Maddalena Casadei per Quadro
La designer e architetto racconta in anteprima Eccetera, la collezione di accessori per il bagno che verranno presentati al Salone del Mobile insieme all’azienda Quadro
Durante i primi mesi della pandemia, in cui come tanti passavo tempo a fare ricerca, ho notato come, a differenza di altre aziende che volevano emergere sui social, il profilo di Quadro rimaneva comunque modesto e pacato. Mi ha colpito molto. Quindi ho continuato ad approfondire i loro temi. Li ho contattati su Instagram, facendo loro i complimenti ed esprimendo l’interesse a lavorare insieme. La nostra collaborazione nasce così.
Diciamo di sì. Mi hanno subito risposto ed è iniziato un reciproco interesse. Di solito non contatto le aziende, anche perché la posizione è psicologicamente diversa. In quel momento però ero spinta dalla situazione e ho preso coraggio, anche perché sono timida. Da lì ho intercettato l’esigenza dell’azienda ad ampliare l’arredo bagno con accessori disegnati appositamente.
Mi hanno chiesto di pensare a una collezione di accessori per il brand, che potessero però vivere in altri ambienti, come ingresso o cucina. Diciamo che la collezione Eccetera è disegnata per il bagno ma si amplia anche ad altri ambienti.
Gancio porta accappatoio, porta rotolo, porta salvietta singolo e doppio, mensola, mensola con porta spazzolini, porta scopinino insieme a porta rotolo (oggetto appeso), porta scopino a terra, due vassoi.
È un progetto molto semplice. Nasce da una lamiera che viene piegata e tagliata, è una tecnica, da qui il nome, con cui puoi ampliare quasi infiniti prodotti. Mi piaceva la possibilità di poter ampliare la famiglia. È una lastra da tagliare e piegare per ottenere tanti oggetti diversi.
Per quanto riguarda la forma, diciamo che tutto è nato dal materiale: lavorando una superficie bidimensionale il prodotto acquista tridimensionalità tramite le pieghe.
Del metallo so pregi, difetti e limiti. Quando parli di forme, però, devi confrontarti con le linee guida dell’azienda stessa che ha una forma che non è mai randomica, ma frutto di elementi geometrici precisi.
È una linea nata anche grazie a un bel dialogo con l’azienda che ha una pulizia lineare, quasi chirurgica sia nelle forme che nelle tecnologie di produzione.
L’azienda è concreta, solida, diretta ma elegante, precisa e pacata. Questa eleganza si legge attraverso il loro modo di comunicare.
Trovo molto bello che si possa lavorare una maniera pulita e semplice mantenendo intatta la mia identità.
C’è sempre una differenza tra come mi vedo io e come mi vedo raccontata da altri. La percezione del mio lavoro è tanto diversa. Sicuramente per la mia storia professionale e per come sono cresciuta non amo disegnare forme dettate da ciò che non posso controllare. Quello che disegno è sempre molto posato e cerco sempre delle proporzioni che funzionino bene dal punto di vista estetico e produttivo.
Mi piace lavorare con richieste ben definite. Ad esempio, mi sembra difficile quando mi lasciano ampia libertà. Amo i brief precisi e lo scambio reale con l’azienda, di persona e davanti a un prototipo da poter toccare.
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