Cherine Magrabi: la filantropia? È rispondere a un bisogno
La fondatrice e curatrice di House of Today, organizzazione non profit di base a Beirut che sostiene giovani designer libanesi, si avvicina ai 10 anni di attività durante i quali ha lanciato nomi come Khaled El Mays, David/Nicolas, Stéphanie Moussallem, Carlo e Mary-Lynn Massoud
“Scalda il cuore vedere a Milano tanti designer libanesi, riuniti qui per far vedere il loro lavoro”. Cherine Magrabi Tayeb, imprenditrice e mecenate, è direttrice creativa e della comunicazione della catena di ottica di famiglia Magrabi con oltre 200 punti vendita di lusso in Medio Oriente. Soprattutto, è la fondatrice e curatrice dell’organizzazione non profit House of Today che a Beirut aiuta e supporta i giovani designer. Magrabi ha partecipato all’Open Talk del “supersalone” dedicato alla filantropia.
La filantropia è l’arte della generosità. Se qualcuno ha bisogno di qualcosa, tu puoi aiutarlo e fare la differenza come individuo. Se c’è una necessità, tu puoi essere presente. In Libano c’erano molti giovani designer, con tanto talento ma nessun sostegno. Ho solo cercato di prenderli per mano e sostenerli. Appena abbiamo visto i risultati di questo lavoro, abbiamo ampliato il programma adattandolo di volta in volta alle esigenze della situazione.
Possiamo dire che il Covid è un problema secondario in Libano visto che nel Paese è in corso una grave crisi economica. È difficile per i designer produrre le proprie opere. In più c’è stata l’esplosione di Beirut nell’agosto 2020. La zona del porto, dove è avvenuta, rappresentava un’area della città in cui si erano insediati diversi laboratori creativi e molti designer avevano là il proprio spazio. Per esempio, David/Nicolas: nella deflagrazione hanno perso il loro studio. Noi abbiamo cercato subito di portare un aiuto concreto, raccogliendo donazioni per permettere loro di tornare subito in pista. Abbiamo offerto sostegno finanziario e morale. Un designer ha bisogno di un ambiente stimolante.
Quando conosciamo i designer, esploriamo a fondo la loro disciplina e cerchiamo di metterli in dialogo con qualcosa di completamente diverso da quello a cui sono abituati. Abbiamo un programma che permette loro di lasciare il Paese per evolvere, lontano da casa, per esempio. Inoltre, cerchiamo sempre di promuovere lo scambio con gli artigiani. Prendiamo il caso di Stéphanie Moussallem: ha potuto lavorare con i maestri del centro storico di Napoli, sperimentando tecniche tradizionali come l’intaglio del legno in collaborazione con Made In Cloister, all’interno della prossima Edit Napoli (dal 29 al 31 ottobre, ndr). Oppure il duo Sayar & Garibeh: il loro stile pulito e minimale, dopo il bellissimo tavolo Morph realizzato insieme a Katie Stout, è diventato più personale. L’idea alla base del nostro lavoro è esplorare il potenziale attraverso il dialogo e le diverse connessioni.
Khaled El Mays: dopo un passaggio a Design Miami nel 2017 ha iniziato uno scambio con Nina Yashar della Nilufar Gallery di Milano (durante la Design Week il Nilufar Depot ha ospitato la personale Jungle del designer libanese, ndr). Ma anche gli stessi David/Nicolas: il loro primo commissionato era un cabinet, evoluzione di un workshop di ebanisteria. Carlo e Mary-Lynn Massoud hanno partecipato all’asta di design contemporaneo CTMP, a Milano il 14 settembre, insieme alla stessa Stéphanie Moussallem e a Tamara Barrage. È molto gratificante vedere come sono cominciate le cose e poi l’investimento e l’impegno da parte loro. Siamo sempre alla ricerca di ispirazioni, di nuovi trend, la sostenibilità, per esempio.
È un Paese sempre in difficoltà. Per questo hanno un importante significato: celebrano il lato positivo e bello del Libano, diventandone gli ambasciatori.