Il futuro del workplace passa per l’innovazione, la parola ai brand

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Dopo due anni di incertezze, Fantoni, Lago, Arper e Ritzwell parlano di un settore in ripresa, che non ha mai smesso di investire in soluzioni che rispondano a nuove esigenze di lavoro. In ufficio come a casa

Parlando del futuro del workplace, sono quattro le immagini che Alessandro Fantoni, direttore commerciale del brand Fantoni, ha in mente: il dipendente che, lavorando da casa, ha dovuto trovare uno spazio confortevole ma silenzioso, dove concentrarsi per un paio di ore. All’ora di pranzo, poi, si stacca dal pc restando in piedi mentre si destreggia tra power point e fornelli. Terzo elemento: lavorando da casa, il brusio è scomparso. Infine il rito del caffè, trasformato in una pausa fluida, tra una mail e l’altra. “La prima immagine si lega alla tendenza da parte delle aziende a ricercare per i loro uffici sempre di più salette e spazi dove concentrarsi per un breve periodo, la seconda risponde alla crescente domanda di tavoli regolabili in altezza e la terza alla necessità di zone con confort acustico. La quarta ci ricorda infine la necessità del collaboratore di vivere le aree di condivisione informale”.

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Fantoni, Acoustic Room, photo courtesy Fantoni

Tutto questo si traduce ovviamente nella produzione di Fantoni, la cui divisione mobili per ufficio ha chiuso l’anno 2021 con un giro d’affari da 35 milioni di euro: “Per noi, un risultato quasi inaspettato visto il periodo”. L’incremento rispetto ai target si è visto soprattutto nelle Acoustic Room (+55%), ma anche nei sistemi fonoassorbenti (+33%) e nei sistemi arredo (+5%). A livello industriale, poi, Fantoni appena prima della pandemia aveva investito 8 milioni in una nuova linea di sezionatura, appena entrata in funzione: “Un importante investimento legato all’automazione, fatto nell’ottica di migliorare sempre di più la qualità, ma anche ridurre tempi, costi ed errori, e ci aspettiamo che questo investimento abbia ricadute positive per il 2022”. Durante questo Salone, prosegue Fantoni, il brand proporrà una scrivania prodotta al 100% con materiale riciclato e riciclabile, ma anche nuove soluzioni che riguardano il cablaggio: “Gli abitanti dell’ufficio adotteranno sempre di più il desk sharing in futuro e dovranno staccare in modo semplice e veloce i loro device. Novità anche per Acoustic Room, ovviamente, e riproporremo la collezione regolabile in altezza Meet Up, che abbiamo presentato con successo al supersalone”.

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Lago, Tavolo Wadi, design Daniele Lago, photo courtesy Lago

“Il futuro sarà sempre più ibridato tra esperienze fisiche e digitali” concorda Daniele Lago CEO e Head of Design del brand Lago: “Gli ultimi anni ci hanno insegnato che dobbiamo allenarci alla flessibilità, e che smart working e e-learning sono aspetti sempre più presenti nelle nostre vite. Dialogando con la nostra community abbiamo capito che queste esigenze rappresentano un tema centrale per le abitazioni del futuro. Per questo motivo continueremo a lavorare e a concentrarci sulla realizzazione di arredi in grado di ridisegnare gli ambienti, rispondendo ai nuovi bisogni di spazio e flessibilità”.

Anche il bilancio Lago è stato positivo: il fatturato è cresciuto di quasi il 40% rispetto all’anno precedente, superando i 57 milioni di euro di ordinato, grazie all’innovazione dei modelli organizzativi e ad un nuovo stabilimento. Il brand riporta soddisfazione anche rispetto ai numeri in crescita dei mercati asiatici e statunitensi, che hanno visto una forte crescita dei rispettivi volumi d’affari, confermando la spinta all’internazionalizzazione attuata dall’azienda negli ultimi anni. In crescita anche la presenza digitale: con oltre 3,5 milioni di visite al sito, la società ha registrato il +40% di sessioni rispetto all’ultimo biennio: “Il 2021 ci ha visto spingere l’acceleratore sull’innovazione a tutti i livelli, con iniziative legate al rapporto con la nostra community soprattutto attraverso il mondo digitale, che ci vede in costante crescita” prosegue Daniele Lago. “Il 2022 è partito in maniera molto decisa e la nostra presenza al Salone di giugno sarà ricca di novità, con un occhio di riguardo agli investimenti finalizzati a dar vita ad un futuro sempre più sostenibile”.

