Appassionato, multicanale, sostenibile: il design raccontato dai magazine
Abbiamo chiesto a Elledecor.it, 90+10 ed Espaces Contemporains come si stanno preparando in vista del Salone del Mobile.Milano 2022 e cosa tenere d’occhio nel design che verrà
Inizia questa settimana l'appuntamento per scoprire il mondo del design filtrato dallo sguardo privilegiato delle redazioni, che tengono traccia dei cambiamenti nei modi dell'abitare e del progettare, per raccontarli ai lettori componendo un panorama ricco e sfaccettato. Questa settimana: Elledecor.it, 90+10 (Argentina) e Espaces Contemporains (Svizzera).
È Roland Durussel, il direttore del magazine svizzero Espaces contemporains a rivelare l'arma segreta del successo di una rivista: la passione. “Essere editori di giornali è diventata una vera sfida”, spiega, dal momento che dalla nascita della rivista - nel 2004 - a oggi, sono molte le cose ad essere cambiate. Espaces contemporains festeggia proprio questo mese il suo centesimo numero, pietra miliare di un percorso di perseveranza ed entusiasmo: “Un'opportunità per guardare nello specchietto retrovisore, per considerare ciò che abbiamo realizzato e raggiunto, e valutarlo attraverso la lente del tempo e dell'esperienza. È anche un'opportunità per guardarsi in maniera introspettiva ed analitica. Ed è soprattutto il momento di guardare dritto al futuro.”
Un futuro al quale guarda con impegno concreto la redazione di Elledecor.it, chiedendosi come andare incontro al meglio a questa sfida: come raccontare il design oggi, come entra nelle case, in che direzione va la produzione, cosa pensano i designer e da quali impeti immaginano gli oggetti che poi entrano a far parte del nostro molto. Il direttore Alessandro Valenti sottolinea quindi come Elledecor.it si stia preparando all'appuntamento di giugno, con un programma studiato ad hoc fin nel più minimo dettaglio, producendo contenuti di critica, recensione e selezione e affiancando uno sguardo potente sul mondo social: “Con il Salone alle porte si torna a parlare da una parte di anteprime dei prodotti, diffuse e promosse da piattaforme digitali come la nostra, e dall’altra di cosa si vedrà di persona in fiera. Le preview delle collezioni, dunque, e l’esperienza dal vivo, particolarmente attesa quest’anno. L’impressione è che, finalmente, online e offline siano complementari e intreccino relazioni promettenti. È con questo punto di vista che elledecor.it ha deciso di raccontare l’edizione 2022 della manifestazione, compreso quanto le ruota intorno. In attesa della fiera il focus sarà sui progetti già rilasciati dalle aziende: attraverso rubriche multicanale, lanciate dalla sezione Design Show del sito, ne leggeremo gli elementi di novità (e di innovazione), intervisteremo chi li pensa (e chi li produce), ne racconteremo le prestazioni.
Dal 7 al 12 giugno, cambierà il passo: sarà la volta della pubblicazione di una guida smart, digital e multipiattaforma pensata come un’agenda quotidiana per orientarsi e scegliere cosa vedere. Spazio anche ad una nuova generazione di newsletter: il format si chiamerà Elle Decor Daily News e raggiungerà 1,3 milioni di fan su Facebook, 890 mila follower su Instagram e, grazie alla collaborazione con Syncronia, un database di 330.000 iscritti tra architetti e designer e offrirà loro la possibilità di prenotare visite ed eventi.
Poi ci sarà il reportage live: entrando e uscendo fisicamente dai padiglioni, sfruttando la multimedialità, parleremo di abitare, di stili di vita, di modi di vivere, cercando di cogliere il potenziale che c’è dietro gli oggetti e la loro relazione con i corpi. L’experience sarà in primo piano. Del resto, come scrive Emanuele Coccia: 'Abitiamo davvero solo le cose. Sono gli oggetti a ospitare il nostro corpo, i nostri gesti, ad attirare i nostri sguardi, a impedirci di scontrarci con la superficie squadrata, perfetta geometrica della casa, a proteggerci dalla sua violenza. La scatola-casa è, da un punto di vista tecnico, una forma di deserto, una struttura puramente minerale'.”
