Il Serpentine Pavilion 2022 affidato a Theaster Gates

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Serpentine Pavilion 2022, Black Chapel, render © 2022 Theaster Gates Studio

Il Serpentine Pavilion è una delle più prestigiose commissioni crossover tra arte e architettura il cui progetto, quest'anno, è stato realizzato dall’artista e urbanista di Chicago Theaster Gates con il supporto architettonico di Adjaye Associates

La Serpentine Gallery è ospitata, dal 1970, in un ex padiglione del tè degli anni '30 progettato da James Gray West all'interno dei Kensington Gardens presso Hyde Park, Londra.

 

Dall'anno 2000 commissiona a un architetto o uno studio internazionale un padiglione estivo che viene installato nel prato antistante la galleria e rimane a accesso libero da giugno a ottobre. L'ingaggio ha visto alternarsi i nomi più altisonanti dell'aristocrazia progettuale.

 

Zaha Hadid, Daniel Libeskind, Toyo Ito, Oscar Niemeyer, Alvaro Siza e Eduardo Souto de Mora, Rem Koolhaas, Olafur Eliasson, Frank Gehry, SANAA, Jean Nouvel, Peter Zumthor: non è l'albo d'oro del premio Pritzker bensì la cronologia delle prime assegnazioni. Alcune creazioni, come la "nuvola" / giardino architettonico di Sou Fujimoto (2013), persistono nell'immaginario ben oltre l'effimera durata trimestrale dell'installazione.

Theaster Gates portrait by Sara Pooley

Theaster Gates, ph. Sara Pooley

In anni recenti la commissione guidata dal direttore artistico Serpentine, Hans Ulrich Obrist, ha scelto di indirizzarsi non più verso i grandi nomi affermati bensì ai talenti emergenti in una prospettiva geografica sempre più policentrica e globale. Quindi, l'anno scorso, il padiglione firmato dalla sudafricana Sumaya Vally fondatrice di Counterspace, e in precedenza Frida Escobedo, Diébédo Francis Kéré.

 

Quest'anno la scelta è caduta su Theaster Gates, artista e urbanista di Chicago il cui profilo risponde precisamente alla collocazione nel territorio ibrido e indefinito tra progettazione e gesto artistico che identifica i padiglioni Serpentine.

 

Gates è scultore, ceramista, performer oltre che teorico e attivista. Ha esposto o realizzato performance ovunque (da Documenta (13) alla Haus der Kunst di Monaco, dal Palais de Tokyo alla Fondazione Prada) e soprattutto è impegnato tramite la Rebuild Foundation nel recupero di spazi abbandonati in favore delle comunità marginalizzate, in primo luogo quella afroamericana. Inoltre il suo lavoro artistico ruota attorno al concetto di "Black space" come "esercizio formale definito dal desiderio collettivo, dall'agency artistica e dalle tattiche di un pragmatico".

 

Lo "spazio nero" è tanto fisico quanto culturale come testimoniato dalle opere "Plantation Lullabies" del 2017 dove furono raccolti 4000 pezzi di quelli che definì "negrobilia" (monete, figurine, spartiti eccetera) o "Black Vessel" realizzata nella galleria Gagosian di New York nel 2020 e centrata sul sovrapporsi dei temi del lavoro manuale e dell'amore materno e in parallelo dal progetto di trasformazione dei dock di Liverpool dove, insieme a Asif Khan Studio, David Adyaje e Mariam Kamara, realizzerà un Museo Internazionale della Schiavitù che porti all'emersione evidente nello spazio urbano della storia rimossa dello schiavismo e della tratta che, dalle colonie, si concludeva sui pontili delle città britanniche.

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Serpentine Pavilion 2022, Black Chapel, render © 2022 Theaster Gates Studio

Coerente con la linea del suo progettista fin dal nome, il padiglione Serpentine 2022 si chiama "Black Chapel": l'aggettivo suggerisce una determinazione identitaria, il sostantivo rimanda a una funzione ma ancor più a un'area suggestiva. La definizione geografica è ibrida. L'ispirazione alle fornaci di Stoke-on-Trent e la fattura quasi interamente in legno vogliono omaggiare la tradizione manifatturiera inglese tuttavia l'autore non rinuncia a segnalare il suo radicamento nella città dove è nato e vive trasportando letteralmente degli elementi: nella struttura è installata una campana proveniente dalla chiesa dismessa di San Lorenzo, nel South Side di Chicago, la zona dei ghetti, della povertà, della segregazione e della criminalità, abitata al 93% dalla comunità afroamericana.

 

La cappella rimanda all'ambito più generico della spiritualità laica e transconfessionale che ha illustrissimi antecedenti nell'arte contemporanea, fino alla Rothko Chapel di Houston. A conferma dell'afflato panteista, la forma circolare con oculus ellittico da dove entrerà la luce naturale.

 

È lo stesso Thames a spiegare il concept: “The name (...) Black Chapel also suggests that in these times there could be a space where one could rest from the pressures of the day and spend time in quietude. I have always wanted to build spaces that consider the power of sound and music as a healing mechanism and emotive force that allows people to enter a space of deep reflection and/or deep participation”.  

 

Il padiglione è stato realizzato con il supporto architettonico di Adjaye Associates e resterà aperto al pubblico fino al 16 ottobre.