Regolamento sulla progettazione ecocompatibile: tutto quello che c’è da sapere

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Image courtesy of Julia Briere - @studiobriere

Entra in vigore l’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR), che ridefinirà il modo in cui le aziende progetteranno e venderanno i loro prodotti green, nell’Unione Europea 

È entrato in vigore lo scorso 18 luglio il Regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili (in inglese ESPR, Ecodesign for Sustainable Products Regulation), ambiziosa iniziativa volta non solo a rendere i prodotti sostenibili dal punto di vista ambientale, ma anche a stabilire requisiti per la progettazione di prodotti improntati alla sostenibilità. Il tutto in linea con l’impostazione dell'attuale direttiva sulla progettazione ecocompatibile, che da oltre dieci anni promuove il miglioramento dell'efficienza dei prodotti connessi all'energia all’interno dell’Unione europea e che quindi riguarda solo i prodotti correlati all’energia (come frigoriferi, aspirapolveri e computer).  

Cosa prevede il Regolamento Ecodesign 

Vista l’ampia portata di questa visione, non è possibile agire se non andando nel dettaglio delle singole tipologie di produzione. Per questa ragione il Regolamento ESPR prevede che la Commissione stabilisca, tramite la pubblicazione di specifici atti delegati, i requisiti di progettazione ecocompatibile applicabili a specifiche tipologie di prodotto. In altre parole, nel concreto le norme che riguarderanno un singolo prodotto o una specifica categoria saranno decise progressivamente.  

La norma prevede alla definizione di condizioni di prestazione e informazione per quasi tutte le categorie di beni fisici (saranno esenti ad esempio i mangimi animali o i medicinali).  Tramite i “requisiti di progettazione ecocompatibile”, bisognerà quindi migliorare numerosi aspetti del prodotto, come la durabilità alla riutilizzabilità, la riparabilità e la rifabbricazione. Ma anche la possibilità di manutenzione e ricondizionamento, il consumo di energia ed efficienza energetica, la possibilità di recupero dei materiali, gli impatti ambientali e produzione prevista di rifiuti. La normativa potrebbe, a seconda del prodotto, prevedere ad esempio il tracciamento e la limitazione di alcune sostanze in grado di ostacolare la circolarità del prodotto, oppure la quantità di contenuto riciclato. Inoltre, l’obiettivo è quello di stabilire obblighi di informazione sui prodotti, per fare in modo che al consumatore finale sia ben chiaro quale sia l'impatto di ciò che acquista, permettendo scelte più sostenibili.  

Fine vita, nel rispetto dei principi di economia circolare 

Un focus è certamente quello della lotta all'obsolescenza precoce o programmata, pratiche che riducono artificialmente la vita utile dei prodotti, determinando un aumento dei rifiuti, oltre che dell'utilizzo di energia e di materiali coinvolti nella produzione. Il Regolamento prevede anche misure volte a scongiurare la distruzione dei prodotti di consumo invenduti, inizialmente attraverso precisi obblighi informativi, fino al completo bando della pratica a partire dal 19 luglio 2026. Prevenire la distruzione dei beni che erano destinati ai consumatori ma sono rimasti invenduti, spiega l’organo europeo, aumenterà sensibilmente la trasparenza: le grandi imprese che scartano i prodotti invenduti dovranno (quando Regolamento entrerà in vigore) rendere pubbliche le cifre annue, le motivazioni della loro scelta e il numero di prodotti scartati che hanno ceduto a fini di preparazione per il riutilizzo, la rifabbricazione, il riciclaggio, il recupero di energia e le operazioni di smaltimento, in linea con la gerarchia dei rifiuti, provvedendo affinché queste informazioni siano disponibili su un sito web a libero accesso o mediante altri mezzi. Vietato espressamente eludere la norma vendendo tali prodotti a piccole imprese (esentate dagli obblighi) perché li distruggano. 

Regolamento Ecodesign: chi è coinvolto 

Non saranno coinvolti solo produttori e importatori (anche se a loro spetta il compito più ampio, adeguare processi di progettazione e produzione), ma anche i rivenditori e distributori, chiamati a commercializzare solo prodotti conformi ai requisiti del regolamento, che come abbiamo visto comprenderanno aspetti qualitativi ma anche obblighi di informazione. Secondo la Commissione, il Regolamento creerà condizioni di parità per le imprese che intendono vendere i loro prodotti sul mercato europeo perché supererà la frammentazione causata da requisiti nazionali, spesso discordanti in materia, riducendo i costi di conformità e gli oneri amministrativi, premiando al tempo stesso le imprese che rispettano le regole e garantendo ovviamente il perseguimento degli obiettivi ambientali. 

Le nuove regole per i prodotti ecosostenibili 

Sono previste regole per qualsiasi bene fisico immesso sul mercato o messo in servizio, compresi i prodotti intermedi. Fin dall’inizio delle sue valutazioni, la Commissione ha messo al centro della sua attenzione alcune categorie che, ha spiegato, incidono molto sull'ambiente e hanno grandi potenzialità di miglioramento: si tratta di prodotti tessili, mobili, materassi, pneumatici, detergenti, vernici e lubrificanti, insieme a prodotti intermedi quali ferro, acciaio e alluminio. Questa sottolineatura è importante, perché entro il 19 aprile 2025 la Commissione Europea adotterà un piano di lavoro dando priorità proprio a questi gruppi, chiamati ad essere regolamentati per primi. Per ciascuna categoria di prodotti, saranno emanati atti delegati specifici, seguiti da un periodo di adattamento di almeno 18 mesi per le imprese, perché possano conformarsi ai requisiti di progettazione ecocompatibile definiti dagli atti delegati e tenendo conto delle esigenze delle PMI, specialmente le microimprese. 

Il Passaporto Digitale dei prodotti 

Per tutte le categorie contemplate, saranno introdotti i già noti passaporti digitali dei prodotti, che conterranno informazioni complete sulle prestazioni dei prodotti, i materiali, la riparazione e il riciclo, l’impatto del ciclo di vita. Le informazioni potranno essere presentate anche sotto forma di classi di prestazione (un po’ come già avviene con l'etichetta energetica) così da rendere più semplice la lettura, ma anche il confronto tra prodotti.  

Le tempistiche: quali sono i prossimi passi 

A breve (la deadline ufficiale è il terzo trimestre 2024) sarà istituito un Forum Ecodesign composto da esperti designati dagli Stati membri (dai rappresentanti dell'industria ai commercianti, ma anche le associazioni dei consumatori e i soggetti coinvolti in attività dell'economia circolare) per definire misure di autoregolamentazione, campagne di informazione, sostegno alla PMI, nonché alla definizione delle priorità. Si passa poi, entro 19 aprile 2025, all’adozione primo piano di lavoro. Seguiranno prima la pubblicazione Atti Delegati sul divieto di distruzione dei beni invenduti e esenzioni (entro il secondo trimestre del prossimo anno) e poi quella degli Atti Delegati sul Passaporto Digitale di Prodotto (entro fine 2025). Per l’adozione delle prime misure ESPR, la scadenza prevista è il 2026.  

20 settembre 2024