A delineare invece la traiettoria “at large” di dove andrà il design è Marcela Fibbiani, direttrice del magazine argentino 90+10: verso un consumo più responsabile. Una direzione imprescindibile e argomentata dai grandi cambiamenti che la redazione di 90+10 monitora nel mondo del design e nel mondo del pensiero contemporaneo: “Le parole visionarie del designer e teorico Víctor Joseph Papanek (Vienna, 1923 - Kansas, 1998) - che ha dedicato la sua vita allo studio della responsabilità sociale del design e del suo impatto - già nel 1971 ci mettevano in guardia sull'urgenza di progettare per il mondo reale: il design deve essere uno strumento innovativo, altamente creativo e interdisciplinare che risponda ai veri bisogni dell'uomo e sia orientato alla ricerca, che smetta di 'disonorare la Terra stessa' con oggetti e fabbricazioni che non hanno motivo di esistere. Con una visione positiva, Papanek assicura che il design è protagonista dei cambiamenti sociali: 'il design è diventato lo strumento più potente che l'uomo utilizza per configurare i suoi strumenti e il suo ambiente (e, per estensione, la società e sé stesso). Questo esige che da parte del progettista via sia un'elevata responsabilità morale e sociale'. Che il suo libro The Green Imperative del 1995 sia stato recentemente ripubblicato non è un caso. Sostenibilità è la parola chiave che ha preso il sopravvento nelle agende del design (e non solo), soprattutto dopo la pandemia, che ha decretato una svolta per l'umanità. L'obbligo di fermarsi e trascorrere più tempo in casa ci ha permesso di ripensare il nostro stile di vita, oltre a mettere in discussione le forme di produzione e consumo, individuali e collettive. Siamo tutti d'accordo sul fatto che costruire un futuro più sostenibile ed ecologico sia l'unica strada possibile e, come auspicato da Papanek, il design ha molto da offrire in questo senso. In quanto consumatori, quando si decide dove sedersi, ad esempio, è fondamentale considerare il grado di compromesso in termini di sostenibilità offerto dalla sedia che stiamo pensando di acquistare. Potremmo dire che questo è il grande trend dei nostri giorni (praticamente già consolidato), e le aziende di produzione ne sono consapevoli: per questo sono anni che si reinventano in questo senso e oggi più che mai fanno conoscere ai consumatori i cambiamenti che hanno messo in atto. Gli espositori del Salone del Mobile.Milano aprono con orgoglio le porte dei loro stabilimenti, spiegando le loro strategie operative che prevedono l'utilizzo di materiali locali, riciclati e riciclabili, e privi di sostanze tossiche; tengono conto dell'impatto dei trasporti e utilizzano la tecnologia come alleato dell'innovazione, verso un modello di produzione più efficiente. Tutti questi aspetti, così come il fatto che le condizioni di lavoro che le aziende offrono ai propri dipendenti siano degne, sono valutati dal consumatore che, ovviamente, si aspetta anche un prodotto finale di qualità, durevole, funzionale, confortevole e bello. Non dimentichiamo che la bellezza è una qualità fondamentale delle nostre scelte. Infine, se la sedia che scegliamo soddisfa i 'requisiti' sopra elencati, ci accompagnerà per buona parte della nostra vita e, perché no, sarà anche ereditata da qualcun altro. Perché circondarci di oggetti progettati e costruiti in modo responsabile, che ci servono e ci piacciono, migliora la nostra vita quotidiana e ci rende anche più felici.”
In apertura: fotografia dell’Edicola 518 di Perugia, "non una semplice edicola: il tempio della bella carta. Uno spazio di libertà e rivoluzione nel cuore di Perugia".
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