Imperfettolab

La collezione Imperfettolab si snoda in una timeline senza date, rivendica la sua solida identità indefinita, parla con un alfabeto di forme archetipo quali tronchi, ciottoli, bolle, gusci, cavità, sfere, bulbi o rocce. La materia padroneggiata con abilità e sapienza, acquisite in più di vent’anni, è in primis la vetroresina. Elementi d’arredo, tavoli, panche, librerie, pouf, lounge-chair, lampade e oggettistica che raramente possiedono la dote della “gradevolezza” nel senso banale del termine. Prive di ipocrisia, hanno l’etica testarda del bianco o nero, al massimo viene loro concesso qualche brillio metallico o un rivestimento scelto negli archivi di vecchie telerie. Curvilinee e sinuose, obbediscono tutte al gigantismo, provocando sempre una reazione emotiva. Nel processo del fare, l’intuizione originaria viene modellata o scolpita in scala reale da una mano sapiente, dando vita a una matrice che poi, attraverso uno stampo, trasferisce ai propri multipli i caratteri di forma e sostanza. Nella sequenza della lavorazione la finitura attenta, minuziosa e realizzata a mano, differente per ogni genere di oggetto, permette a tutti gli elementi di acquisire identità e unicità. La dimensione di Imperfettolab, grazie alla simbiosi più che ventennale tra l’artista designer scultore Verter Turroni, e il suo alter ego complementare Emanuela Ravelli, sembra voglia raccontare, con la dolcezza e la bellezza della contraddizione dell’arte, la battaglia tra “natura” e “technè”, tra naturale e artificiale, senza che abbia alcuna importanza chi sia il vincitore. La risultante sono oggetti destinati a durare nel tempo, nella materia e nell’identità.