6 curiosi profili Instagram da scoprire sotto l’ombrellone

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Ettore Sottsass Jr., House for Arnaldo Pomodoro, Milano, 1966-1968. Ph. Nicola Nunziata and Fabrizio Vatieri. Courtesy Forgotten Architecture

L’estate è fatta per essere leggera, per perdere tempo, per lasciare spazio alla curiosità, rilassarsi e scoprire gli account Instagram che sorridono di tutto, anche del mondo del design

Qualcuno potrebbe dire che non è tempo di prendere le cose in modo superficiale. Che la situazione è seria per tante ragioni, a livello geopolitico, a livello ambientale, a livello sanitario, climatico. Non c’è niente da ridere, insomma. Ma è estate e, oltre a questo, forse proprio per le ragioni succitate, ogni tanto ha senso ironizzare, prendere le cose alla leggera.

 

Per non parlare poi del fatto che il mondo del design spesso si prende molto sul serio, è tutto o understatement e sobrietà oppure estetismo intellettuale. Spesso sono poche le mezze misure, per cui ecco che anche questi elementi potrebbero definitivamente convincerci che forse il segreto ogni tanto è proprio prendersi poco sul serio, giocare, riderci su. A maggior ragione se fuori la canicola quasi ci fa sragionare.

 

Ormai i social - non a caso - sembrano fatti proprio per questo. Sono sempre meno cool le estetiche perfezionistiche, i tramonti disegnati, le foto postprodotte, la versione migliore di noi e della nostra vita, a favore di immagini (apparentemente) meno studiate, momenti immortalati non perché ideali ma perché asimmetrici, imperfetti, proprio per questo realistici.

 

Hanno sempre più seguito immagini, meme, account che celebrano queste imperfezioni, un po’ per moda ma anche perché forse rappresentano molto più fedelmente ciò che chiunque sperimenta ogni giorno nella propria vita. Una vera e propria estetica che diventa dominante e che impone nel suo essere sbilenca una nuova proporzione aurea. E allora perché non mettere al centro di tutto questo anche il design?

Il primo account Instagram perfetto per questo scroll estivo è eloquente già nel suo nick: Architerror. Un feed composto quasi esclusivamente di esperimenti bizzarri a livello architettonico, proporzioni che non funzionano, abbinamenti estetici a dir poco azzardati, kitsch, incredibili scelte quasi sempre di committenti che non hanno probabilmente voluto sentire ragioni di infattibilità o accuse di pessimo gusto.

 

Perché no un aereo come tetto? O una casa fatta a fungo come quella dei Puffi? E che dire di un palazzo a metà tra il razzo e un uovo Fabergé? A completare la parte visiva, sicuramente le didascalie rendono il tutto ancora più perfetto per lo scroll estivo.

Ofhouses è, a dire il vero, una collezione di case piuttosto lineari, piuttosto oniriche. Il kitsch serpeggiante dell’account precedente nulla ha a che fare con l’ambientazione rarefatta di questo feed, che però è davvero perfetto per vedere costruzioni un po’ sperimentali, meno serie, più “out of the box”, come si dice, ed è la costola di Old forgotten houses, progetto dell’architetto e urbanista Daniel Tudor Munteanu.

Un qualcosa di simile a Forgotten_architecture, progetto di Bianca Felicori diventato anche un libro uscito per Nero edition e che raccoglie nel suo feed assurde architetture e incredibili interior sparsi per l’Italia ma anche per il resto del mondo. Un’opportunità per rendersi conto di quante cose folli la mente umana abbia ritenuto possibile non soltanto immaginare, ma anche costruire.

Surreale e molto “milanese” è invece l’ironia di Alvaraaltissimo. E già dal nome si capisce un po’ il mood, dopotutto.

 

Progetto che parla di fanta-urbanistica, di emergenza abitativa (e costosa) di Milano, dei suoi tic durante il Salone, di Case Milanesissime, appunto, attraverso vignette collage, illustrazioni che diventano stampe, quando non ancora un volume edito da Corraini edizioni. Anche qui, la didascalia rende ancora tutto più divertente.

Nato da una diffusa passione per le simmetrie perfette e i colori pastello tipici dell’estetica dei film del regista Wes Anderson, Accidentallywesanderson raccoglie immagini che appunto “accidentalmente” rispecchiano quell’ordine e quei set che però sono estremamente reali e catturati per la strada e non costruiti con delle scenografie.

 

Nato come un vero e proprio account celebrativo (anche l’hashtag stesso è da seguire, se piace questo stile) ora ha più di un milione e mezzo di follower e ha prodotto un documentario, una guida, dei tour e una mappa interattiva per scovare gli “Accidentally Wes Anderson” sparsi per il mondo.