Milano Arch Week 2025: riflessione collettiva sul rapporto tra architettura e disuguaglianze

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Una settimana di incontri, mostre e passeggiate urbane per indagare come l’architettura può combattere le disuguaglianze nelle città contemporanee. Dal 27 ottobre al 2 novembre

La pianificazione urbana è un’arma a doppio taglio, perché – anche a seconda del grado di regia pubblica all’interno di un progetto – può ridurre o accentuare delle disuguaglianze ormai sempre più evidenti nelle grandi città europee. La nascita di un nuovo quartiere scintillante e pieno di edifici ultramoderni può infatti nascondere dei processi di espulsione difficili da arginare nel breve periodo.

In realtà, come ha spiegato l’architetto cileno Alejandro Aravena in un’intervista a Electra Magazine, «le città svolgono un ruolo fondamentale nel correggere le disuguaglianze, perché possono agire come scorciatoie per migliorare la qualità della vita senza costi diretti e senza dipendere dal reddito. Lo spazio pubblico rappresenta un’enorme opportunità architettonica».

Parte anche da queste riflessioni la settima edizione della Milano Arch Week, la settimana – promossa da Comune di Milano, Politecnico di Milano e Triennale Milano – dedicata all’architettura e alle trasformazioni urbane, in programma dal 27 ottobre al 2 novembre 2025 all’interno di diverse location sparse per tutto il capoluogo lombardo, non solo nei quartieri più blasonati. Il programma prevede più di settanta eventi organizzati in trenta sedi diffuse per l’area urbana. I curatori rispondono ai nomi di Nina Bassoli, curatrice per Architettura, Rigenerazione urbana e Città della Triennale Milano, e di Matteo Ruta, professore del dipartimento di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano.

I big dell’architettura al Politecnico di Milano

Il titolo dell’edizione del 2025, organizzata nell’anno della ventiquattresima esposizione internazionale della Triennale Milano (13 maggio-9 novembre), è appunto “Inequalities and Architecture”. L’obiettivo, arduo ma stimolante, è quello di indagare le sfaccettature delle disuguaglianze all’interno delle città piccole e grandi, ricche e povere, in espansione o in declino. Per farlo, la Milano Arch Week 2025 sfrutterà una gamma potenzialmente infinita di strumenti creativi: il gioco, il suono, l’arte, il cinema e le performance, ma anche il semplice – ma mai scontato – confronto tra i migliori architetti del mondo e il pubblico affascinato dalle grandi questioni urbane del nostro tempo.

La prima metà della manifestazione vedrà protagoniste le aule di un luogo chiave dell’architettura e dell’urbanistica globale, il Politecnico di Milano. Si parte il 27 ottobre alle 18 con un intervento di Dominique Perrault, vincitore del “Premio Mies van der Rohe” (1996) per la progettazione della Biblioteca Nazionale di Francia, situata nel tredicesimo arrondissement XIII di Parigi; il 28 ottobre alle 17.30 è il turno di una lecture di Deacon Marvel del Buckminster Fuller Institute e subito dopo, alle 18.30, interverrà Didier Fiuza Faustino, fondatore del Bureau des Mésarchitectures a Parigi e genio della “mobile architecture”, in cui lo spazio abitabile si adatta alle esigenze del corpo umano, come se fosse un capo d’abbigliamento.

Si chiude il 29 ottobre alle 18.30 con un’eccellenza italiana, Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT), pioniere delle smart cities e sostenitore del ruolo del design spaziale nella sicurezza stradale delle nostre città. Ratti è anche curatore della Biennale Architettura 2025.

Gli appuntamenti di Triennale Milano

Dal 30 ottobre gli occhi saranno puntati su Triennale Milano. Da non perdere la lecture sull’urbanismo alternativo a cura dell’architetta nigeriana Tosin Oshinowo (30 ottobre, 12.30), ma anche l’evento “Le donne raccontano” (31 ottobre ore 19) o il workshop per approfondire l’utilizzo della mappatura e il concetto di psicogeografia (2 novembre, 10-17).

In Triennale Milano ci sarà spazio anche per una video-installazione del regista italiano Ila Bêka e della videoartista francese Louise Lemoine, oltre che per un’audio-installazione a otto canali che riadatta le interviste realizzate per il progetto “Voices on Masbedo’s Ritratto di Città 20/20” dal duo artistico Masbedo. In più, all’interno dello spazio Gioco (sempre in Triennale), quasi ogni sera verrà proiettato un film per chiudere in bellezza la giornata della Milano Arch Week 2025: “Still Here” di Suranga D. Katugampala (31 ottobre, ore 20); “Orlando, My Political Biography”, di Paul B. Preciado (1 novembre, 20); “La Storia del Frank e della Nina” di Paola Randi (2 novembre, ore 20), una chicca per chi desidera approfondire le dicotomie della Milano odierna.

Tra le principali novità di questa edizione spicca l’assegnazione del “Premio Italiano di Architettura”, riconoscimento promosso dalla Triennale Milano e dal museo MAXXI, che si alterna ogni anno tra Milano e Roma. Il vincitore verrà svelato il 30 ottobre alle ore 18.

Passeggiate di gruppo nei luoghi più inaspettati

La Milano Arch Week 2025 verrà ricordata anche per i suoi appuntamenti all’aria aperta, alla scoperta dei quartieri e degli edifici che stanno già ridefinendo la geografia urbana di Milano. Uno su tutti, “Archigrafia Urbana” (29 ottobre, 16.45-19), una passeggiata nel cuore del Milano Certosa District, al centro di un ambizioso processo di rigenerazione promosso da RealStep. L’obiettivo dell’evento – a ingresso gratuito su prenotazione scrivendo a info@certosadistrict.com – è esplorare le differenze e i punti di contatto tra centro e periferia, due realtà con identità diverse ma fondamentali per progettare spazi davvero inclusivi e sostenibili (non solo in termini ambientali).

Invece, in viale Carlo Troya 22, alle 16.30 di giovedì 30 ottobre partirà una «passeggiata performativa» che riflette «sulle estreme condizioni di disparità abitativa presenti nella città di Milano, tra nuovi insediamenti di lusso e stato di abbandono e deprivazione dello spazio collettivo nelle case di edilizia pubblica». L’incontro, dal titolo “Vi portiamo un filo verde”, terminerà alle 18.30 in via Giacinto Bruzzesi, all’angolo via Giambellino.

Da segnalare anche il “walkshop” del 2 novembre (11-13) intitolato “Super-imposti: Monte Amiata e il Gallaratese” (registrazioni qui), che propone una passeggiata collettiva nel quartiere Gallaratese e, nello specifico, nel complesso residenziale Monte Amiata, progettato alla fine degli anni Sessanta dagli architetti Carlo Aymonino (insieme al fratello Maurizio) e Aldo Rossi, spesso definito “Dinosauro rosso”. Concepito come una una sorta di “mini-città nella città”, il Monte Amiata è un esempio per l’interazione tra blocchi abitativi e la presenza di servizi, negozi, una palestra e una biblioteca condivisa.

Lecture_Patio_Politecnico

Lecture Patio Politecnico

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Lecture Patio architettura Politecnico

Lecture Patio architettura Politecnico

Paola Antonelli, Lecture Patio architettura Politecnico

Paola Antonelli, Lecture Patio architettura Politecnico

Open call 2023 AI LAVIO CONDOMINIO

Open call 2023 AI LAVIO CONDOMINIO - Ph. Triennale di Milano

Monte Amiata Housing Gallaratese

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22 ottobre 2025
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