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Arper, collezione Kinesit, design Lievore Altherr Molina, photo courtesy Arper

Il tema dell’innovazione diventa quindi la parola chiave per comprendere come le aziende del settore guardino al tema del workplace. In particolare dopo un 2021 complesso per tutto il comparto contract, che ha risentito delle difficoltà legate alla pandemia, ma anche i rincari delle materie prime e le difficoltà di reperimento dei materiali, ricorda Claudio Feltrin, presidente di Arper: “Per noi è stato molto importante non smettere di investire, nonostante il momento. Ci siamo concentrati sul migliorare le nostre performance, in vista della ripresa. Proprio nel 2021 abbiamo inaugurato Arper Lab, 1400 mq dedicati alla progettazione, realizzato negli spazi della nostra sede”. Feltrin ricorda anche che gli ultimi due anni hanno accelerato – e per certi versi distorto – i cambiamenti già in corso, portando da un lato da una sorta di collasso tra gli spazi domestici e quelli della casa, dall’altra sollecitando una riflessione sul significato dei luoghi di lavoro più istituzionali, di socializzazione e di aggregazione: “È proprio su queste basi che la progettazione sta facendo un grande lavoro di ripensamento dei luoghi deputati al lavoro. Spazi e arredi, oggi più che mai, devono essere progettati per agevolare e favorire occasioni di incontro e scambio” continua Feltrin. “Questo approccio ad un design trasversale e modulare caratterizza da sempre Arper”. Per il brand, spiega, l’assenza di confini tra gli spazi domestici e quelli di lavoro si esprime proprio attraverso prodotti che si inseriscono armoniosamente in entrambi i contesti, e questo deve applicarsi anche alle sedute operative come Kinesit, lanciata nel 2014: “Lo scorso anno abbiamo sentito l’esigenza di proporne una versione con un home feeling più spiccato, proprio perché abbiamo intercettato il trend dell’home work e abbiamo immaginato la nostra idea di seduta operativa per la casa”. Così è nata Kinesit Met, realizzata con finiture e texture più calde per i rivestimenti e un trattamento particolarmente elegante per le basi in alluminio, in finiture metalliche nei colori del rame, del grigio chiaro e dell’antracite.

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Ritzwell, MO Bridge Small Desk e MO Bridge Stool, design Shinsaku Miyamoto, photo courtesy Ritzwell

Anno positivo anche per Ritzwell, che riporta un aumento delle vendite anno su anno del 110% nel 2020 e del 122% nel 2021, sempre anno su anno: “Nel 2021 la quota di mercato europeo era superiore al 60% della quota di mercato mondiale: ora il mercato europeo è il mercato principale di Ritzwell” spiegano dall’azienda. “Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, il MO Bridge Small Desk si è rivelato molto adatto come postazione di lavoro domestica sia per le necessità dovute dalla pandemia ma anche grazie al diffondersi di un lavoro più flessibile che vede spesso alternare lavoro in presenza e lavoro da casa”. Disegnata da Shinsaku Miyamoto, è una scrivania che combina volumi puri in noce o rovere massiccio con una superficie decorativa in pelle. Grazie al suo design essenziale, spiegano da Ritzwell, è perfettamente adatto ad essere inserito in ogni tipo di ambiente. “Spesso viene associato al MO Bridge Stool, sempre firmato da Shinsaku Miyamoto, una seduta che gioca su un intreccio di cuoio pregiato in abbinamento con la struttura in legno”. Secondo Ritzwell, un'altra tendenza degli spazi di lavoro più prestigiosi è quella di dedicare sempre maggiore importanza a spazi eleganti e rappresentativi, che vengono utilizzati come aree break ma anche per riunioni informali e conviviali: “Ambienti in cui si possa ritrovare calma e pace anche attraverso un certo richiamo al contatto con la natura – e gli arredi Ritzwell realizzati sempre con essenze lignee e materiali naturali come cuoio e pelle riescono a dare un contributo fondamentale in questa direzione”.

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