5 capanne in legno, ideali per fuggire dalla città

atelier marko brajovic, monkey house, paraty, brasile 2020

Atelier Marko Brajovic, Monkey House, Paraty, Brazil, 2020. Photo Rafael Medeiros

Una selezione di progetti semplici e austeri, pensati per evadere dai ritmi metropolitani e riscoprire il piacevole contatto diretto con la natura

Una capanna di legno immersa nel bosco è il luogo in cui si rifugiò il filosofo, poeta e attivista Henry David Thoreau per diversi mesi. Il suo libro Walden, ovvero vita nei boschi – scritto durante questo periodo di eremitaggio – divenne un grande classico e simbolo di una latente necessità di evasione dalla città e dalle norme sociali.

 

Quella della “capanna di legno” non è una tipologia definita, ma rappresenta un struttura (abbastanza) semplice da costruire, in un periodo di tempo limitato e con strumenti base. Un esempio importante in ambito architettonico è The Primitive Hut – concepita da Marc-Antoine Laugier e rappresentata dal pittore Charles Eisen nel 1775 – che pone il rapporto tra uomo e l’ambiente naturale come base fondamentale per la creazione dell'architettura.

 

Il periodo estivo è quello in cui – forzatamente – sentiamo la necessità di scappare dalla nostra routine, spesso urbana, e dedicare più tempo a noi stessi. Mollare tutto e immergersi nella natura è un’idea ricorrente, e influenza quella che in molti chiamano “cabin fever” (la febbre della capanna): piccole architetture, spesso in legno e con un iconico tetto a falda, caratterizzate dalla loro semplicità e austerità. Strutture che non hanno quasi niente ma che dispongono di tutto quello di cui hai bisogno. Ne abbiamo selezionato cinque, in giro per il mondo.

atelier marko brajovic, monkey house, paraty, brasile 2020

Atelier Marko Brajovic, Monkey House, Paraty, Brazil, 2020. Photo Rafael Medeiros

Monkey House, Brasile

La Monkey House di Atelier Marko Brajovic è una capanna di legno su palafitte, immersa tra gli alberi di Paraty, in Brasile. È il rifugio che l’architetto ha costruito per la sua famiglia e i suoi amici durante la pandemia. Questa piccola abitazione segue le regole della foresta: la ricerca di energia e luce solare porta gli alberi a crescere in verticale e così fa la struttura dell’edificio. Componenti di legno a incastro formano una struttura verticale dalla forma diamantata che si slancia verso il cielo. Un rivestimento in lamiera grecata riveste la capanna su due lati, lasciando invece trasparenti gli altri due in uno scambio aperto e diretto con la foresta.

 

big, a45 upstate new york, stati uniti, 2018, foto matthew carbone

BIG – Bjarke Ingels Group, A45, Upstate New York, USA, 2018. Photo Matthew Carbone

A45, Stati Uniti

Il progetto di BIG è un’evoluzione contemporanea e della capanna tradizionale con i tetti a falda. Il primo prototipo costruito si trova nell’Upstate di New York, ma l’azienda produttrice, Klein, vende modelli personalizzabili e consegnati in meno di sei mesi in qualsiasi luogo del mondo. Per massimizzare la superficie utilizzabile, lo studio ha disegnato una base quadrata e ruotato il tetto di 45°. La particolare forma che ne deriva fa in modo girando intono al progetto questo appaia sempre diverso.

 

Muji Hut, 2017, Muji

Muji Hut, 2017. © Muji

Muji Hut, 2017

Il brand giapponese nel 2017 ha presentato la sua interpretazione di capanna, una struttura prefabbricata acquistabile per circa 27 mila dollari. Posizionata in montagna, vicino all’oceano o in un giardino, la Muji Hut si armonizza con l’ambiente circostante, invitando chi la abita a vivere una vita completamente nuova. L’interno è compatto, di 9 mq, ma il portico e l’alto tetto creano uno spazio abbastanza grande e rilassante per un paio di persone. Tutto il legno utilizzato per la capanna proviene dal Giappone. Le pareti esterne sono in legno di cedro, che – come vuole la tecnica tradizionale – viene bruciato per aumentarne la resistenza e aggiungere una finitura a olio. Le superfici interne della capanna non hanno invece subito alcun trattamento, in modo da lasciare libertà di personalizzazione.

 

Studio Weave, Le Haut Perché, Bordeaux, 2017, Yvan Detraz

Studio Weave, Le Haut Perché, Bordeaux, 2017. Photo Yvan Detraz

Le Haut Perché, Francia

Situato in mezzo a boschi e ruscelli, il rifugio si trova in cima a una collina di Bordeaux. L’area di progetto si trova nel cuore del Parc des Jalles ed è accessibile solo tramite un percorso pedonale. Le Haut Perché si trova tra i mulini a vento “Le Moulin du Moulinat”, che sfruttano una delle principali fonti d’acqua di Bordeaux. L’intervento è composto da legno e acciaio inox e fa riferimento alle tradizionali torri d’acqua per la sua forma e matericità. Il padiglione sopraelevato osserva e ascolta le viste e i suoni del bosco e dei corsi d’acqua. Ogni apertura serve a inquadrare un particolare frammento di paesaggio.

 

hello wood, wauhaus cabin,

Hello Wood, Wauhaus Cabin, Hungary, 2021. Photo Máté Lakos

Wauhaus Cabin, Ungheria

Una capanna pensata “per osservare la fauna selvatica della foresta silenziosa, ascoltare il fruscio delle foglie, immergerci nel panorama che si apre davanti a noi, nascondersi in una confortevole casetta e vedere il mondo da una nuova prospettiva.” La struttura di legno è stata costruita dal collettivo Hello Wood, che ogni anno dà vita a una vera e propria comunità temporanea e nomade. Per dieci giorni gli studenti e gli architetti invitati non partecipano solo alla costruzione del luogo, ma anche a una discussione più ampia sul nuove dimensioni dell’abitare e su forme di aggregazione alternative.