La carica dei progettisti italiani al Salone del Mobile.Milano 2024

salonemilano, potocco

Potocco, Double L Glaze, design by Chiara Andreatti

La nuova generazione del design italiano lascia un segno nei cataloghi dei marchi durante la Manifestazione. Una carrellata di progetti per mettere in valore il volto, le inclinazioni e le attitudini di questa instancabile leva 

Il peso dei grandi Maestri è spesso chiamato in causa quando si parla dell’eredità, a tratti ingombrante, del design storico del Bel Paese. Un design altissimo, per l’appunto, che a causa di troppo genio avrebbe schiacciato ahinoi più di una generazione, offuscandone la visibilità. Eppure, di questo ingombro ammirato, si iniziano progressivamente a perdere le tracce. Per la generazione di progettisti che è nata, con qualche arrotondamento, intorno agli anni Ottanta, è tempo soprattutto di (ri)prendersi la scena, senza complessi. Ereditando dalla tradizione la capacità, tutta italiana, di dialogare al meglio con l’industria. E dimostrando di saper stare tanto al passo con le sensibilità internazionali, tanto di esprimere una visione personale di quello che è oggi il design di arredo e prodotto. Per vedere cosa fanno, dove operano, e con quali linguaggi si confrontano, abbiamo selezionato una carrellata di prodotti sviluppati da questi progettisti e presentati all’ultimo Salone del Mobile.Milano. 

Le sedute, queste imprescindibili 

Le sedie, si dice spesso, sono la cartina di tornasole del design. In questa nuova proposta che Federica Biasi firma per Pianca, la designer dà prova della capacità di proporre riletture contemporanee che si adattano alle necessità di pubblici trasversali. Esercizio di stile sulla sedia degli anni Trenta, la seduta Lina sintetizza virtù disdegnando l’appariscenza. Merito delle sue linee armoniose, di un imprinting ergonomico, e di un pizzico di dinamicità data dalle gambe scanalate verso il basso e svasate. 

Guarda alla nobiltà del classico ma prende la luce di un segno atemporale: è la sedia Dione, nuova collaborazione tra David Lorenzo Dolcini e Porada. La sedia, a pozzetto, ha struttura in massello di noce canaletta, con linee pensate non tanto per smarcarsi, quanto per esaltare la bellezza della lavorazione e la tattilità del materiale. 

Con Nanda, ultima proposta di UnoPiù, Gio Tirotto dà prova di saper rivisitare con originalità tipologie consolidate nel campo dell’outdoor. Essenziale senza essere minimalista, questa poltrona da outdoor impilabile rievoca con il suo profilo in acciaio zincato color grafite la forma abbondante di una bergère, ma strizza l’occhio anche alla sdraio per la forma del tessuto in un incisivo color mattone.  

Come in un metissage culturale, la poltrona Kasumi, del duo Mist-O - Tommaso Nani e Noa Ikeuchi, con sede a Milano e a Tokyo - parla un po’ del Giappone pur mantenendo volumetrie che guardano all’Occidente. Prodotta da Living Divani, ha una struttura in legno e comodi imbottiti che invitano ad un disinvolto relax. 

E perché, quando si parla di designer italiani, lo si fa anche includendo quelli “di cuore”, non possiamo tralasciare il francese Philippe Tabet, di casa a Milano, e la sua Dunk per Et al. Seduta a pozzetto in polipropilene (disponibile in versione riciclabile al 100% o riciclato r-PP, proveniente dal recupero di materiale post consumo), Dunk ammicca sottilmente con i suoi segni sulla scocca alle cuciture delle sedute imbottite. Disponibile sia nella versione con fori (impilabile) o senza fori, è in catalogo in una ampia palette di colori e con telai in legno o in acciaio.  

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Pianca, Lina, design by Federica Biasi

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Porada, Dione, design by David Lorenzo Dolcini

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UnoPiù, Nanda, design by Gio Tirotto

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Living Divani, Kasumi, design by Mist-O

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Et. al., Dunk, design by Philippe Tabet

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Ibridi inclassificabili 

Giuseppe Arezzi è sensibile alle opportunità multifunzionali dell’arredo, come ha già dato prova con Binomio, il pezzo che lo ha lanciato. Alla sua prima collaborazione con Campeggi, Arezzi si interroga intorno al tema dell’ospitalità temporanea e, sulla stessa riga del celebre Ospite di Vico Magistretti, immagina una branda pieghevole che, richiusa, prende le vesti di una disinvolta poltrona. 

