Caro Salone del Mobile.Milano

berlino

Una dichiarazione d’amore al Salone del Mobile. Firmata dalla giornalista Barbara Friedrich, che dal 1983 non ne ha perso una sola edizione e ora attende quella per festeggiare i suoi 60 anni.

Caro Salone del Mobile.Milano, mi manchi! So che le lettere sono fuori moda, ma questa è digitalizzata sulla tua nuova piattaforma – quindi permettimi questa scelta. È una sorta di lettera d'amore ....

Già per la seconda volta, la pandemia del Coronavirus ha impedito il tuo consueto svolgimento nel mese d’aprile: un disastro economico per te – e una triste perdita per me e per tutti gli altri fan del Salone.

Fin dal 1983 ho fatto regolarmente il mio pellegrinaggio a Milano per venirti a trovare, con una sola interruzione per malattia. Ho raccontato i primi passi di Memphis, all'epoca per la rivista Ambiente. Ho conosciuto a fondo Ettore Sottsass e Alessandro Mendini, e sono tuttora una fan di Matteo Thun e Aldo Cibic. Nel corso dei quasi quattro decenni in cui ti ho visitato, ho visto molte tendenze andare e venire. Ho incontrato innumerevoli designer e scritto di loro. Ho intervistato molti grandiosi produttori di mobili e ho pubblicato i loro prodotti. La mia presenza a Milano per il Salone è stata di volta in volta il momento culmine dell'anno: nel passato, a settembre nel vecchio quartiere fieristico, dal 2005 ad aprile, alla nuova Fiera Milano a Rho progettata dallo studio di architettura Fuksas. Lo spettacolare complesso di edifici con il suo boulevard rappresenta il simbolo di una fiera innovativa: è moderno, visionario, comunicativo.

Nel corso degli anni sono cambiate le riviste per conto delle quali visitavo la più chic e importante di tutte le fiere del mobile. Dal 1999 al 2016 venivo con il mio team in qualità di caporedattore della rivista classica Architektur&Wohnen. Progettavamo il resoconto annuale delle novità, delle tendenze e dei trend, dei movers e shakers con immagini e layout eccezionali, per i quali ci sono stati conferiti diversi premi di design. Durante il Salone Milano era sempre un'ispirazione per la nostra creatività.

Così, da molti anni ormai, sono in fiera dalle 10 alle 16 circa di ogni giorno (con accesso privilegiato alla Red Lounge, che è una benedizione per le gambe stanche e un po' di fame e sete a mezzogiorno – grazie mille, carissimo Salone!). Naturalmente, ogni anno, da quando esiste, ho sempre fatto anche il mio giretto attraverso il SaloneSatellite. È ammirevole come dal 1998 la fondatrice Marva Griffin Wilshire continui a curare e creare il più grande talent show di design del mondo. Conosco alcuni designer che sono stati scoperti da lei e che ormai godono di grande successo, per esempio il designer tedesco Sebastian Herkner.

Ma torniamo alla mia normale giornata del Salone: nel tardo pomeriggio una sosta veloce in albergo per scaricare il materiale stampa – e per cambiare le scarpe. E poi via al Fuorisalone serale, negli showroom e nei luoghi degli eventi della città. Milano, la metropoli della moda, si trasforma nella World City of Design in occasione del Salone del Mobile. E la festa continua fino a notte fonda. Il Night Cap al Bar Basso, dove si incontrano le celebrità del design, è leggendaria.

Non dimenticherò mai eventi come gli scenari creati da Mondo negli anni '80: Paola Navone progettava stanze cariche di poesia in vecchi capannoni industriali, con mobili e accessori che celebravano l'arte dell'artigianato. Oppure (nei primi anni '90) i mobili di Saporiti che galleggiavano su pontoni nella vasca della storica piscina del Lido di Milano. Ma magari questo era un allestimento di B&B Italia? I miei ricordi potrebbero essere lacunosi. Ma una cosa era chiara all'epoca: la fantasia e l'emozione trionfavano sulla pura funzione.

Indimenticabili erano anche gli eventi glamour di Swarovski, per i quali le star internazionali creavano affascinanti oggetti di cristallo: esperienze favolose che probabilmente hanno dovuto lasciare il passo a una maggiore attenzione all’economicità nell’ultimo decennio. In Zona Tortona al Superstudio, così come sui cangianti palcoscenici del design di Mooi nel Brera Design District, da Boffi, Moroso o Kartell: ovunque in città vi erano cose da scoprire, cose nuove da sperimentare, vecchie conoscenze da incontrare, talenti da conoscere. Questo mi manca!

Certo, un “supersalone” molto speciale e ibrido si terrà a settembre, e sono molto curiosa di vedere che cosa sia venuto in mente all'architetto e nuovo curatore Stefano Boeri. Ma non vedo l'ora che arrivi il tuo 60° compleanno, che potremo festeggiare con la famiglia internazionale del design il prossimo aprile. E speriamo che sia Covid-free, grande e in linea con le nostre attese.

Ciao caro, ci vediamo!

26 agosto 2021