

Stabbur: un edificio tradizionale norvegese. È usato come magazzino sopraelevato per conservare cibo, attrezzi o beni preziosi, ph. Barnabas Davoti / Pexels 

Tecniche tradizionali, materiali locali, integrazione con il contesto ambientale: l’architettura vernacolare è l’architettura fatta dai non-architetti

Quando parliamo di Architettura Vernacolare, non ci riferiamo a un movimento né a uno stile specifico, ma a una categoria ampia e trasversale. In essa rientrano numerose tipologie edilizie e metodi costruttivi provenienti da tutto il mondo, sia storici sia contemporanei. L’Architettura Vernacolare – nota anche come architettura popolare o folk, architettura senza pedigree o architettura senza architetti – comprende edifici realizzati al di fuori da ogni tradizione accademica, non concettualizzate ma realizzate seguendo necessità e saperi locali. Si distingue per l’impiego di materiali locali, tecniche costruttive tradizionali ed elementi di design che rispecchiano l’ambiente e le pratiche culturali del luogo. Pur basandosi su conoscenze tramandate nel tempo e non richiedendo una formazione architettonica formale, l’architettura vernacolare necessita di competenze approfondite riguardo ai materiali, al clima e alle tecniche costruttive locali – saperi solitamente posseduti da costruttori e artigiani del posto.

Oast House

Le Oast House sono edifici tradizionali in Inghilterra, usati per essiccare il luppolo, ingrediente chiave nella produzione di birra, ph. Oast House Archive 

Se guardiamo alle caratteristiche primarie dell’Architettura Vernacolare non possiamo notare come queste – nonostante l’aspetto “antico” delle costruzioni – siano ancora attuali: si pone sempre l’accento sulla sostenibilità, sul minimo consumo energetico e di risorse, mette al centro l’integrazione con l’ambiente circostante, riflette l’identità e la cultura della comunità che la abita. L’architettura vernacolare impiega solitamente materiali reperibili in loco e compatibili con le sue condizioni ambientali. Tra i più comuni vi sono pietra locale, legno, mattoni, terra cruda, paglia, canne... Questi materiali vengono scelti per la loro disponibilità, durabilità e sostenibilità. 

Hutong, vicolo tradizionale pechinese, e siheyuan, abitazioni con cortile interno

Gli Hutong sono i vicoli tradizionali pechinesi: reticoli di strade strette che collegano i siheyuan, abitazioni con cortile interno, ph. Mitch Altman / Flickr

Architettura Vernacolare e International Style: due linguaggi in opposizione 

Se consideriamo il linguaggio architettonico, possiamo provare a descrivere l’Architettura Vernacolare in opposizione a quello che può essere considerato il primo movimento globale in architettura: l’International Style. Questo termine fu coniato da Philip Johnson e Henry-Russell Hitchcock nel 1932, in occasione della mostra omonima al MoMA – Museum of Modern Art di New York. In un saggio che accompagnava l’esposizione, gli autori auspicavano la nascita di un linguaggio architettonico internazionale, svincolato da ogni regionalismo e fondato sui principi basilari dell’architettura moderna, esemplificati in particolare nell’opera di Mies van der Rohe: semplicità, funzionalismo e uso consapevole dei materiali moderni. Se la caratteristica fondamentale dell’International Style è l’astrazione dal contesto, l’Architettura Vernacolare si definisce invece per il suo radicamento nel territorio da cui nasce. 

Dal punto di vista etimologico, il termine vernacolo indica la parlata tipica di un centro o di una zona limitata. Si contrappone alla lingua ed è distinto dal dialetto, rispetto al quale risulta ancora più popolare e locale. Allo stesso modo, se consideriamo i linguaggi architettonici come idiomi, l’International Style può essere paragonato all’inglese: un linguaggio globale, capace di oltrepassare i confini geografici ma spesso a scapito dell’identità locale. 

Casa in Cambogia

Casa in Cambogia con tetto in lamiera, ph. Brian Hoffman / Flickr 

L’eroe dell’Architettura Vernacolare: Bernard Rudofsky 

L’esposizione “Architecture Without Architects”, curata da Bernard Rudofsky al MoMA di New York nel 1964, ha segnato una svolta nel modo di intendere l’architettura vernacolare. Attraverso un’ampia selezione di fotografie, diapositive e pannelli espositivi, Rudofsky mostrava al mondo studi da varie parti del pianeta mise in luce come comunità prive di architetti formati abbiano sviluppato nel tempo soluzioni costruttive perfettamente adattate al clima, al paesaggio e alla cultura locale. La mostra, e il libro pubblicato successivamente come suo catalogo (che il MoMA permette di scaricare gratuitamente a questo link), denunciavano l’eccessiva dipendenza dell’architettura moderna da principi formali e accademici, rivalutando invece la saggezza collettiva e l’ingegno pratico delle culture tradizionali. Architecture Without Architects divenne così un manifesto per un’architettura più sostenibile, contestuale e umana, capace di integrare memoria, necessità e ambiente in modo spontaneo e funzionale. 

La copertina del libro Architecture Without Architects

La copertina del libro Architecture Without Architects

Un viaggio nell’architettura Vernacolare Italiana 

Dai Trulli in Puglia alle Case Palaziate di Ravello, dai Dammusi a Pantelleria ai Casoni veneti. Un progetto editoriale dell’architetta Serena Acciai sulla rivista online Professione Architetto, racconta L’Italia dei Vernacoli: un “itinerario di 25 tappe/articoli che ci porterà a scoprire le influenze storiche e culturali che hanno conferito all'architettura vernacolare in Italia una ricchezza di elementi architettonici che, per dirla con Bruno Zevi, solo i dialetti  hanno”. 

Acciai evidenzia le (necessarie) connessioni dell’architettura vernacolare in Italia con culture e tradizioni delle culture che abitano e attraversano il Mediterraneo, “cercando i segni di altre civiltà che non possono scomparire oggi di fronte all'adeguamento contemporaneo di questo patrimonio. La salvaguardia di quest’ultimo passa infatti sia per la valorizzazione della sua componente materiale che di quella immateriale che nell'architettura vernacolare sono da sempre profondamente intrecciate”. 

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Trulli ad Alberobello

Trulli ad Alberobello, provincia di Bari, Italia, ph. Clemens Franz / Wikimedia Commons 

19 novembre 2025
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