  

La buona stella dei coffee-table 

Tanto il vetro che i tavolini godono di una congiuntura fortunata. E il matrimonio tra i due, soprattutto nella veste colorata che Chiara Andreatti dà a Double L Glaze, per il marchio Potocco, si rivela particolarmente azzeccato. Si fa notare, come un segno distintivo, la presenza di tiranti in metallo, che tengono insieme le due lastre ricurve a sostegno della base. 

  

Rigore con grazia 

È con visione sistemica che Zanellato Bortotto concepisce per il marchio Dante Negro un sistema integrato per l’outdoor tutto giocato sulla seduzione della lavorazione artigianale del tondino metallico. Composta da un gazebo rotondo a cui si uniscono sedute, tavoli, divano e poltrona, la collezione Corda esalta la leggerezza del segno, particolarmente adatta all’utilizzo in terrazze e giardini, e fa di un emblema virtuoso della lavorazione, il nodo, il simbolo della collezione.  

Lo stesso approccio strutturale risuona con l’attitudine minuziosa di Studio Klass, qui applicata al sistema integrato di boiserie Arial lanciato per Molteni&C. Il linguaggio è l’immancabile classico contemporaneo che distingue il marchio, a cui si sposa la flessibilità di declinazione nello spazio, gli accessori curati nel dettaglio, le porte integrate a scomparsa. 

  

Contenitori, di tutti i tipi 

Nel campo delle librerie, le proposte di quest’anno hanno dato corso ad esiti originali. Etna, disegnata da Martinelli Venezia per Lithea, è tanto un sistema contenitore modulare che con un segno leggero integra senza soluzione di continuità libri e piattaforme per oggetti, eliminando l’effetto sommatoria che spesso appesantisce questa tipologia. Non manca poi l’omaggio ad un territorio, quello siciliano, attraverso l’utilizzo di uno dei suoi materiali d’eccezione, la pietra lavica. 

Il pieno e il vuoto articolano il sistema di contenitori Halfsquare che Giacomo Moor ha progettato per Living Divani. Una serie di cassetti a base quadrata, inseriti in una struttura metallica, si susseguono a spazi lasciati sgombri per ospitare eventuali oggetti a vista, o semplicemente per lasciare la forma del mobile più sgombra ed aerea. 

 

Socialità in cucina 

Nella cucina di oggi, organizzazione ed ergonomia vengono integrate in un luogo di vita che si vuole sociale e multifunzionale. Con Stilo, Spalvieri & Del Ciotto danno corpo per Scavolini a questa concezione senza rinnegare la cura del dettaglio, che si esprime in una scelta formale precisa: l’individuazione del cilindro come segno distintivo capace di marcare il sistema sia orizzontalmente che verticalmente. 

  

Il complemento d’arredo, senza pregiudizi

Valerio Sommella, tra i designer più spiccatamente industriali di questa generazione, si confronta con un supporto per lui inedito, la carta da parati. Con Flower jungle, sviluppata per il marchio Londonart, anche l’approccio sfugge alla consuetudine: rifiutando un codice spiccatamente realista, lavora i pattern floreali come un impressionista, prediligendo la sottigliezza per restituire un effetto di movimento.  

Chiudiamo questa carrellata con Guglielmo Poletti, che con Magis si confronta con una tipologia da sempre terreno di sperimentazione per il marchio, lo specchio, e con un materiale tattile e sempre più d’attualità, la ceramica, qui ricondotto a profilato dal tratto architettonico grazie alla sguscia trasformata in una pratica mensola. 

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Campeggi, Brando, design by Giuseppe Arezzi

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Potocco, Double L Glaze, design by Chiara Andreatti

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Dante Negro, Corda, design by Zanellato Bortotto

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Molteni, Arial, design by Studio Klass

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Lithea, Etna, design by Martinelli Venezia

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Living Divani, Halfsquare, design by Giacomo Moor

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Scavolini, Stilo, design by Spalvieri & Del Ciotto

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Londonart, Flower Jungle, design by Valerio Sommella

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Magis, Coves, design by Guglielmo Poletti

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