Shooting, quando il luogo dà forma all’idea

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Campeggi, Poppy, photo courtesy

Due aziende storiche del Made in Italy, Zanotta e Campeggi, raccontano il loro rapporto con l’immagine, la location, la comunicazione. Perché è dalla scelta di uno spazio che nascono storie capaci di resistere allo scorrere del tempo

Tra i tanti aspetti che determinano un individuo nella sua identità, il “luogo” è certamente uno di quelli che non possono mancare. Dove si nasce, dove si cresce, dove si vive sono tutti perimetri, connotati nel tempo e nello spazio, che contribuiscono a definire la persona che si diventa, un quadro composito dove il contesto gioca un ruolo di primaria importanza. Anche nel mondo della comunicazione, soprattutto visuale, lo spazio dove si dà forma a parole, idee, oggetti riveste una posizione di rilievo. Vicinanza e lontananza, contemporaneità e tradizione, emozione e funzionalità: nella scelta di un luogo, per uno shooting, per il catalogo prodotti, per una pubblicità internazionale, si può cogliere molto più di quello che, semplicemente, si vede al primo impatto.

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Zanotta, Reale CM table, Tonietta chairs, Sacco chair, Mezzadro stool, 2021 trade catalogue, photo courtesy

È il caso dell’ultimo catalogo realizzato da Zanotta, Z: is now, dove il linguaggio si fa più immersivo, autentico ed emozionale, la comunicazione più spontanea, la narrazione per immagini più intima e confidenziale. L’obiettivo? Esplorare la dimensione più privata della persona: la casa. Da qui la scelta di comunicare attraverso dodici scatti di vita reale, firmati da Pietro Baroni, dodici fotogrammi dell’abitare contemporaneo e del vivere quotidiano, che spostano il focus dall’oggetto in sé alla relazione che si instaura con chi lo utilizza. “Cerchiamo di mettere le persone al centro del progetto con le proprie abitudini, i gusti e le passioni, mettendo in scena la vita quotidiana”, spiega Giuliano Mosconi, presidente Zanotta. “Per il catalogo Z: is now abbiamo abbandonato l’idea di un set fotografico costruito, preferendo scattare i prodotti in casa di persone reali, ciascuna con la propria vita e con la propria storia, tutte diverse e uniche. Queste dodici personalità ci hanno dato accesso ai loro mondi e accolto nella dimensione più intima: la casa. Insieme a loro abbiamo scelto i prodotti che meglio potevano inserirsi in quello spazio, mantenendo oggetti personali e decorativi al proprio posto, incorporando gli arredi Zanotta all’esistente e amalgamandoli al vissuto della casa. Come accade normalmente quando una persona aggiunge un nuovo pezzo al proprio arredamento”.

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Zanotta, Pianoalto sofa, 2021 trade catalogue, photo courtesy

Una delle ultime novità dell’azienda, riferimento del design made in Italy, i cui prodotti sono stati premiati con quattro Compassi d’Oro ADI ed esposti in oltre cinquanta musei del mondo, è l’incontro con la cultura cinese, in particolare la Contea di Yongding, provincia del Fujian. Non è la prima volta che i prodotti Zanotta vengono inseriti in un’architettura di un’altra epoca e di un’altra cultura, ma è la prima volta che questo accade in un edificio cinese di inizio Novecento. Si tratta dello Zhencheng Earth Building, tradizionale edificio rurale delle zone montuose della Cina sud-orientale – chiamato Fujian tulou – simbolo della cultura Hakka, costruito nel 1913.

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Zanotta, Living Earth Building, Zhencheng, XiamenFushionM, ph. 1988 Photography

“Quando ci poniamo su mercati differenti, adottiamo la medesima strategia di comunicazione: lasciamo che sia il prodotto a parlare e stabilire una relazione, adattandosi ai diversi contesti con naturalezza e spontaneità”, spiega il presidente Mosconi. “I prodotti Zanotta sono trasversali a qualsiasi epoca e cultura. Una proposta non standardizzata su codici globali stimola la libertà di scelta senza imporre uno stile, riportando al centro la vita, le emozioni e le relazioni. Riceviamo dal rapporto con il consumatore cinese nuove suggestioni e letture sui nostri prodotti che consideriamo inedite e ci aiutano a scoprire nuovi ambiti di comunicazione”.

La collaborazione con FushionM, partner esclusivo di Zanotta sul territorio di Xiamen, aiuta la presentazione delle nuove collezioni e delle icone del brand italiano alla comunità cinese attraverso una narrazione per immagini dove elementi naturali e antropici si fondono in un unicum spazio-temporale. Suggestivi scatti fotografici raccontano l’incontro tra il made in Italy di Zanotta e la cultura e l’architettura cinese nello Zhencheng Earth Building: un luogo reale, vivo, ricco di significati e di stratificazione di esperienze storiche in cui rappresentare il continuo evolvere della vita e i nuovi modi dell’abitare.

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Zanotta, Bedding Earth Building,  Zhencheng, XiamenFushionM, ph. 1988 Photography

A una distanza di meno di 30 chilometri in auto – da Nova Milanese ad Anzano del Parco –, un’altra realtà storica del design italiano svela come l’incontro con un talento della grafica, Italo Lupi, abbia determinato molto più di una collaborazione creativa. A raccontarlo è uno dei figli del fondatore di Campeggi, Marco Campeggi, che, tratteggiando il rapporto dell’azienda con la comunicazione, ne coglie un punto saliente: la fedeltà, la coerenza nella rappresentazione di sé. “Da oltre 40 anni collabora con noi Italo Lupi, che ha sempre seguito tutta la grafica dei nostri prodotti, mentre i testi e le copertine sono opera di Steven Guarnaccia: con i suoi disegni molto stilizzati, porta su carta, richiamandoli, i nostri prodotti”, spiega Campeggi, delineando i punti di riferimento creativi dell’azienda, fondata nel 1958, pioniere del trasformabile.

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Campeggi, Sneaker, ph. credit Efrem Raimondi

Nel catalogo Campeggi, ci sono foto realizzate nella Fondazione Bisazza, nelle ville storiche, all’asilo Sant’Elia di Como o nei palazzi storici di Milano, suggeriti, spesso, da Italo Lupi. Altre sono scattate in sala posa su fondo bianco per dare vita a dei rendering, anche se questa non è una via particolarmente sentita da Campeggi, alla guida dell’azienda di famiglia, insieme al figlio e ai nipoti. “Sono vecchio stampo, non sono convinto dell’efficacia del rendering, cioè se si tratta di un prodotto commerciale, il rendering va benissimo, ma se è un prodotto di design, come il nostro, non credo sia una scelta funzionale, perché restituisce un risultato freddo che non dà la giusta importanza all’oggetto, non ne rivela la consistenza. Per far capire l’innovazione e i meccanismi di un prodotto, una villa del Settecento è sempre la soluzione migliore. È un costo non tanto economico, ma organizzativo, perché bisogna tenere insieme istanze differenti”. A fare da trait d’union fra prodotto e location, c’è sempre Italo Lupi che, nel tempo, ha spaziato fra il Museo della Triennale, Expo Milano 2015 e il Museo del Novecento. “Un catalogo fatto dal vero è sempre la cosa più bella, anche se non è detto che il consumatore finale colga l’essenza di questa scelta in contrapposizione a una realizzazione puramente digitale. Sono, però, foto che rimangono per la scelta del luogo e dei colori”, commenta Campeggi, citando i fotografi Efrem Raimondi ed Ezio Prandini.