Pedrali e l’industria 4.0. La parola a Monica Pedrali

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Pedrali, Blue by Alain Ducasse, Bangkok, Thailandia, ph. pmonetta

“Credo che le imprese familiari debbano vivere di questo: uno sguardo proiettato al futuro e uno alle radici. Prendere decisioni importanti in modo rapido e veloce, soprattutto in momenti di grande cambiamento, fa la differenza. E questo in un’azienda familiare è possibile”. Conversazione con l’AD Monica Pedrali 

Ruolo di guida individuale o lavoro di squadra, in quale di questi aspetti si riconosce?

Credo che il lavoro di squadra sia fondamentale. All’interno dell’azienda condividiamo gli obiettivi per mantenere alto il livello di passione e organizziamo i processi in modo da aumentare il livello di fiducia. Il successo si raggiunge con la collaborazione di tutti. L’obiettivo è quello di creare un ambiente dove le competenze possano essere dinamiche, in cui l’attenzione è rivolta alla crescita dei giovani per una nuova generazione dell’industria manifatturiera nel nostro territorio.

Penso che la chiave sia favorire la sinergia tra una molteplicità di competenze: customer care, area sales manager, specialisti della comunicazione digitale, ufficio stampa, grafici, exhibition e product designer. Insieme siamo più forti.

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Monica, Mario and Giuseppe Pedrali, ph. courtesy 

C’è stato un momento di svolta per lei e quindi per l’azienda?

Ci sono stati due momenti che hanno segnato una svolta per me e per Pedrali.

Il primo, la partecipazione al Salone del Mobile nel 1988, che ci ha aperti all’internazionalizzazione, con una quota di export che sin dagli anni ‘90 raggiungeva l’80%.

Il secondo nel 2011 quando la sedia Frida, disegnata da Odo Fioravanti nel 2008, vinse il Compasso d’Oro ADI. Aver creduto in un giovane designer e avere sperimentato l’utilizzo del multistrato tridimensionale, da poco presentato sul mercato, per ottenere una sedia leggera, scultorea e al tempo stesso resistente, fu una sfida vincente. Frida è stata in grado di esplorare nuove possibilità nella lavorazione del legno.

 

Un prodotto a cui siete particolarmente legati?

In occasione della celebrazione del Compasso d’Oro ADI a Roma, rincontrai Patrick Jouin che avevo conosciuto al SaloneSatellite. Poco tempo dopo io, mio fratello Giuseppe ci siamo visti con lui per considerare una seduta imbottita, elegante e super confortevole per il ristorante Dorchester di Londra. Fu così che nacque Ester, sintesi perfetta di ergonomia, eleganza e funzionalità, nonché elemento di svolta nell’evoluzione delle nostre collezioni di prodotti imbottiti.

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Pedrali New Horizons, Salone del Mobile 2022, project Calvi Brambilla, styling Studio Salaris, ph. Ottavio Tomasini

Il ruolo della tecnologia e del digitale?

Pedrali è un’industria 4.0 le cui fabbriche sono dotate di macchinari interconnessi. Ogni anno vengono effettuati investimenti in innovazione, tecnologia e impianti. Il ricorso alla digitalizzazione, a macchinari tecnologicamente avanzati e all’automazione dei processi garantisce standard qualitativi elevati, riduzione degli sprechi e dei tempi di consegna, e maggiore flessibilità nei confronti delle richieste del mercato. A livello distributivo crediamo in una rete omnichannel che valorizzi la presenza sul territorio.

 

Trasformazioni e cambio delle sorti nell’impresa familiare?

L’azienda fu fondata da mio padre Mario nel 1963 come laboratorio artigiano di arredi in ferro battuto per ville e hotel. All’inizio degli anni ’70 partecipò alle prime fiere all’estero e nel 1988 per la prima volta al Salone del Mobile di Milano.

Io e mio fratello Giuseppe rappresentiamo la seconda generazione e sin da bambini eravamo a fianco dei nostri genitori alle fiere. Io amavo assistere agli shooting fotografici. Mio padre affittava bellissime ville per scattare i prodotti; partecipavano modelle con abiti elegantissimi.

In ufficio osservavo le dattilografe, gli impiegati, mi divertivo a giocare con i ritagli di tessuti nel reparto tappezzeria. Mi piaceva osservare il confezionamento di cuscini e rivestimenti per gli arredi, ricchi di fantasie e frange. Le prime esperienze in azienda, durante i miei ultimi anni di studio, sono state a fianco dei commerciali e in fiera.

Io e mio fratello siamo entrati in azienda nello stesso momento e abbiamo sperimentato vari dipartimenti e uffici. Dopo pochi anni nostro padre ci ha affidato ruoli di responsabilità e negli anni ‘90 siamo entrati come soci. Eravamo una settantina di persone, ora Pedrali conta 320 collaboratori, nelle due sedi produttive di Mornico al Serio e Manzano.

Entrare in azienda ha rappresentato un passaggio naturale, una forma di responsabilizzazione che pian piano è passata da nostro padre a noi. Oggi nostro padre Mario ricopre il ruolo di Presidente Onorario e, anche se lato operativo e decisionale ci ha passato il testimone, è a tutt’oggi fonte di ispirazione e di consigli.

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Pedrali, Frida, design Odo Fioravanti, ph. courtesy

Con quali strategie state affrontando questo momento economico e sociale?

Pedrali prosegue il proprio impegno nei confronti della sostenibilità attuando strategie migliorative come l'installazione sulle proprie fabbriche di oltre 3000 pannelli fotovoltaici, o il recupero dell’acqua calda prodotta nei processi del reparto stampaggio materie plastiche, per il riscaldamento dei reparti produttivi. A dimostrare l’impegno nei confronti del pianeta sono gli investimenti in certificazioni di sistema e di prodotto, oltre che in azioni concrete legate alla qualità dei materiali utilizzati e agli impianti produttivi.

Nel 2020 Pedrali ha presentato le sue prime collezioni in polipropilene riciclato, per il 50% da scarto di materiale plastico post consumo e per il 50% da scarto di materiale plastico industriale.

I prodotti realizzati in legno sono certificati FSC® C114358 e, a partire dal 2018, per le collezioni in legno vengono utilizzate vernici a base acqua composte per lo più da resine di origine vegetale.

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Pedrali, Esterre by Alain Ducasse, © Palace Hotel Tokyo, ph. courtesy Pedrali

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Pedrali, BBR by Alain Ducasse @ Raffles Hotel Singapore, ph. pmonetta

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Pedrali, Ester, design Patrick Jouin, ph. courtesy

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Pedrali New Horizons, Salone del Mobile 2022, project Calvi Brambilla, styling Studio Salaris, ph. Ottavio Tomasini

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23 febbraio 2023