Valeriano Barchiesi racconta Irpac, gli artigiani del lusso

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Courtesy Irpac

Abbiamo incontrato Valeriano Barchiesi, CEO di Irpac, per conoscere una dinamica realtà aziendale specializzata nella fornitura di cucine taylor made per il canale contract internazionale.

 

Il mondo del contract richiede conoscenze, competenze e modelli gestionali completamente nuovi e non più ancorati alle tradizioni. Valeriano, insieme alla sua famiglia, è riuscito a cogliere questa sfida.  

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Courtesy Irpac

Come nasce la vostra realtà?

Irpac è un’azienda a carattere familiare, fondata da mio papà Vincenzo Barchiesi, con un team di circa 20 persone. L’attività nasce negli anni ’80, nella zona del marchigiano, e all’inizio era una classica azienda retail di cucine per una fascia medio alta. Ci rivolgevamo ad un mercato diverso da quello che seguiamo oggi. La precedente realtà era infatti indirizzata al privato, solo in seguito ci siamo concentrati sul contract. Si trattava di un modo di lavorare più tradizionale con una rete di retailer in Italia e all’estero. Con il passare del tempo però ci siamo resi conto che per dare continuità ad un progetto serviva la capacità di innovarsi. Da qui l’impegno nel cercare nuove prospettive in Europa oltre che in Italia.

Come si è evoluta l’azienda nel corso degli anni?

Dal 2011 al 2021 siamo cresciuti in maniera esponenziale. Lavoriamo principalmente con il residenziale di lusso. Oggi esportiamo il cento per cento della nostra produzione. Irpac rappresenta infatti un processo graduale di evoluzione della precedente attività retail. Ci piace definirci un laboratorio artigianale in continuo sviluppo. Ogni progetto che affrontiamo ha le sue caratteristiche, è unico e non replicabile. Inizialmente eravamo un’azienda più commerciale, prendevamo la commessa dal cliente estero (contractor, developer o architetto), ci occupavamo dello sviluppo e poi l’assemblaggio veniva appaltato a un fornitore locale. Dal 2016 sono emerse nuove opportunità e così abbiamo deciso di prendere un magazzino di 7 mila metri quadri, a Monsano in provincia di Ancona, per gestire in modo diretto anche la produzione.

A quali mercati vi rivolgete?

Per i primi cinque anni ci siamo concentrati negli Stati Uniti e in seguito anche nel Regno Unito. L’ultimo periodo ci ha spinti a sperimentare nuovi mercati come l’Asia e gli Emirati Arabi. Questo mese parteciperemo ad una fiera a Tokio. Abbiamo contatti con vari esponenti e architetti che ci seguono e l’intento è di promuovere la nostra realtà su scala globale.

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Vincenzo Barchiesi

Qual è la sfida più grande?

È garantire un prodotto di qualità e soddisfare tutte le richieste del cliente, cercando sempre di rispettare le consegne con puntualità, e gestendo al meglio gli aspetti logistici ed economici finanziari.

Cosa vi distingue nel vostro mercato?

Siamo degli artigiani del mondo del lusso e tra i pochi che facciamo customizzazione per il contract. Diamo infatti al cliente la possibilità di personalizzare il proprio progetto senza alcun vincolo. Possiamo definirci dei sarti, capaci di cucire su misura il prodotto e il servizio. Per noi è fondamentale l’ascolto del cliente. Cerchiamo sempre di comprendere le sue esigenze e soddisfare tutti i bisogni. Ma siamo anche in grado di offrire soluzioni che possono permettere di ottimizzare l’idea progettuale dal punto di vista economico. Quello che colpisce i nostri clienti è la nostra capacità di offrire prodotti sartoriali per grandi volumi.

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Courtesy Irpac

Cosa ha rappresentato per voi il “supersalone”?

Un’occasione importante per far conoscere la nostra realtà ad un ampio pubblico e poterci confrontare con un mercato sempre più dinamico. E soprattutto anche un momento per creare nuove sinergie con altri player del mercato.

28 ottobre 2021