Jarman, Leonardi/Stagi, Oudolf: tre classici per paesaggisti
Scritti in epoche diverse, contengono tutti i segreti per organizzare un giardino d’autore. A partire dalla profonda conoscenza della botanica
Come deve essere un giardino che sappia emozionare in un periodo storico come il nostro in cui le forme troppo definite si scontrano con una contemporaneità anche psicologica sempre più fluida e confusa?
A questa domanda rispondono ognuno con una cifra diversa, tre libri di paesaggisti la cui creatività si è espressa in diverse maniere: Derek Jarman (1942-1994) è stato anche regista e sceneggiatore, Cesare Leonardi (1935-2021) e Franca Stagi (1937-2008), architetti, Piet Oudolf (1944), scrittore. La loro è una riflessione a tutto tondo, che parte da un profondo amore e un’attenta conoscenza delle piante ma mette in campo anche la loro personalità variegata e visionaria.
I giardini che ne scaturiscono sono strani, ricchi di stimoli come oggetti apparentemente estranei alla botanica, dove un primo sguardo coglie una sorte di caos come elemento principale, ma dove invece prevale un rodine dettato da una speculazione a tratti filosofica, un’attenta capacità di ascolto delle emozioni e un dialogo serrato a tratti ancestrale con la parte floreale del nostro universo.
Il giardino di Derek Jarman
“Il paradiso è l’ossessione dei giardini”, scrive Derek Jarman, “e anche il mio ne è ossessionato”. Se l’attività di regista dell’autore è stata spesso imperniata su temi come sessualità e violenza, il suo giardino assomiglia davvero a un paradiso.
Questo libro, anche attraverso le immagini scattate dall’amico fotografo Howard Sooley, è un diario dello sviluppo di quell’ambiente dall’inizio, nel 1986, fino a un anno prima della scomparsa di Jarmal, il 1993. La location, trovata per caso durante un viaggio nel Kent, è un’arida, piatta e desolata distesa di ciottoli con la centrale nucleare di Dungeness all’orizzonte. Jarman, appassionato di botanica fin dall’infanzia, riuscì a unire l’occhio del pittore alla conoscenza di piante e fiori senza dimenticare l’ecologia.
Nel suo paesaggio convivono anche selci, conchiglie e detriti di legno trovati sulla spiaggia di Dungeness, sculture composte di pietre, vecchi attrezzi e objets trouvés, piante autoctone e cespugli e fiori coltivati. Le fotografie scattate da Sooley ritraggono le diverse angolazioni del giardino svelando la sua complessa pianta geometrica, i suoi magici cerchi di pietre e affascinanti e bizzarre sculture.
Titolo: Il giardino di Derek Jarman
Autori: Derek Jarman con fotografie di Howars Sooley
Traduzione: Fiorenza Conte
Casa editrice: Edizioni Nottetempo
Anno di pubblicazione: 2019
Pagine: 144 pagine
L’Architettura degli Alberi
“Dunque bisogna conoscere gli alberi per progettare i parchi; conoscerli uno a uno, e anche sapere che il disegno di un parco è il disegno di un divenire, la proposta di un meccanismo di trasformazione, di crescita, di vita e di morte”, disse Franca Stagi.
Un meccanismo in trasformazione, dunque, l’idea del giordino degli autori. Pubblicato per la prima volta nel 1982, il volume viene oggi riproposto da Lazy Dog Press, per l’edizione italiana, e Princeton Architectural Press, per quella in lingua inglese, ed è corredato da oltre 500 illustrazioni di alberi e 212 di specie arboree, tutte in scala 1:100, con e senza fogliame, con i diagrammi delle proiezioni delle ombre durante le ore della giornata e nel corso delle stagioni, dalle tabelle di variazione cromatica stagionale delle chiome e da 393 schede descrittive di ogni famiglia (53), genere (128) e specie (212), con 185 disegni particolari di foglie, fiori e frutti.
Si tratta di un’opera difficile da classificare, a metà̀ tra lo strumento scientifico, riconducibile a pieno titolo alla secolare tradizione manualistica, e un singolare «prodotto di amore e ossessione», come lo ha definito l’architetto e critico Joseph Grima. Una apparente contraddittorietà, che sembra riflettere la personalità dei due autori che ebbero dal 1963 al 1983 uno studio di architettura a Modena: impulsivo e incontenibile Cesare Leonardi (1935), rigorosa e determinata Franca Stagi (1937- 2008), ma un insostituibile strumento per professionisti, architetti, paesaggisti e designer, o anche per chiunque subisca l’irresistibile fascino del meraviglioso mondo degli alberi.
Titolo: L’Architettura degli Alberi
Autori: Cesare Leonardi e Franca Stagi con testi di Laura Contie Augusto Pirola
Casa editrice: Lazy Dog Press e Princeton Architectural Press
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 424 pagine
Planting. A New Perspective
I giardini di Piet Oudolf sono sorprendenti, emozionati e difficili da definire. La combinazione di piante perenni e alberi, colori sofisticati e sequenze apparentemente caotiche si traduce in ambienti calmi ma emozionanti, che attingono a una risonanza emotiva avvincente.
Da tutti conosciuto come uno dei più abili paesaggisti internazionali, nei lavori più recenti Oudolf introduce schemi integrati, dove le varie specie si mescolano e si fondono senza però soffocarsi. Ecologia e caratteristiche delle varietà botaniche sono alla base di queste opere, con un continuo rimando al benessere ambientale.
Piet Oudolf con il fotografo Noel Kingsbury (uno dei massimi esperi del Regno Unito di piantumazioni naturalistiche) sanno perfettamente come si comportano le piante nelle diverse stagioni e condizioni, cosa accade alle loro radici, quali specie è meglio accostare. Lettura essenziale per tutti coloro che vogliano realizzare giardini in sintonia con l’ambiente circostante, che rispettino la biodiversità e, nel contempo, nutrano l’animo umano, il volume presenta vari progetti di realizzazione originali degli outdoor di Oudolf, una directory dettagliata con informazioni precise sulle varie piante come aspettative di vita, la resistenza dei semi, la tendenza a diffondersi e la propensione all’autosemina.
Titolo: Planting. A New Perspective
Autori: Piet Oudolf con fotografie di Noel Kingsbury
Casa editrice: Timber Press
Anno di pubblicazione: 2013
Pagine: 280 pagine