Letter From: Mariam Issoufou Architects

salonemilano, mariam issoufou

Hikma Community Complex, Dandaji, Niger. Mariam Issoufou Architects e Studio Chahar

Una lettera dall’architetta nigerina fondatrice dello studio che porta il suo nome, con sedi negli stati Uniti e in Svizzera oltre che in Niger

Nato dieci anni fa nella capitale del Niger, Niamey, lo studio Mariam Issoufou Architects (in precedenza atelier masōmī) ha oggi uffici anche a New York e Zurigo. Il nostro obiettivo è mantenere un dialogo intimo tra architettura, persone e contesto più ampio. Così, anche se il lavoro si realizza in diverse località geografiche – dall’Africa all’Europa, passando per il Medio Oriente – il punto di partenza rimane sempre lo stesso. Ogni nostro progetto inizia con una ricerca approfondita, per imparare quanto più possibile sulle persone, il clima e la cultura delle regioni dove lavoriamo. Seguire un approccio che parte sempre prima dalla ricerca ci ha permesso di arricchire ogni progetto architettonico, di qualunque tipo fosse. Il nostro lavoro si basa su tre pilastri: sostenibilità intersezionale, nuove tipologie urbane e generazione di impatto sociale. 

Approccio intersezionale alla sostenibilità 

Crediamo nel valore dell’approccio intersezionale all’architettura. Questo significa che proteggere l’ambiente, per noi, è solo parte dell’equazione. Sostenere le persone, con il loro heritage culturale e i loro mezzi di sostentamento, è importante tanto assicurare il “tocco leggero” dei nostri progetti architettonici sul pianeta. Ci concentriamo sulla progettazione di edifici di alta qualità, reperendo le risorse il più possibile sul territorio e collaborando con imprese, artigiani e muratori locali, per fare in modo che i nostri progetti possano sostenere l’economia del luogo e, allo stesso tempo, assorbire il know-how locale. In casi come l’Hikma Community Complex, un progetto collaborativo tra Mariam Issoufou e Yasaman Esmaili, il nostro team è riuscito a includere anche alcuni muratori che avevano lavorato sulla moschea originale, permettendoci di imparare da loro molti metodi tradizionali, in particolare per la costruzione delle cupole.  

salonemilano, mariam issoufou

Niamey 2000 Housing, (united4design) 

salonemilano, mariam issoufou

Making of an Artisans’ Valley, Mariam Issoufou Architects

salonemilano, mariam issoufou

Niamey 2000 Housing, (united4design) 

salonemilano, mariam issoufou

Hikma Community Complex, Mariam Issoufou Architects e Studio Chahar

salonemilano, mariam issoufou

Niamey, Niger, Mariam Issoufou Architects

Salone del mobile Salone del mobile

Nuove tipologie urbane 

Affrontiamo la crescita delle città e i progetti di urbanistica con soluzioni di densità che corrispondono alle caratteristiche delle persone, del luogo e del patrimonio culturale locali. Le nostre città continuano a crescere, e questo rende ancora più importante trovare soluzioni in grado di soddisfare le esigenze dei residenti, anche considerando diverse scale economiche. Un esempio di progetto che ha seguito questa logica è Niamey 2000 Housing, in Niger, che abbiamo sviluppato come parte del collettivo di architettura united4design. Il progetto ha fornito un possibile prototipo per combattere la crisi abitativa in una città in forte espansione come Niamey. Aumentando la densità, Niamey 2000 rappresenta un nuovo modello di edilizia urbana in una città di oltre un milione di abitanti, dove la maggioranza della popolazione è povera (solo circa il 20% dei residenti potrebbe appartenere almeno alla classe media). Il progetto si è ispirato a città precoloniali come Timbuctu in Mali, Kano in Nigeria o Zinder in Niger, un tempo tutti centri urbani ad alta densità. Le configurazioni organiche di queste città, composte di case “intrecciate” in modo intricato, erano spesso alte due o tre piani ma riuscivano a mantenere un senso di privacy e intimità. 

Impatto sociale 

Consideriamo l’intero ciclo di vita degli edifici su cui lavoriamo, incluso il loro impatto sugli utenti finali e sull’ambiente. Che si tratti di sviluppare un centro culturale che affronti le tensioni tra dimensione secolare e religiosa, progettare un museo che renda omaggio alla storia del territorio, o concettualizzare mostre per la Biennale di Architettura di Venezia o il Museo MAXXI di Roma, le domande che ci poniamo rimangono le stesse. Ma le soluzioni appariranno diverse a seconda della posizione geografica. Abbiamo ricevuto il Lafarge Holcim Award per l’architettura sostenibile per l’Hikma Community Complex e, più di recente, lo studio ha ricevuto il premio Impact in Design agli Architizer A+ Awards. Riconoscimenti come questi ci incoraggiano a continuare con fermezza verso il nostro obiettivo di catalizzare un cambiamento positivo di fronte alla crisi climatica, garantendo allo stesso tempo che tutti gli utenti finali possano accedere a un tipo di architettura dignitosa, indipendentemente dalle loro condizioni economiche. 

16 settembre 2024