Giovedì 22 maggio, sull’isola di San Servolo, a Venezia, un ricco programma di workshop, talk, food e altre attivazioni culturali, oltre alle Green Practice delle aziende del design
A Londra apre il Serpentine Pavilion disegnato da Marina Tabassum

Serpentine 2025 Pavilion A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Design render, interior view. Photo: © Marina Tabassum Architects (MTA). Courtesy Serpentine
Inclusa nel 2024 dalla rivista TIME nella lista delle "100 persone più influenti", l’architetta e docente Marina Tabassum ha progettato “A Capsule in Time”, il padiglione temporaneo – e parzialmente cinetico – che fino al 26 ottobre ospita il palinsesto estivo della Serpentine Gallery
Sono trascorsi 25 anni esatti da quando, a Londra, la Serpentine Gallery avviava un’ambiziosa esperienza destinata a fare scuola su scala globale (e incoraggiare repliche, più o meno riuscite, ad altre latitudini). Con l’affidamento all’allora cinquantenne Zaha Hadid dell’incarico per la progettazione di una struttura effimera, da realizzarsi nello spazio esterno dell’istituzione inglese e in uso nei soli mesi estivi, nel 2000 la tradizione del Serpentine Pavilion muoveva infatti i suoi primi passi. Da allora a ricevere quello che si è progressivamente imposto tra gli incarichi più rilevanti del Regno Unito sono stati talenti emergenti o figure con già all’attivo progetti importanti che, attraverso il padiglione londinese, hanno rafforzato la propria reputazione. Per l’edizione 2025, dopo la compianta Zaha Hadid, Kazuyo Sejima con SANAA e, più di recente, Frida Escobedo, Sumayya Vally e Lina Ghotmeh, è di nuovo la volta di un’architetta: Marina Tabassum.

Serpentine 2025 Pavilion A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Design render, aerial view. Photo: © Marina Tabassum Architects (MTA). Courtesy Serpentine
Il Serpentine Pavilion 2025 disegnato da Marina Tabassum e Marina Tabassum Architects (MTA)
In linea con il principio espresso da Hadid “There should be no end to experimentation”, anche A Capsule in Time – questo il nome attribuito al padiglione disegnato da Marina Tabassum, con il suo studio Marina Tabassum Architects (MTA) – intende contribuire al processo di superamento dei confini canonici della disciplina architettonica. Selezionata da un team di esperti, che comprende la CEO di Serpentine Bettina Korek e il direttore artistico dell’istituzione londinese Hans Ulrich Obrist, Tabassum condensa in quest’opera la visione che permea il suo peculiare approccio architettonico, attento alle qualità del luogo di inserimento, al suo clima, nonché alle prerogative storiche e culturale, senza tuttavia tradire l’adesione al linguaggio contemporaneo.
Professoressa alla Delft University of Technology, nei Paesi Bassi, e fondatrice nel 2005 dello studio Marina Tabassum Architects (con il quale ha completato interventi architettonici con forti ricadute a livello sociale nella sua città natale, Dhaka, e in aree vulnerabili del Bangladesh), l’architetta classe 1969 ha sottolineato che “nel concepire il nostro progetto, abbiamo riflettuto sulla natura transitoria dell'incarico, che ci appare come una capsula di memoria e tempo. Il rapporto tra tempo e architettura è intrigante: tra permanenza e impermanenza, tra nascita, età e rovina, l'architettura aspira a sopravvivere al tempo”.

Serpentine 2025 Pavilion A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Design render, aerial view. Photo: © Marina Tabassum Architects (MTA). Courtesy Serpentine
Una capsula del tempo per un’intensa programmazione culturale per tutti
Suggestioni che in A Capsule in Time si traducono in una struttura scandita secondo quattro segmenti, uno dei quali attraverso la possibilità di muoversi consente di realizzare una configurazione alternativa. Sia le due cupole perimetrali che le porzioni centrali risultano unificate dal medesimo rivestimento: al legno strutturale, impiegato per tutti gli archi del padiglione, è infatti ancorata una leggera finitura traslucida, che filtra la luce naturale all’interno analogamente a quanto avviene in parchi e giardini con le tettoie destinate a rampicanti e piante.
Come avviene al di sotto delle tende Shamiyana, impiegate in varie zone dell’Asia meridionale per eventi comunitari o nei matrimoni, il “padiglione – capsula del tempo” si appresta ad accogliere iniziative di diversa natura, garantendo nella sua versatile e scultorea volumetria un luogo d’elezione per scambi, incontri, conversazioni. In particolare, proprio in concomitanza con i 25 anni del progetto, per l’estate 2025 la programmazione culturale e dal vivo includerà il format Park Night (una piattaforma interdisciplinare per incontri dal vivo di musica, cinema, teatro, danza, letteratura, filosofia, moda e tecnologia) e iniziative appositamente concepite per riflettere sull’incarico del Serpentine Pavilion, sulla sua storia e sulle sue prospettive future.