La costruzione del Salone che sarà

Salone 2022

ph. Luca Privitera

Il reportage di Elledecor.it per il Salone del Mobile.Milano. Riflessioni a margine della sessantesima edizione della fiera di design più importante del mondo

La città che sale è un dipinto ad olio realizzato nel 1910 da Umberto Boccioni, che ritrae un’operosa Milano (in costruzione) vista dal balcone della sua casa. L’opera è una celebrazione della crescita industriale della periferia milanese. Sullo sfondo svetta un edificio in via di completamento, circondato da impalcature, il cui cantiere, inserito all’interno di una visione urbana movimentata e dinamica, molto racconta dell’esaltazione della tecnologia e del nuovo, che erano le cifre principali della pittura futurista.

Salone 2022

ph. Luca Privitera

A quell’elogio del lavoro dell’uomo (e della modernità in senso lato) si ispira il reportage fotografico di Luca Privitera, scatti dell’allestimento dei padiglioni della fiera che accompagnano le riflessioni con le quali elledecor.it lancia lo Speciale Live sul Salone del Mobile 2022, online sulla sua piattaforma digitale (Instagram, Facebook, Pinterest, TikTok). Sì, perché a pochi giorni dall’apertura ufficiale di quella che è universalmente riconosciuta come la fiera di design più importante del mondo, a Rho fervono i preparativi per issare a tempo di record la città parallela (e super analogica) che dal 7 al 12 giugno metterà in scena l’abitare e gli arredi dei prossimi anni.

Salone 2022

ph. Luca Privitera

Un’operazione ciclopica, che torna alla sua formula originale dopo un’edizione speciale, sperimentale, che lo scorso settembre ha rotto il ghiaccio dopo lo stop forzato provocato dalla pandemia globale che nel 2020 ha immobilizzato il mondo. Le aspettative, come sempre, sono alte e non mi riferisco soltanto allo speciale compleanno (le 60 edizioni del Salone) o ai numeri (comunque importanti e che conteremo alla fine) quanto ai contenuti. La domanda è: che tipo di spazi abiteremo e come li arrederemo? Alla luce della rinnovata centralità del tema dell’abitare, e dell’accelerazione innescata dalla pandemia di Covid-19 verso cambiamenti già in atto, quale sarà il ruolo del design e degli oggetti nelle nostre vite? Come ci relazioneremo con essi? Come renderanno vivibili e abitabili gli spazi?

Salone 2022

ph. Luca Privitera

Ho come l’impressione che qualcosa sia cambiato dopo aver, tutti, trascorso più tempo del previsto dentro case che sono diventate sempre più ultradomestiche inglobando funzioni prima non contemplate all’interno dei paesaggi domestici. Lo sguardo di ciascuno di noi, in quelle lunghe settimane, è inevitabilmente finito su ogni singolo mobile della casa - che magari abbiamo spostato più volte - valutandone la funzionalità (o prestazionalità?), l’utilità e, non ultima, la bellezza.

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ph. Luca Privitera

Viene in mente la parola flessibilità, un’esigenza che si è da tempo manifestata negli interni, in contemporanea con i diversi stili di vita che si sono affermati negli ultimi anni: dalla trasformazione dei nuclei familiari fino al fenomeno della coabitazione, senza trascurare l’impatto delle tecnologie digitali e delle connessioni immateriali che hanno introdotto nelle nostre case un ulteriore motivo di obsolescenza se non opportunamente accessoriate.

Salone 2022

ph. Luca Privitera

Poi ci sono le trasformazioni socio-demografiche e l’emergenza ambientale: come non riscontrare il manifestarsi di processi volti a rompere una serie di assetti consuetudinari, come se il cambiamento necessario, verso il quale solitamente si manifesta una certa resistenza, non si presentasse come l’avvento di qualcosa di assolutamente inedito, ma come la combinazione di modelli noti e modelli nuovi, o magari ritrovati attraverso la memoria dei luoghi? Penso all’home-office, al ritorno negli spazi abitativi di attività che la cultura moderna aveva espulso per almeno un secolo dalla casa (bottega, laboratorio, studio), ma anche all’abitare on demand inteso come luogo eletto, e forse irripetibile, più coerente con i desideri che la gente può esprimere, incentrati sul benessere individuale (sia fisico e mentale) nonché sulla voglia crescente di sostenibilità, di natura e di verde.