Premi di architettura 2024: ecco chi ha vinto i più importanti

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Riken Yamamoto, Yokosuka Museum of Art - Ph. Tomio Ohashi 

Dal “Nobel degli architetti” all’EU Mies Award passando per le medaglie d’oro del RIBA e della Fondazione Alvar Aalto, i più prestigiosi riconoscimenti internazionali hanno premiato la capacità di riunire prestazioni tecnologiche e fattore umano, circolarità e attenzione al territorio

Una linea ferroviaria ad alto tasso di tecnologia, un padiglione studiato in base ai principi del “design for disassembly” e quindi pronto fin dalla nascita a diventare altro o a spostarsi altrove, una curatrice abile come nessun altro nel dare voce e spazio alle minoranze e due progettisti come Riken Yamamoto e Marie-Josée Van Hee che nella loro lunga carriera non hanno mai inseguito la spettacolarità preferendo concentrarsi su obiettivi immateriali come la coesione sociale o il benessere degli abitanti degli edifici da loro disegnati: dare uno sguardo ai vincitori dei più importanti premi di architettura assegnati nel corso del 2024 può darci degli indizi per capire in quale direzione si stiano muovendo la disciplina e, più in generale, la società. Per chi se li fosse persi, ve li raccontiamo in una carrellata. 

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Riken Yamamoto, Saitama Prefectural University - Ph. Tomio Ohashi

Pritzker Architecture Prize 2024

A vincere la 53esima edizione del premio di categoria più prestigioso al mondo è stato il progettista giapponese Riken Yamamoto. Nato a Pechino nel 1945 ma cresciuto a Yokohama, nella città di origine dei suoi genitori e nel contesto difficile della ricostruzione post-bellica, in cinque decenni di carriera ha disegnato edifici diversi per scala e tipologia, dall’abitazione privata al complesso residenziale pubblico e dal museo alla sede universitaria.

Le sue opere, meno appariscenti rispetto a quelle, per esempio, di Arata Isozaki, l’ultimo connazionale a essere stato premiato con il Pritzker nel 2019, sono legate da un filo rosso diverso dalla semplice ricerca estetica. Al centro del lavoro di Yamamoto c’è infatti l’attivazione di connessioni tra le persone che vivono insieme o si muovono negli stessi spazi come antidoto all’isolamento sociale. La Saitama Prefectural University, per esempio, realizzata nel 1999, è formata da nove edifici collegati tra loro da una fitta rete di percorsi, mentre la Nishi Fire Station di Hiroshima (2000), con le sue pareti di vetro, consente a chiunque di osservare dall’esterno l’operato dei vigili del fuoco e capire i complessi meccanismi che regolano il funzionamento della caserma. 

Anche i progetti residenziali non si limitano a creare spazi in cui gli abitanti possano vivere ma cercano di aiutarli a “fare comunità” incentivando gli incontri e gli scambi. “Una delle cose di cui avremo più bisogno nel futuro delle città è creare attraverso l’architettura  condizioni che moltiplichino le opportunità per le persone di stare insieme e interagire”, ha spiegato Alejandro Aravena, presidente della giuria e vincitore del premio nel 2016. “Sfumando attentamente il confine tra pubblico e privato, Yamamoto contribuisce positivamente andando oltre l’obiettivo dell’attivazione di comunità. È un architetto rassicurante che porta dignità nella vita di tutti i giorni. La normalità diventa straordinaria. La calma porta allo splendore”.  

 

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The Elizabeth Line, Grimshaw, Maynard, Equations e AtkinsRéalis - Ph. Hufton + Crow Photography 

RIBA (Royal Institute of British Architects) Stirling Prize 2024

Questo riconoscimento viene assegnato ogni anno dal Royal Institute of British Architects a un progetto particolarmente meritevole realizzato nel Regno Unito (dal 2014, prima la selezione era aperta ad architetture realizzate in tutta Europa) ed è uno dei più importanti al mondo.

