Berlino celebra Mies van der Rohe

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Neue Nationalgalerie, Außenansicht / Exterior view, 2021© BBR / Thomas Bruns / Ludwig Mies van der Rohe / VG Bild-Kunst, Bonn 2021

In occasione della riapertura della Neue Nationalgalerie dopo la ristrutturazione di David Chipperfield, la scena artistica della città rende onore ad un edificio simbolo dell’architettura moderna

Dopo sei anni di lavori di ristrutturazione firmati dall’architetto David Chipperfield, riapre il 22 agosto la Neue Nationalgalerie di Berlino, il museo della modernità, come lo ha definito il suo direttore Joachim Jäger. “Questo edificio rappresenta il vero Mies Van Der Rohe” così Jäger, “un edificio privo di funzione, che può adattarsi a qualsiasi scopo, infatti originariamente era stato pianificato per la sede della Bacardi a Cuba, prima dell’arrivo di Fidel. Quando è stato costruito qui, nella seconda metà degli anni ‘60, intorno non c’era nulla, solo l’Orchestra Filarmonica di Hans Sharoun. È arrivato come un ufo da Chicago. Ora il nostro obiettivo è che torni a rappresentare un luogo di riflessione sull’era moderna”.

L’intervento di Chipperfield è stato minimale, soprattutto al piano superiore dell’edificio, dove lo studio dell’architetto inglese non ha voluto lasciare traccia della sua mano e ha restaurato in modo conservativo, come si farebbe con un capolavoro di Picasso. “Abbiamo discusso ogni dettaglio in modo quasi maniacale per rispettare la storia dell’edificio” ha raccontato Joachim Jäger. “L’obiettivo di Chipperfield era di rimanere invisibile”. Al piano di sotto, invece, si è voluto creare un museo adatto alle esigenze attuali, per cui è stato inserito un ascensore per i visitatori e il deposito è stato spostato per fare spazio ad un guardaroba in cemento a vista.

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Rosa Barba. In a Perpetual Now. Photo by Andrea Rossetti

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Die Kunst der Gesellschaft 1900-1945. Exhibition view, Neue Nationalgalerie, photo by David von Becker

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Courtesy Mehdi Chouakri / Mies in Mind

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Per celebrare la riapertura è stata allestita, per la prima volta a Berlino dopo 50 anni, una grande mostra dell’artista americano Alexander Calder, inventore delle sculture mobili. Intitolata “Minimal / Maximal”, l’esposizione, che occupa l’intero spazio del piano di sopra, mette in dialogo sculture monumentali e fragili miniature che, eccezionalmente, saranno “attivate” due volte al giorno per il pubblico. Al piano di sotto, invece, è stata riallestita la collezione permanente con un focus sulla prima metà del Novecento e sui cambiamenti sociali che hanno caratterizzato gli anni turbolenti dalla Prima guerra mondiale alla Repubblica di Weimar fino all’ascesa del Nazionalsocialismo e alla Seconda guerra mondiale.

Nonostante il focus sulla modernità, non poteva mancare l’arte contemporanea a sottolineare l’influenza duratura esercitata da Mies van der Rohe non solo sui progettisti ma anche sugli artisti di oggi. Nel gabinetto della grafica del museo, l’artista italiana di base a Berlino Rosa Barba è stata invitata a concepire un progetto ad hoc. Prendendo ispirazione dalla piantina del progetto quasi astratto “Brick Country House”, mai realizzato, l’artista ha creato una struttura in metallo nella quale ha inserito 15 sue opere dal 2009 a oggi. Un telaio che riprende il concetto di Mies van der Rohe di architettura come nuovo modo di vivere e gioca con la luce, la trasparenza, i confini e la continuità dello spazio, proprio come l’edificio in cui si trova.

La restituzione di questo importante edificio modernista, un simbolo di Berlino e dell’architettura del Dopoguerra, ha entusiasmato tutta la città, tanto che viene celebrato anche al di fuori del museo. Per l’occasione, infatti, 31 gallerie d’arte contemporanea hanno allestito per due giorni, dal 20 al 22 agosto, altrettante mostre ispirate a Mies van der Rohe e alla Neue Nationalgalerie. L’iniziativa, intitolata “Mies in Mind”, è partita dai galleristi Mehdi Chouakri, Marie-Blanche Carlier e Ulrich Gebauer ed è stata promossa da Index, un’organizzazione che da 20 anni pubblica il calendario degli eventi artistici della città.

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Installation photograph showing Alexander Calder, Un de ceux-là, Photo by David von Becker

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Alexander Calder 3 Segments, Photo by David von Becker

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Alexander Calder Five Swords, Photo by David von Becker

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Da Buchmann Galerie, per esempio, è esposta la grande installazione “Suspended Mies” dell’artista tedesca Bettina Pousttchi, una fotografia monumentale su tessuto che riproduce la facciata del Seagram Building di New York ed è stata esposta per la prima volta in un altro edificio legato alla storia dell’opera dell’architetto, The Arts Club di Chicago. L’opera video di Iñigo Manglano-Ovalle “The Kiss”, invece, in mostra alla Galerie Thomas Schulte, si rifà alla residenza privata Farnsworth House in Illinois, riprendendo l’idea di trasparenza ma anche la voce di una supposta relazione tra Mies e la proprietaria della villa. L’intervento di Wilhelm Klotzek da Klosterfelde Edition è quasi invisibile. Non si trova nello spazio della galleria, ma è una fotografia stampata su foglio A4 in un angolo della vetrina, in cui la stessa Neue Nationalgalerie compare solo come una quinta di un episodio quotidiano: un controllo del biglietto su un autobus di passaggio davanti al museo.

La galleria Sprüth Magers ha allestito una collettiva con otto artisti, tra cui alcuni che hanno avuto importanti mostre all’interno della Neue Nationalgalerie, come Otto Piene, Jenny Holzer e Reinhard Mucha. Di quest’ultimo è esposta una videoinstallazione che documenta un precedente intervento del 1982, in cui l’artista ha ammassato tutti gli elementi d’arredo della Neue Nationalgalerie in un’unica grande scultura. Sono solo alcuni esempi che mostrano l’eredità lasciata da Mies van der Rohe e la sua risonanza ancora oggi, non solo a Berlino.

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Bettina Pousttchi, Suspended Mies, The Arts Club of Chicago 2017, Courtesy Buchmann Galerie / Mies in Mind

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Thomas Ruff, Courtesy Sprüth Magers / Mies in Mind

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Maria Taniguchi, Mies 421, 2010, Courtesy carlier I gebauer / Mies in Mind

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