Creative tinkering, creare per stare bene
Il numero 18 della rivista olandese WOTH si dedica al Creative Tinkering, cioè quella tendenza a fare, costruire, creare, per affrontare un dolore, un momento di sconforto. Attraverso esempi concreti, interviste e casi studio d’ispirazione, la rivista cerca di affrontare questo tema a 360gradi.
Mary Hessing nell’editoriale di WOTH ricorda come in seguito alla perdita della madre, vent’anni prima, la realizzazione di qualcosa in suo ricordo, in quel caso un grande mosaico in vetro veneziano, fosse stato di aiuto per affrontare il dolore della perdita. Anche Francoise Jeffrey, presente in questo numero della rivista, ha iniziato a creare le sue ceramiche in seguito alla perdita della madre. Chiamato creative tinkering, questo termine indica la tendenza a creare e sperimentare con materiali come argilla e tessuto, per affrontare dolore e sconforto. In generale, il fenomeno è aumentato durante il lockdown e apre una riflessione sul termine design: nonostante le parole “artigianato” e “fatto a mano” siano oggi molto presenti, il design segue ancora un punto di vista occidentale, dimostrandosi poco inclusivo verso quello che succede nel mondo. Il numero 18 di WOTH esplora questi temi attraverso interviste, tra gli altri a GamFratesi e Maarten Baas, un focus sui materiali, dalla ceramica, con il contest di CorUnum, fino al tessuto e alla carta, con progetti di tappetti, arazzi contemporanei e la collaborazione tra Van Kesteren e Hermès. Ci sono riferimenti alla natura, con la pittrice Nathalie Lété, il garden designer Piet Oudolf, e naturalmente anche all’arte e all’architettura, con The Lost and Found dell’olandese Anne Holtrop, o Free Flowing, l’intervento alla libreria dell’Het Nieuwe Instituut commissionato a Sabine Marcelis nel 2019.
Crediti
Video: Michele Foti
Testo originale: Mary Hessing
Foto: courtesy WOTH
Magazine: WOTH
Editore: WOTH Studio