L’edizione 2024 ha premiato una rete ferroviaria per pendolari, la Elizabeth Line, che corre per 163 chilometri da Reading o dall’aeroporto di Heathrow, entrambi a ovest di Londra, verso i sobborghi a est della capitale. Inaugurata nel 2022, la ferrovia è il frutto di una collaborazione tra diversi studi di architettura - Grimshaw, Maynard, Equations e AtkinsRéalis - e si è fatta notare per la sua attenzione a inclusività e sostenibilità, grazie a sistemi come il raffreddamento passivo o i sensori di movimento inseriti nelle scale mobili per ridurre gli sprechi di energia.

Il presidente della giuria Muyiwa Oki l’ha definita “un trionfo nella collaborazione tra gli architetti che offre una soluzione impeccabile, efficiente e magnificamente coreografica per il trasporto verso il centro città. È una tela ordinata che incorpora una serie di componenti architettonici raffinati per creare un’identità coerente per tutta la linea, permettendo a migliaia di passeggeri di muoversi ogni giorno con facilità”.  

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Lesley Lokko - Ph. Festus Jackson-Davis

RIBA Royal Gold Medal 2024

L’ordine degli architetti britannici assegna annualmente anche una medaglia d’oro, la Royal Gold Medal, a nome del re a una personalità che si è distinta per il suo contributo alla disciplina. A gennaio di quest’anno la vincitrice è stata la curatrice dell’ultima Biennale di Architettura di Venezia, l’architetta e studiosa scozzese di origine ghanese Lesley Lokko. La giuria ha lodato il suo impegno nel “democratizzare l’architettura” e “amplificare le voci sottorappresentate” nel mondo del progetto. “Sono arrivata all’architettura in cerca di certezze e risposte. Invece, ho trovato domande e possibilità, che sono maniere più ricche, curiose ed empatiche di interpretare il mondo e dargli forma”, ha spiegato Lokko nel ricevere l’ambita onorificenza.  

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House HdF, Zuidzande, Marie-Josée Van Hee - Ph. David Grandorge.

Alvar Aalto Medal 2024

Un’altra medaglia, progettata da Alvar Aalto e assegnata ogni tre anni dalla Fondazione a lui intitolata, dal Museum of Finnish Architecture, dall’Associazione finlandese degli architetti SAFA, dalla Società di architettura finlandese e dalla Città di Helsinki, è stata attribuita per la prima volta nella storia a una donna, l’architetta belga Marie-Josée Van Hee

La presidente della giuria, l’irlandese Yvonne Farell, ha dichiarato: “L’architettura di Van Hee è allo stesso tempo universale e personale, radicata nel luogo ma capace di parlare a tutti. I suoi edifici contengono spazi attentamente coreografati, con scelte ponderate per il movimento e un’intuizione spaziale che si fonde con una profonda comprensione dei bisogni umani. Al centro del suo lavoro c’è il costante riconoscimento della scala umana, la creazione di spazi dove le persone si sentano bene”

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Study Pavillion, Gustav Düsing e Max Hacke - Ph. Iwan Baan

EU Mies Awards 2024

Il progetto vincitore dell’edizione 2024 del più ambito premio di architettura europeo, indetto dalla Fondazione Mies van der Rohe a cadenza biennale e organizzato dal 2001 in collaborazione con la Commissione Europea, è lo Study Pavillion dell’Università Tecnica di Braunschweig, nel nord della Germania, degli architetti berlinesi Gustav Düsing e Max Hacke.

Si tratta di una struttura estremamente versatile, al punto da poter essere teoricamente smontata e riutilizzata nelle sue singole componenti, che non sono saldate tra loro, o addirittura riconfigurata in un luogo diverso in caso di necessità nello spirito dell’economia circolare. Quasi privo di partizioni interne fisse, il padiglione si presta a una molteplicità di usi e incoraggia la contaminazione tra discipline diverse.