Quattro libri per esplorare il concetto di Città

city view

Non riusciamo a smettere di chiederci perché facciamo le città, spesso anche ai nostri stessi danni. Quattro libri esplorano questa domanda, e alcune risposte per il futuro dell’ambiente urbano

Nonostante il nostro sapere sia sempre più settorializzato, atomizzato, e la città sia un concetto sempre meno possibile da afferrare in uno sguardo unico, tanta è la complessità delle sue storie, e a un certo punto anche delle sue ragioni d’esistenza, esiste una tentazione a cui apparentemente non smettiamo mai di cedere: quella di scrivere il libro della città. Non il libro su una città, o il libro che racconta quel nuovo aspetto delle città: proprio l’opera che affronta il concetto stesso di città, in tutta la sua poco calcolabile ampiezza, globalmente e attraverso le epoche. Già Ash Amin e Nigel Thrift avevano assestato un colpo non indifferente nel 2002 con un titolo come Cities (che non per niente rimane riferimento negli studi urbani), ma anche in seguito la spinta ad investigare la città come un sistema di ragioni, di necessità e di scelte non sembra proprio esaurirsi.

Quattro di questi lavori, comparsi di recente, aprono altrettanti affacci su questa domanda continua, e ci raccontano come i criteri con cui si progetta un grattacielo, la lotta contro le disuguaglianze urbane, un orto sul tetto, le politiche di moralità cittadina ottocentesche ed un paracarro siano forse tenuti assieme da molti più legami e tensioni di quanti ne potremmo immaginare.

Metropolis

Metropolis

Indubbiamente il più ambizioso in questa selezione per ampiezza del suo scope, anche il più corposo con le sue 568 pagine, Metropolis è praticamente un corso di storia della città che associa ogni periodo tra 4000 a.C. e 2020 ad un caso storico, da  Uruk a Lagos, da Gilgamesh alla Dubai nigeriana, che si chiama Eko Atlantic, passando per Vasco da Gama e l’avvento delle prime coffee house londinesi, Babilonia chiamata pericolosa perché tentatrice e New York chiamata pericolosa perché ci si rischia il più completo anonimato (che sogno, nel 2022). Lo storico inglese di The making of Victorian values torna sul tema della costruzione collettiva delle idee, e questa volta ne vuole affrontare il caso più monumentale e complesso: la materia immateriale che tiene insieme e rende sensati e attraenti quei cumuli di oggetti e infrastrutture noti come città.

 

Titolo: Metropolis. Storia della città, la più grande invenzione della specie umana
Autore: Ben Wilson
Casa editrice: Il Saggiatore
Anno di pubblicazione: 2021 (ed. originale: 2020)
Pagine: 568
Lingua: Italiano

Reimagining sustainable cities

Reimagining Sustainable Cities

Wheeler e Rosan sono due studiosi della sostenibilità urbana che curano un vero compendio di tutti i fili aperti sul tema, mettendo a sistema tutte le analisi e i quadri risolutivi che, incrociati di frequente sui vari media, rischierebbero altrimenti di restare altrettante bolle di sapone inapprofondite e sospese in mezzo ad altre, nella quotidianità della nostra vita mentale. Il taglio dell’opera è eminentemente statunitense, nei riferimenti come nei casi scelti, nel rivolgersi ad un pubblico diversificato come nel non redigere un semplice manuale d’istruzioni: il punto è “thinking critically about the structures that have created our economic, political, cultural and social sytems”, proponendo ogni questione attraverso scenari di commento a dati ben identificabili, e vicende-segnale delle distorsioni contemporanee delle città come l’onda lunga dell’uragano Sandy, le disparità negli ecosistemi della gig economy, fino all’ uccisione di George Floyd nel 2020.

 

Titolo: Reimagining Sustainable Cities. Strategies for Designing Greener, Healthier, More Equitable Communities
Autore: Stephen M. Wheeler, Christina D. Rosan
Casa editrice: University of California Press
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 339
Lingua: Inglese

La città femminista

La città femminista

“Non pensereste mai che il pregiudizio di genere influenzi l’altezza e la posizione dei grattacieli o lo sviluppo di una galleria del vento, ma è così”. Città femminista esplora la città come concetto spesso prodottosi sul corpo delle donne, non certo per le donne, cui è reso impossibile a suon di politiche e scelte progettuali l’essere soggetti dotati di una agency, amiche, madri, single, anche prostitute (eternamente lette come un problema di polizia urbana se non di salvezza). È uno studio di geografia femminista, che si sottrae al relazionale citazionale di uomini bianchi di mezz’età; ma dell’approccio femminista l’autrice contesta e sfonda i limiti, leggendo infine la città come terreno di una lotta intersezionale contro poteri stratificati, integrando istanze di classe, antiabiliste, queer: “Fare ‘domande da donne’ sulla città significa affrontare molto più di una questione di genere.”

 

Titolo: La città femminista. La lotta per lo spazio in un mondo disegnato da uomini
Autore: Leslie Kern
Casa editrice: University of California Press
Anno di pubblicazione: 2021 (ed. originale: 2019)
Pagine: 232
Lingua: Italiano

Frammenti urbani

Frammenti urbani

Gli oggetti delle città, i microcomponenti dei sistemi urbani più articolati, sono allo stesso tempo un prodotto della loro costruzione, e il mezzo che la consente e la racconta. Questi frammenti raccontano molto, le Trinkhallen germaniche sulla storia complicata dell’Europa con l’alcool, gli arredi urbani iconici di Alphand su una Parigi haussmanniana che era più una visione di controllo politico dello spazio che non un’operazione di maquillage. Tra vetrine, paracarri, torèt torinesi e Ampelmännchen da semaforo berlinese, Magnago Lampugnani, architetto e storico della città, conduce attraverso una parata di oggetti che è al tempo stesso un rilievo di esattezza scientifica quasi da laser, e una narrazione investigativa da cui è molto difficile staccarsi.

 

Titolo: Frammenti urbani. I piccoli oggetti che raccontano le città
Autore: Vittorio Magnago Lampugnani
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Anno di pubblicazione: 2021 (ed. originale: 2019)
Pagine: 285
Lingua: Italiano